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Un miracolo che non finisce
In un Reame magico e molto lontano, fra alberi alti e antichissimi, c’era una scuola per maghi. Come in ogni altra scuola, vi erano studenti e professori, compiti e vacanze. E, alla fine dell’anno, i maghi principianti esibivano le magie che avevano imparato.
Tra gli studenti di questa scuola, c’era un ragazzo di nome Arturo “Cespuglietto – Verde”. Questo soprannome gli era stato dato dai suoi amici dopo che, in una delle lezioni, Arturo aveva trasformato i suoi capelli in un piccolo cespuglio verde e non era poi riuscito a riportare la sua capigliatura alla sua forma originale.
Poco prima delle vacanze estive gli alunni si prepararono alla sfilata annuale di magia. Indovinate quale magia Arturo “Cespuglietto - Verde” aveva escogitato? No, non era un letto volante o un bastoncino interminabile di zucchero filato. Arturo aveva inventato un tappeto magico. Per metterlo in azione bastava stare in piedi sul tappeto, saltellare due volte sul piede sinistro, dire: “Chick-Track”, e in quel momento pensare ad uno dei propri desideri che esso veniva immediatamente esaudito. Tuttavia, poiché Arturo era solo uno studente e non un vero mago, la sua magia durava non più di un minuto.
Per verificare la sua invenzione, Arturo andò all'asilo che si trovava all'interno dell'albero gigantesco vicino alla sua scuola. Lì, invitò i bambini a salire sul tappeto e ad esprimere un desiderio. Tutti i bambini corsero intorno al tappeto, ma il piccolo Niccolò ci arrivò per primo. Era il bambino più basso della sua classe. Persino Giovanni, il bambino più giovane dell'asilo era più alto di lui. Niccolò saltò due volte sul piede sinistro, pronunciò le parole magiche: “Chick-Track”, e gridò “Voglio essere il più alto di tutti!”.
Immediatamente, Niccolò cominciò a crescere. I bambini guardarono stupiti come Niccolò stesse diventando più alto di ogni altro bambino dell’asilo, più alto di Arturo e della sua maestra, e come, infine, la sua testa toccò il soffitto. Nel frattempo Niccolò percepì che i suoi vestiti, i pantaloni, la maglietta e persino le stringhe delle scarpe, continuavano a tendersi e sembravano stessero per strapparsi! “Guardate quanto sono cresciuto!” – disse Niccolò emozionato rivolto ai bambini dell’asilo. Ma il minuto della magia finì ed egli ritornò alla sua solita altezza. Arturo borbottò le parole magiche e rimise a posto i vestiti del piccolo Niccolò.
Camilla fu la seconda. Due saltelli sul piede sinistro, “Chick-Track” e la bambina si arrestò. Moltissimi desideri si presentarono nella sua testolina.
“Una bambola! No, cioccolato! Forse una macchinina? No, è una cosa da maschi. Un vestito nuovo! No, la mamma comunque intende comprarmene uno. Per di più, in ogni caso tutto scomparirà un minuto dopo. Cosa scegliere?”.
All’improvviso il suo sguardo si posò sullo scaffale degli animali di pezza e Camilla si ricordò quanto avesse desiderato da sempre che si trasformassero in animali veri. Sì! “Che tutti gli animali – giocattolo diventino dei veri animali!” - chiese Camilla, e il tappeto magico cominciò a dare vita agli animali, uno dopo l'altro.
L'asilo si riempì del suono dello sbattere di ali di uccelli e dei loro cinguettii . Gatti che prendevano vita e miagolavano balzando da un posto all'altro. Grandi e piccoli cani abbaiavano, orsi seduti in terra che chiedevano miele ai bambini.
I bambini impauriti si avvinghiarono intorno alla maestra e Arturo si affrettò ad aprire una finestra. Gli uccelli volarono, i gatti rincorsero gli uccelli ed i cani i gatti ed anche gli orsi uscirono fuori attraverso le finestre.
Passato il minuto tutti gli animali tornarono ad essere dei giocattoli.
Dopo tutto questo trambusto i bambini ebbero timore di avvicinarsi nuovamente al tappeto magico fino a che, all’improvviso, un bambino di nome Alessio si ricordò che al suo amico Davide doleva un dente. A causa di quel dolore, egli aveva rinunciato alla mela che aveva portato con sé da casa.
Alessio si fece avanti e si piantò nel bel mezzo del tappeto magico.
Due salti sul piede sinistro, “Chick-Track: voglio che a Davide passi il mal di denti” disse.
Tutti sentirono subito le risate di gioia di Davide che esclamò: “Grazie Alessio! Venite, mangiamoci la mela assieme!”
Poi giunse il momento della colazione. La maestra d'asilo chiamò i bambini nella sala da pranzo, e il gioco con il tappeto magico finì.
Arturo “Cespuglietto – Verde”, arrotolò la sua invenzione e seguì i bambini. Sapeva che, dopo un minuto, la magia sarebbe passata e che a Davide sarebbe ritornato il mal di denti e avrebbe dovuto consolarlo. Ma si era sbagliato: Davide mangiava, rideva e tirava fuori la lingua per divertire i suoi amici. Non gli faceva più male il dente, nemmeno dopo dieci minuti.
Arturo si chiedeva meravigliato come mai l'ultima magia fosse continuata anche dopo un minuto. Incapace di trovare una risposta, si rivolse al suo maestro di magia raccontandogli l’accaduto. Il mago vecchio e saggio ascoltò con attenzione e, accarezzandogli la testa, gli disse:
“Ricorda, piccolo amico mio: la magia che è fatta per gli altri non finisce MAI”.
Disegni: Giya Basiliya