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Prefazione al Libro dello Zohar

Item 1. La profondità della saggezza  e dell’insegnamento contenuti nel Santo Libro dello Zohar   è occultata dietro mille cancelli chiusi. Il linguaggio umano , essendo povero e secco , non ci serve né come strumento adatto né come mezzo sufficiente di espressione per svelare il pieno significato persino di una singola frase  nel “Libro dello Zohar”. Le mie spiegazioni sono solo i gradini di una scala. Ho inteso aiutare lo studente  a conseguire le altezze dalle quali egli potrebbe vedere e investigare  ciò che il Libro stesso espone. Dunque , in questa prefazione, trovo necessario  preparare lo studente  interessato allo “Zohar”  fornendogli le corrette definizioni , per mostrargli come studiare e imparare dal libro.

Item 2. Fin dall’inizio uno dovrebbe essere consapevole che ogni concetto discusso nel “Libro dello Zohar” , che sia nel linguaggio delle leggende o dei racconti, riguarda le Dieci Sefirot : KaHaB (Keter, Hochma, Bina) , HaGaT ( Hessed, Gevura, e Tifferet) , NHYM(Netzah, Hod, Yesod, Malchut) , e le loro derivazioni.  Proprio come nel linguaggio parlato , che consiste di 22 lettere e le loro varie combinazioni, interamente adeguate a svelare l’essenza di qualsiasi oggetto o insegnamento, così anche i concetti e le combinazioni delle dieci Sefirot sono sufficienti a esporre la intera  saggezza contenuta nell’universo spirituale. Nella nostra realtà ci sono tre definizioni.

Item 3. Prima definizione (limitazione).

Esistono quattro categorie di conoscenza chiamate :

– Materia

– Forma nella materia

– Forma astratta

– Essenza

E’ lo stesso riguardo alle Dieci Sefirot . Uno deve essere cosciente che il Libro dello Zohar  non si interessa affatto  di concetti come l’Essenza delle Sefirot  o della loro forma astratta . Piuttosto , poiché la Forma è il vettore della Materia , il libro discute sia della Forma delle Sefirot che della Materia che esse contengono.

Item 4. Seconda definizione (limitazione) .

Ogni cosa esistente nella Realtà Divina che riguarda la creazione delle Anime e le loro forme di esistenza  è condizionata dai tre seguenti stati:

– Il Mondo dell’Infinito,

– Il Mondo di Atzilut, e

– I tre Mondi chiamati Beria, Yetzira, e Assiya.

Sappi che il Libro dello Zohar  indaga solo i mondi di Bya (Beria, Yetzira, Assiya)  e niente altro. Tocca i Mondi dell’Infinito e Atzilut solo nella misura in cui i Mondi di Bya ricevono da loro. Altrimenti , il Libro dello Zohar  non si interessa affatto di loro.

I Mondi dell’Infinito e di Atzilut in se stessi non ci interessano affatto. Ciò che abbiamo bisogno di sapere è dove siamo  e come questi mondi ci possono aiutare.

Item 5. Terza definizione (limitazione):

in ciascuno dei Mondi di Bya, ci sono tre aspetti:

– Dieci Sefirot

– Le Anime e,

– Il resto della Realtà.

In ogni caso uno dovrebbe sapere che sebbene il libro dello Zohar , spiega meticolosamente ogni piccolo dettaglio di ogni Mondo … ogni altro  aspetto  spiegato o esposto è fatto solo allo scopo di  capire ciò che  le Anime ricevono. Il “Libro dello Zohar” non pronuncia neppure una singola parola che non sia in relazione alle Anime.

Questi tre fondamentali aspetti servono come nostro punto di partenza:

– Non oltrepassare il frame work  della Materia e della Forma della Materia;

– Non oltrepassare il frame work dei Mondi di Bya;

– Non oltrepassare il frame work delle Anime Umane.

Item 6. Già sai che le Dieci Sefirot si chiamano Hochma, Bina, Tifferet, Malchut e la loro radice , Keter. Esse sono dieci poiché Tifferet consiste di sei Sefirot chiamate Hesed, Gevura, Tifferet, Netzah, Hod, e Yesod. Ricorda sempre che quando menzioniamo le Dieci Sefirot , intendiamo HuBTuM.

Item 7. Nel “libro dello Zohar” queste Dieci  Sefirot , HuBTuM , sono chiamate con i nomi dei quattro colori : bianco, rosso, verde, e nero.

– Bianco corrisponde alla Sefira Hochma

– Rosso corrisponde alla Sefira Bina

– Verde corrisponde alla Sefira Tifferet

– Nero corrisponde alla Sefira Malchut.

Questo è simile ad uno strumento ottico che ha quattro lenti con colori corrispondenti a quelli menzionati sopra. Nonostante il fatto che la luce è unificata , mentre passa attraverso una lente , acquisisce un colore e diviene una delle quattro luci: bianco , rosso , verde , o nero.

Così , la Luce che si trova in ciascuna delle Sefirot è la Luce del Creatore , semplice ed unificata. In effetti , è (le Dieci Sefirot) completamente senza colore.

Così la Luce che si trova in ciascuna delle Dieci Sefirot è la Luce del Creatore. Questa Luce è semplice ed unificata, dal Rosh (capo)  del Mondo di Atzilut  al Sof (fine) del Mondo di Assiya .  La differenziazione di  questa luce  nelle Sefirot  HuBTuM  avviene nei Kelim (vasi) , chiamati anche HuBTuM . Ciascun Kli (Sefira)  è come una sottile partizione attraverso la quale passa la luce del Creatore. Questo è il modo in cui ciascun Kli  (partizione)  impartisce un differente  colore alla luce che passa. Cosi dal Kli di Hochma del Mondo di Atzilut  passa Luce bianca. Questo accade perché  il Kli di Atzilut ( Vaso di Atzilut)  è simile alla luce stessa , e la Luce del Creatore non subisce nessun cambiamento  mentre passa attraverso di essa.

Questo è il segreto del Mondo di Atzilut  del quale il Libro dello Zohar dice: “Egli , La Luce , e la Sua Essenza sono Uno”.  In accordo a ciò la Luce del Mondo di Atzilut  è definita come luce bianca. Comunque , per ciò che concerne i Kelim dei Mondi di Beria , Yetzira, e Assiya , La luce  che li  attraversa  cambia e si oscura. Considera , per esempio, che la Luce diviene la Luce rossa della Sefira Bina nel Mondo di Beria  , La Luce verde  di Tifferet nel Mondo di Yetrzira e la Luce nera della Sefira Malchut nel Mondo di Assiya , rispettivamente.

Item 8. In aggiunta a ciò che abbiamo menzionato sopra , l’allegoria delle quattro luci contiene un accenno addizionale importante. Le Luci Superiori sono chiamate “Sefer” (libro).

La saggezza contenuta in ciascun libro non è rivelata allo studente nel colore bianco che contiene..

In altre parole noi non conseguiamo  il colore bianco. Riveliamo ogni cosa tramite la Sefira Bina, Tifferet e Malchut. Queste tre Sefirot , che sono i tre mondi di Bya , sono i colori nei quali il Libro del Cielo è scritto. Le lettere e le loro combinazioni sono rivelate attraverso i  tre colori menzionati sopra. La  rivelazione della luce Divina è mediata solo attraverso loro.

Comunque noi dobbiamo discernere ciò che segue.  Mentre il colore bianco in un libro è il suo fondamento, tutte le lettere sono “sposate” ad esso.

Item 9. “Lo Zohar” dice che noi conseguiamo il Mondo di Atzilut come bianco  e la sua luminescenza  come lettere contro uno sfondo bianco  nei tre Mondi di BYA.  Questi tre Mondi sono i colori, le lettere e le loro combinazioni, come in un libro. Questo si  manifesta in due modi: se i tre Mondi di Bya ricevono la Luce di Atzilut nella loro sede (al di sotto del Parsa).

Se i tre Mondi di Bya ricevono luminescenza dal Mondo di Atzilut mentre sono nel loro posto, quando la luce è diminuita molte volte passando attraverso il Parsa al di sotto del Mondo di Atzilut , allora diviene semplicemente  la luminescenza dei Kelim di Atzilut.

Altrimenti, i Mondi di BYA(con le Anime  in essi) si innalzano al di sopra del Parsa  al luogo della Sefira Bina, Tifferet, e Malchut di Atzilut, e “si  rivestono” del  Mondo di Atzilut, ricevendo la Luce , dove essa splende.

Item 10. Per di più, questa allegoria non riflette completamente l ‘essenza , perché il libro della saggezza di questo mondo  consiste di uno sfondo bianco del colore delle lettere  nel quale non c’è spirito di vita (Ruach) .

La  rivelazione della saggezza  non è all’interno della loro essenza, ma fuori da loro , nell’intelletto di chi le studia.

In accordo a ciò , uno deve essere consapevole che il colore bianco contenuto nel libro è un soggetto  di studio in e per se stesso, e la funzione degli altri tre colori è di manifestarlo.

Item 11. Dovrebbe essere sempre tenuto in mente  che ci sono quattro categorie di conoscenza , che sono state menzionate sopra, nella prima limitazione, denominate:

– Materia

– Forma nella Materia

– Forma Astratta e,

– Essenza.

Le spiegherò dapprima usando esempi attuali da questo mondo. Per esempio , quando diciamo una “persona forte” , o “persona veritiera” , o “ bugiardo” ecc. , discerniamo tra i seguenti:

– la Materia della persona consiste nel corpo.

– la Forma nella quale questa  Materia  è modellata, forte, vero o falso .

– E’possibile comprendere una forma astratta di falsità non in relazione alla materia di una persona e studiare queste tre forme come tali, senza che loro siano manifestati in qualche corpo o materia.  In altre parole, è possibile investigare le  qualità della forza, verità o falsità, per discernere i loro meriti o bassezze , quando esse sono astratte  da qualsiasi materia.

– L’essenza

Item 12. Sappi che, l’essenza di una persona come tale, è  piuttosto impossibile da percepire senza il rivestimento materiale corporeo, come discusso nella prima limitazione. Questo perché i nostri cinque sensi e la nostra immaginazione non ci offrono niente di più che la rivelazione delle azioni dell’essenza , ma non l’essenza stessa.

Per esempio:

– La nostra visione percepisce solo onde dall’essenza di ciò che noi vediamo, in accordo alla luce che  essa riflette.

– Il nostro udito è semplicemente il potere dell’influenza delle onde sonore , trasmesse attraverso l’aria da qualche essenza . Questa aria , riflessa sotto l’influenza  di un’onda sonora , esercita una pressione sulla membrana del timpano. In questo modo siamo capaci di sentire qualcosa vicino a noi.

– Il nostro senso dell’olfatto è l’irritazione del nervo recettore che reagisce agli odori, tramite l’aria che emana dall’essenza , e così che noi sentiamo un odore.

– Il nostro senso del gusto è solo una derivazione dal contatto tra una certa essenza e i nostri recettori gustativi.

Questi quattro sensi ci offrono niente più della rivelazione di azioni che emanano da una certa essenza.  Mai si rivela l’essenza stessa.

Persino il nostro senso più forte , il senso del tatto, che è capace di discernere tra caldo e freddo, duro e soffice, è niente altro che la rivelazione di azioni all’interno di una essenza. Comunque , queste sono solo manifestazioni di una essenza. E’ possibile raffreddare qualcosa che è caldo o riscaldare qualcosa che è freddo. E’ possibile  cambiare qualcosa di liquido in qualcosa di solido . E’ possibile evaporare  un liquido e portarlo in uno stato gassoso cosi che sarebbe impossibile sentirlo con l’aiuto dei nostri cinque sensi. Nondimeno , l’essenza è preservata  e noi di nuovo possiamo trasformare il gas  o portare un liquido allo stato solido.

E’ chiaro come la luce del sole che i nostri cinque sensi non ci riveleranno  affatto una essenza , ma solo esempi di manifestazione delle azioni  dell’essenza.

Quindi, noi non abbiamo persino la abilità di percepire la nostra propria essenza. Io sento e so che occupo un certo volume in questo mondo, che sono solido, caldo, che penso, e così via. Tutti questi sono il risultato di manifestazioni che influenzano la mia essenza. Comunque, se qualcuno venisse a chiedermi “Cosa è l’essenza dalla quale tutte queste manifestazioni emanano?”  non saprei come rispondere. Dopo tutto, una Supervisione ci impedisce di ottenere l’essenza.  Noi otteniamo solo le manifestazioni  e i modi di agire che originano dalla essenza.

Item 13. Noi siamo pienamente  capaci di comprendere la Materia, di cui abbiamo discusso  nella prima limitazione, manifestazioni dell’azione di una qualche essenza.

Questo spiega perché non soffriamo affatto dalla mancanza della possibilità di percepire l’essenza stessa . quindi, non la desideriamo. Nello stesso modo, non sentiamo il bisogno di un sesto dito nella nostra mano. In altre parole, la comprensione della materia, la manifestazione delle azioni dell’essenza, è sufficiente per tutti i nostri requisiti e investigazioni, sia nel conseguimento della nostra propria essenza che nel conseguimento di qualsiasi cosa esterna.

Come risulta, noi vediamo che persino senza uscir fuori dal Kli stesso, dalla scatola nera, ogni cosa dipende solo da come essa è sintonizzata. “Il Libro dello Zohar” ci insegna come adattarci allo “Splendore” Superiore.

Lo Zohar discende dal punto più alto di Azilut, da qui il suo nome “Splendore”.

Item 14. Comprendiamo anche la forma nella materia che è descritta nella seconda limitazione in un modo assolutamente chiaro e soddisfacente, perché lo facciamo basandoci sull’esperienza di azioni concrete che noi deriviamo dalla risposta della materia. Così, acquisiamo tutta la sublime conoscenza con la quale uno può infatti relazionarsi.

Item 15. La terza limitazione è la forma astratta. Questo significa che, dopo che la forma si rivela a noi nella materia, il potere della nostra immaginazione ci permette di staccarla completamente dalla materia.

Uno può osservare astrattamente o staccato da qualsiasi tipo di materia; per esempio, qualità e virtù lodevoli di cui il libro parla su questioni morali. Quando ci interessiamo di qualità di verità, falsità, eroismo, rabbia, ecc., noi abbiamo in mente la loro forma astratta, libera da qualsiasi materia. Rivestiamo così la forma astratta di virtù o difetti.

Sappi che scienziati seri guardano alla terza limitazione con la massima cautela, poiché è impossibile relazionarsi ad essa con il cento per cento di sicurezza. Questo perché è facile sbagliare in qualcosa che è staccato dalla materia. Per esempio, un idealista non religioso che prega la categoria astratta della verità, può concludere che egli non dovrebbe proferire intenzionalmente neanche una parola non vera, persino neanche per salvare la vita delle persone, se anche l’intero mondo potrebbe perire.

Ma questo è contrario all’opinione della Torah, che dice: “Niente è superiore al salvare un Anima”, persino se per questo bisogna mentire.

In effetti, se avesse esaminato la verità e la falsità quando esse sono nella materia, egli avrebbe giudicato queste categorie in accordo a ciò che esse danno di giusto o di sbagliato nella materia. Allora, avendo condotto numerosi esperimenti nel mondo, potrebbe vedere la moltitudine di vittime e perdite che i bugiardi e le loro menzogne causano. Inoltre, egli potrebbe percepire il grande beneficio di quelli che praticano la verità e di coloro che osservano la regola di parlare solo della verità. Allora potrebbe arrivare ad essere d’accordo che non c’è valore più alto della verità, e niente di più basso che la falsità.

Se un idealista ha compreso questo, certamente sarebbe d’accordo con l’opinione della Torah e accetterebbe che una falsità, persino se questa salva una vita umana dalla morte, e incommensurabilmente più grande in valore e importanza di una qualsiasi verità astratta. Ciò perché categorie astratte che appartengono alla terza limitazione perdono assolutamente di chiarezza. Non vale la pena discutere di forme astratte che non sono ancora materializzate in questo mondo; ciò è solo una perdita di tempo.

Item 16. Ora che siamo passati attraverso la spiegazione di queste quattro categorie – materia, forma nella materia, forma astratta ed essenza …

Ora che siamo passati attraverso la spiegazione di queste quattro categorie con semplici esempi, è chiaro che:

– In via di principio, non abbiamo nessuna possibilità di afferrare la quarta categoria, che è l’essenza;

– Studiare la terza categoria può portare all’errore;

– Solo il primo tipo di conoscenza – La materia, come anche il secondo tipo- La forma – La forma rivestita della materia è sufficientemente chiara per noi per il conseguimento della Provvidenza Superiore.

Con il loro aiuto, uno può anche afferrare la realtà dei livelli spirituali dei Mondi Superiori di ABYA. Persino il più piccolo componente cadrà dentro queste quattro categorie. Per esempio, ogni componente nel Mondo di Beria ha il suo vaso di colore rosso …

I vasi del Mondo di Beria che hanno il colore rosso rappresentano una forma che è “rivestita” in una essenza. Questo si riferisce al primo modo di ottenimento. Sebbene sia solo un colore, cioè un dettaglio e manifestazione delle azioni dell’essenza, noi non saremo mai capaci di afferrare l’essenza stessa, solo la manifestazione delle sue azioni. Chiamiamo così una manifestazione “essenza”, “materia”, “un corpo”, “o un vaso”. Cioè, noi conseguiamo l’inafferrabile essenza come materia.

La luce del Creatore rivestendosi e passando attraverso il colore rosso, rappresenta una forma che è rivestita nell’essenza. Questo è il secondo modo di ottenimento. Ed è per questo che appare come una luce rossa che indica essere rivestito ed emanato attraverso l’essenza, cioè, il corpo e la materia di colore rosso.

Comunque, se una persona ancora desidera separare la Luce superiore dalla sua essenza, dal suo colore rosso(separare il colore rosso che emerge nel mondo di Beria dalla luce interna senza colore), o se egli comincia a studiare la sola luce immateriale, questo appartiene al terzo modo dell’ottenimento, la forma astratta, e ciò porterà in errore.

In accordo, il divieto più stringente proibisce lo studio dei Mondi Superiori, e nessun vero kabbalista lo farebbe, lasciando loro studiare solo lo Zohar. Non c’è l’uso di menzionare “l’essenza” di persino la più piccola parte della creazione perché non siamo capaci di comprenderla. Poiché noi falliamo nel comprendere l’essenza degli oggetti nel nostro mondo corporale, ancor più falliamo quando cerchiamo di comprendere manifestazioni spirituali.

Così, abbiamo davanti a noi i quattro aspetti dal nostro esempio nel mondo di Beria:

– Il vaso di Beria, che rappresenta il colore rosso ed è definito come essenza o materia del mondo di Beria;

– Il riempimento del vaso del mondo di Beria con la Luce Superiore, che è la forma nella materia;

– La Luce Superiore in se stessa, staccata dalla materia di Beria;

– L’essenza.

Così, abbiamo chiarificato la prima limitazione in dettaglio: “Il libro dello Zohar” parla solo del primo e del secondo tipo di conoscenza. Rispetto al terzo e al quarto tipo, non una singola parola è menzionata nell’intero libro.

Item 17. La seconda limitazione sarà spiegata nello stesso modo. Sapendo ciò, come abbiamo spiegato i quattro tipi di conoscenza in una componente del mondo di Beria, così è in generale vero rispetto ai quattro mondi di ABYA, dove i colori rosso, verde e nero nei tre mondi di BYA sono materia e essenza. Il bianco del mondo di Atzilut è forma rivestita nella materia, nei tre mondi chiamati BYA. Il mondo dell’infinito, in quanto tale, è essenza.

Come abbiamo detto nella prima limitazione, l’essenza è al di là della nostra possibilità; e il quarto tipo di conoscenza che ciascun essere occulta dentro se stesso, persino negli esseri di questo mondo. Il colore bianco sta da solo e non è rivestito nei tre colori dei tre mondi di BYA; significa, che la luce di Hochma non è “rivestita” in Bina, Tifferet e Malchut, ma è una forma astratta di cui non ci occupiamo.

Non c’è nulla di questo detto nello Zohar. Esso parla solo del primo tipo, i tre colori di BYA, considerati come materia e rappresentanti le tre Sefirot: Bina, Tifferet e Malchut. Lo Zohar parla anche del secondo tipo, che rappresenta l’illuminazione del mondo di Atzilut, “rivestita” nei tre colori di BYA, la luce o Hochma, rivestita in Bina, Tifferet e Malchut- la forma dove essa “riveste” se stessa nella materia. Il libro dello Zohar esamina solo questi due tipi.

Di conseguenza, se ciascun studente non è pienamente cosciente che quando studia lo Zohar i suoi pensieri e comprensione sono sempre all’interno dei limiti di questi due tipi di conoscenza, immediatamente diverrà confuso su tutti gli argomenti, perché strapperà dalle parole il loro vero significato.

Item 18. Ciò che abbiamo spiegato dei quattro mondi di ABYA è in generale vero riguardo a ciascuno dei mondi. Come ciò è in relazione ad ogni piccolo componente di ciascuno di loro, così come nel Rosh (capo) del mondo di Atzilut, così è nel Sof (fine) nel mondo di Assya. Questo perché ogni parte (stato) sulla scala dei mondi Assya, Yetzira, Beria e Atzilut consiste di dieci sefirot.

La sefira (singolare di sefirot) Hochma esiste sia come forma di Bina, Tifferet e Malchut sia come materia nella quale la forma si è materializzata. Ciò ha anche la prima e la seconda definizione(limitazione) i cui oggetti lo Zohar esamina, come anche la sefirà Hochma, quando essa è vacante di Bina, Tifferet e Malchut, che è la forma libera della materia.

GLOSSARIO semplificato

dei termini studiati al corso

600.000 anime: frammenti dell’unica creazione, dell’anima generale chiamata “Adamo”. E’ una qualità della connessione.

Adam HaRishon: (Adamo) l’anima creata in principio prima della frammentazione. E’ la prima struttura che ha il desiderio di assomigliare al Borè.

Anima: La creatura, il desiderio originale che è stato creato.

Ari: L’abbreviazione di Ashkenazi Rav Yitzhak, il nome completo è Yitzhak Luria Ashkenazi (1534 – 1572). Il fondatore della Scuola Lurianica di Kabbalah, il metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore (XVI sec.).

Baal HaSulam: Il secondo nome di Yehuda Leib HaLevi Ashlag (1884 – 1954). L’autore del metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore, l’autore del commentario dello Zohar e tutti i lavori di Ari.

Binà:  la fase 2 della creazione, proprietà di dazione nella creazione.

Borè: significa Creatore e deriva dall’ebraico Bo-re (vieni e vedi-verifica).  Non è qualcosa di cui avere fede, è la forza dell’amore e della dazione.

Chochmà: (Saggezza) è la fase 1 della creazione.

Corpo: (Guf) sono i desideri che eseguono le intenzioni del Rosh del Parzuf.

Correzione: (Tikkun) cambiare l’intenzione del desiderio di ricevere per modificare la percezione della realtà.

Creatura: deriva dalla parola ebraica Nivrà che vuol dire fuori dal grado, cioè che non ha ancora conseguito la realtà spirituale.

Desiderio: il motore sia della vita biologica sia della vita spirituale.

Divinità: desiderio speciale di conseguire la Fonte di tutta la vita.

Egitto: desiderio di ricevere egoistico.

Ein Od Milvado: significa non esiste nulla tranne Lui.

Incarnazione: ciclo che fa l’anima in ogni gradino spirituale, anche nella stessa vita.

Israele: combinazione di 2 parole Yashar-El e significa dritto al Borè. Coloro che hanno il desiderio di conseguire la dazione si chiamano Israele.

Kabbalah: saggezza della ricezione del bene.

Keter: (Corona) detta fase radice, fase zero. E’ l’essenza del Divino, della dazione e dell’amore.

Kli: vaso, desiderio (plurale Kelim).

Luce: il piacere, il conseguimento del desiderio di dare.

Malchut: (Regno) è la quarta e ultima fase dello sviluppo del desiderio di ricevere.

Mitzvah: (precetto, plurale Mitzvot), comandamento. Ogni atto che mi avvicina alla realtà dell’anima di Adam HaRishon. E’ la correzione del cuore.

Mondo spirituale: realtà che è fuori dal nostro mondo e dalla nostra natura.

Nazioni del mondo: sono tutti i desideri comuni.

Neshamà: è l’anima in ebraico.

Olam: significa mondo e deriva dalla parola Alamà (occultamento).

Parlante: è l’Adamo che è in noi, il punto nel cuore

Partzuf: Struttura spirituale che consiste in dieci Sefirot.

Pitcha: in ebraico significa prefazione. E’ l’introduzione alla struttura dei mondi superiori.

Punto nel cuore: un desiderio nuovo per la spiritualità, desiderio di dare.

Rabash: Abbreviazione del Rav Baruch Shalom, nome completo Baruch Shalom HaLevi Ashlag  (1906 – 1991), l’autore del libro “ Shlavey Sulam” (“ I gradini della scala” in ebraico) – una descrizione dettagliata dell’ascesa dell’uomo al mondo Spirituale.

Rashbi: Rabbi Shimon Bar Yochai, l’autore dello Zohar (III sec. A. C. ).

Radice: è il conseguimento finale dei kabbalisti, la sorgente di tutti i conseguimenti. La dazione, il desiderio di dare.

Ramo: è il desiderio di ricevere.

Rosh: è il capo, la testa del Partzuf, dove ci sono le intenzioni.

Santità: (Kedushà) deriva dalla parola Kadosh (distinto e separato dall’ego).

Sefira: (plurale Sefirot) è l’ego corretto ad un certo livello, in un certo modo. Quindi, risplende ed è chiamato Sefirot (che viene dal termine ebraico “sapphire”) luminoso.

Spiritualità: la forza della dazione

Torah: significa luce (dalla parola Horaa che significa “Insegnamenti”, o dalla parola Ohr “Luce”). E’ un testo che esprime le correzioni che bisogna fare nel desiderio di ricevere.

Yud Hey Vav Hey: è il Tetragramma, il nome del Borè. È l’algoritmo, il calco di tutta la creazione.

Zeir Anpin: (Piccolo Volto) è la fase 3 della creazione, ricevere al fine di dare, è una struttura spirituale già realizzata ma in forma piccola, non consapevole.

Zohar: libro dello splendore. E’ un testo fondamentale per la saggezza della Kabbalah, scritto da 10 kabbalisti che hanno conseguito pienamente questa saggezza.

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