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Lettera n.54

Oggi ho ricevuto la tua lettera, con tutte queste avventure che ti sono successe e quello che scrivevi nella notte di mercoledì che, se la Luce ti circondasse tutto il tuo corpo, allora saresti salvato da tutte le tue guerre. Fino a questo punto quello che scrivevi.

Ecco, in base a questo punto, sembra che non sia assimilato dentro tutti i tuoi organi quello che ti dicevo prima che tu partissi.

Che non vi è nessun altra salvezza se non nella realizzazione della Torah, e tutto il carro della sitra akhra (altro lato) serve soltanto per fuorviare l’uomo in altre vicende e per prevenire in lui questa verità.

E questo è il fatto dell’esilio d’ Egitto nella materia e nei mattoni., la vanità dei loro re, “io ho il Nilo e io mi sono creato” e godo in quello che è scritto in questo episodio.

E questo è un segno a te, poiché io ti mandavo affinché tu facessi uscire il popolo dall’Egitto. E voi servirete Dio su questa montagna e questo significa che il Signore (che Egli sia benedetto) col suo volere di verificare questo stato santo di cui meritava, gli dava questo segno come verità che di nuovo meriterebbe senza dubbio la ricezione della Torah nello stesso luogo, e comprendi bene ciò, che persino a Moshe che il volto del Signore gli si rivelava con la finalità della chiarezza  temeva di guardare Dio, e ad ogni modo aveva bisogno della promessa della Torah poiché altrimenti certamente il Signore non lo guardava. E comprendi bene ciò e il fatto che è scritto: “Chiedete il Signore quando si trova e chiamateLo quando è vicino” il che significa chiedete il Signore nel luogo dove sta e non fallirete nella sitra akhra che sempre fuorvia l’uomo di chiedere il Signore dove non si trova.

E allora, si ritrova a far disperdere il lavoro dell’uomo invano.

E perciò il profeta avverte, ci avvisa, che dovete pretendere il Signore nel luogo dove vi è la Torah e non nel luogo dove non c’è la Torah, perché non ci si trova affatto.

Ed aggiunge, “chiamateLo quando è vicino” che significa quando il Signore illumina il suo volto su di voi questo è il momento di chiamarLo cioè vi porterà e vi darà visione nei misteri e nei sapori della Torah che è la lettura.

E allo stesso modo forse il Signore avrà la forza di aprire il cuore dell’uomo affinché meriti la benedizione della Torah e comprendi questo molto bene.

Perché questo è il mistero del Signore, che Egli sia benedetto,la Torah ed Israele sono un’unica Cosa.

In questa Cosa potrai osservare anche rispetto delle necessità che il Signore aveva, nell’immediatezza del primo stato della profezia di Moshe, nostro maestro, di garantirlo lealmente con questo segno della ricezione della Torah. Osserva bene ciò e allora troverai.

E questa è la misura dello scritto, “chi scalerà la montagna di Dio e chi salirà nel posto della Sua santità. Chi è pulito con le palme e ha il cuore che non giovava invano, o faceva , o mentiva”. Ed è scritto che “prima che l’uomo esca dal ventre della sua madre Lui si fa giurare che:  se anche il mondo dice che è un giusto lui deve considerarsi come un empio”.

E questo fatto necessita un’interpretazione, perché i nostri saggi dicono che tu non devi considerarti un empio. Se tutto il mondo ti considera un giusto tu devi considerarti un empio?!

Questo fa meravigliare

Bisogna ancora capire il modo che utilizzaVa “tu devi considerarti come un empio”. Il suo cuore forse è per la verità, ed è un giusto.

A questo  punto bisogna considerare che ci sono due tipi di lavoro:

Uno in (cuore) liba e uno in (mente)mokha,

cioè, di invertire il vaso di ricezione con lo scopo di dare in assoluto, ed ecco, nel momento in cui l’uomo purifica il vaso di ricezione nella distinzione di liba, subito egli merita la Sua luce che sta sempre in abbondanza e non cessa mai.

E questa luce si chiama Nefesh e questo dice lo scritto . “Chi scalerà la montagna di Dio e chi si elleverà nel posto della sua Santità. Il che significa che egli avrà una statura per l’eternità e non ritornerà e non cadrà.

E cioè, che non giova invano, cioè dopo che il Signore si rivolgeva a lui e lo avvicinava un po’ bisogna sforzarsi molto di prendere questa Luce, e utilizzarla nella visione della Torah, di trovare i suoi misteri e di aumentare la sua conoscenza nel Signore. E questo è il mistero di alzare gli occhi della Divina Presenza come è scritto: “della Sposa i cui occhi sono belli, non c’è bisogno di esaminare il resto del Suo corpo e se l’uomo non presta l’attenzione di alzare gli occhi si ritrova a portare la Luce di nefesh invano senza utilità. E, ancora peggio, egli giura e mente, poiché nel tempo della nascita Gli hanno fatto giurare che anche se l’intero mondo ti dirà che sei un giusto, il che significa che se anche lui meriterà la Luce della nefesh e se tutti i suoi Organi e Tendini del  suo piccolo mondo gli dicono che è un giusto completo e sta già nel giardino di Eden non deve affatto dare bado a questo prima di alzare gli occhi alla Santità.

E questo è il mistero di chi scalerà e di chi alzerà, cioè proprio colui che ha le mani pulite.

E significa che meritava di pulire le due distinzioni nella sua ricezione di mokha (mente) e di liba (cuore) e chi ha il cuore, cioè che meritava di realizzare il sapore della Torah e di tutti i suoi misteri come è scritto “e tu sapevi oggi”,  deve ritornare al suo cuore poiché il Signore è Iddio e così via… e “non esiste nulla tranne Lui.”

E non utilizzava il Mio nome per giurare cioè che ha capito come servire ed utilizzare la Luce di nefesh,che il Signore gli ha dato, e non giurava e mentiva, ma ha alzato gli occhi come abbiamo detto. E scruta bene quello che è scritto qui poiché il consiglio diretto è vero, affinché tu non sia intrappolato sotto il consiglio della sitrah akhra (l’altro lato), che continua a fuorviare l’uomo affinché esiga il Signore dove non si trova,e perciò è necessario di ricordarselo ogni singolo giorno. E cosa posso fare a te se tu non considererai le mie parole come devi fare? Perciò tu disperdi le tue forze gratuitamente. Magari mi ascolterai da ora in poi poiché le cose sono sempre di non aggiungere e di non sottrarre e perciò ancora  stanno aspettando un cuore che può ascoltare,  e speriamo bene.

Ed ecco che le mie parole sono state dette in questo tempo, poiché il lavoro preciso che è stato menzionato, sarà efficace di più in questi giorni che si chiamano nei libri la correzione di Shoverim-Tath.e io ti narrerò questa vicenda, poiché nei libri ci sono descrizione incomprensibili per le masse.

Infatti questi segni sono Shoverim-Tath lo studio della Torah non vi è nessuna altra correzione se non lo studio della Torah

Si diceva che chi non conosceva l’ordine del Signore e cosi via…

E la vicenda è, che la Luce superiore che si avvicina all’uomo per portarlo alla resurrezione, si chiama nefesh,  poiché la ricezione della distinzione di nefisha di essere immobile negli organi,non ha diritto di esistenza senza ruach, cioè la realizzazione della Torah.

E perciò quest’uomo si chiama shovav, sarebbe un mascalzone, come un piccolo ragazzo che mette le sue mani in un sacco pieno di denari, ed egli gira e salta e non sa cosa fare con questi danari poiché non conosce la formula dei danari e non sa come contrattare. Si è ritrovato come chi regalava un sacco di denaro e il piccolo ragazzino non fa piacere a lui questo, ma ANZI impazzisce perciò è scritto “Lui farà saltare la mia anima”. Se il Signore non da il ruach ma solo il nefesh si è ritrova che fa impazzire la persona, ma da lo lishma viene in lishma come risaputo.

Ed è come termina il versetto per il Suo nome e cioè che da questo meriterà  lishma e comprendi bene ciò-

E il fatto che diceva: “ritornate ai figli” e cioè coloro che non meritavano ancora ruach e cioè il fatto della realizzazione della Torah.

E come avevo parlato con te prima che tu viaggiassi,che il fatto che la buccia del faraone d’Egitto  era una buccia così dura che nessun schiavo poteva fuggire dall’Egitto, dato le luci che avevano di tutti  coloro che credevano nella loro sovranità finché qualcuno non poteva astenersi da esse ed è il mistero dello scritto : “io ho il mio Nilo e io avevo creato”.

Come ti ho interpretato mentre eri ancora qui. Perciò nell’episodio di esodo la schiavitù dell’inizio dell’esilio d’Egitto termina non prima dell’episodio della ricezione della  Torah e questo è il segno per te che io ti mandavo al fine che tu faccia uscire il popolo dall’Egitto e voi servirete Dio su questa montagna, come ho interpretato prima,perciò ogni singolo uomo che vuole completare quello necessario a lui è molto capace di farlo ma con questa sequenza “Shovavim”-Trumah-Tetzaveh che sono episodi della Torah, uno deve pensare molto bene rispetto alle sue azioni e correggerà le sue vie finché sarà pronto alla ricezione della Torah.

Tutte le scintille della luce della sua nefesh che erano in cattività nella buccia d’Egitto, egli le style=”text-align: justify” raggrupperà nel luogo della Torah,  con nostalgia e con grande mancanze, e con lo studio della mente esterna come è scritto: “tutto ciò che la tua mano proverà a fare fallo con la tua forza”,finché  meriteremo, che egli apra il nostro cuore nella Torah nella profondità dei suoi misteri meriteremo la ricezione della Torah come viene interpretato nell’episodio di Yitrò. E poi il resto della sequenza Shovavim-Trumah-Tetzaveh è la vicenda che indica la vicenda del vitello d’oro e la rottura delle pietre ed ecco nei libri che viene in uso la correzione di “Shovavim”, nel fatto di eiaculare invano che è un unica vicenda, perché chi non purifica  il suo vaso di ricezione in liba, necessariamente  anche i vasi di ricezione di mokha sono sporchi e la sua fede è imperfetta poiché non può credere quello che i suoi occhi non vedono. In questa maniera proprio colui che ha i suoi vasi di ricezione pieni di limo  necessariamente pensa che pondera una volta al giorno e sicuramente avverrà a chiarire nella notte  e in seguito a questo avrà un pensiero di eresia,  poiche il vaso di ricezione di liba e il vaso di ricezione della mokha hanno il medesimo criterio poiché allora la giustizia del giusto non lo salverà nel giorno del suo reato, e tutte le luci che avranno ricevuto cadranno nella rete della sitra akhra, e scruta   bene ciò, perché io ho parlato in breve. E tutto questo continuerà finché non uno meriterà di richiamare ruach in nefesh cioè la ricezione della Torah.

Io non potrò continuare in questo, è già venuto il tempo che tu prenda le mie parole nel tuo cuore. Magari Iddio ti rafforzerà e ti infonderà nello spirito dall’alto finchè riuscirai a fare la volontà di Dio.

GLOSSARIO semplificato

dei termini studiati al corso

600.000 anime: frammenti dell’unica creazione, dell’anima generale chiamata “Adamo”. E’ una qualità della connessione.

Adam HaRishon: (Adamo) l’anima creata in principio prima della frammentazione. E’ la prima struttura che ha il desiderio di assomigliare al Borè.

Anima: La creatura, il desiderio originale che è stato creato.

Ari: L’abbreviazione di Ashkenazi Rav Yitzhak, il nome completo è Yitzhak Luria Ashkenazi (1534 – 1572). Il fondatore della Scuola Lurianica di Kabbalah, il metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore (XVI sec.).

Baal HaSulam: Il secondo nome di Yehuda Leib HaLevi Ashlag (1884 – 1954). L’autore del metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore, l’autore del commentario dello Zohar e tutti i lavori di Ari.

Binà:  la fase 2 della creazione, proprietà di dazione nella creazione.

Borè: significa Creatore e deriva dall’ebraico Bo-re (vieni e vedi-verifica).  Non è qualcosa di cui avere fede, è la forza dell’amore e della dazione.

Chochmà: (Saggezza) è la fase 1 della creazione.

Corpo: (Guf) sono i desideri che eseguono le intenzioni del Rosh del Parzuf.

Correzione: (Tikkun) cambiare l’intenzione del desiderio di ricevere per modificare la percezione della realtà.

Creatura: deriva dalla parola ebraica Nivrà che vuol dire fuori dal grado, cioè che non ha ancora conseguito la realtà spirituale.

Desiderio: il motore sia della vita biologica sia della vita spirituale.

Divinità: desiderio speciale di conseguire la Fonte di tutta la vita.

Egitto: desiderio di ricevere egoistico.

Ein Od Milvado: significa non esiste nulla tranne Lui.

Incarnazione: ciclo che fa l’anima in ogni gradino spirituale, anche nella stessa vita.

Israele: combinazione di 2 parole Yashar-El e significa dritto al Borè. Coloro che hanno il desiderio di conseguire la dazione si chiamano Israele.

Kabbalah: saggezza della ricezione del bene.

Keter: (Corona) detta fase radice, fase zero. E’ l’essenza del Divino, della dazione e dell’amore.

Kli: vaso, desiderio (plurale Kelim).

Luce: il piacere, il conseguimento del desiderio di dare.

Malchut: (Regno) è la quarta e ultima fase dello sviluppo del desiderio di ricevere.

Mitzvah: (precetto, plurale Mitzvot), comandamento. Ogni atto che mi avvicina alla realtà dell’anima di Adam HaRishon. E’ la correzione del cuore.

Mondo spirituale: realtà che è fuori dal nostro mondo e dalla nostra natura.

Nazioni del mondo: sono tutti i desideri comuni.

Neshamà: è l’anima in ebraico.

Olam: significa mondo e deriva dalla parola Alamà (occultamento).

Parlante: è l’Adamo che è in noi, il punto nel cuore

Partzuf: Struttura spirituale che consiste in dieci Sefirot.

Pitcha: in ebraico significa prefazione. E’ l’introduzione alla struttura dei mondi superiori.

Punto nel cuore: un desiderio nuovo per la spiritualità, desiderio di dare.

Rabash: Abbreviazione del Rav Baruch Shalom, nome completo Baruch Shalom HaLevi Ashlag  (1906 – 1991), l’autore del libro “ Shlavey Sulam” (“ I gradini della scala” in ebraico) – una descrizione dettagliata dell’ascesa dell’uomo al mondo Spirituale.

Rashbi: Rabbi Shimon Bar Yochai, l’autore dello Zohar (III sec. A. C. ).

Radice: è il conseguimento finale dei kabbalisti, la sorgente di tutti i conseguimenti. La dazione, il desiderio di dare.

Ramo: è il desiderio di ricevere.

Rosh: è il capo, la testa del Partzuf, dove ci sono le intenzioni.

Santità: (Kedushà) deriva dalla parola Kadosh (distinto e separato dall’ego).

Sefira: (plurale Sefirot) è l’ego corretto ad un certo livello, in un certo modo. Quindi, risplende ed è chiamato Sefirot (che viene dal termine ebraico “sapphire”) luminoso.

Spiritualità: la forza della dazione

Torah: significa luce (dalla parola Horaa che significa “Insegnamenti”, o dalla parola Ohr “Luce”). E’ un testo che esprime le correzioni che bisogna fare nel desiderio di ricevere.

Yud Hey Vav Hey: è il Tetragramma, il nome del Borè. È l’algoritmo, il calco di tutta la creazione.

Zeir Anpin: (Piccolo Volto) è la fase 3 della creazione, ricevere al fine di dare, è una struttura spirituale già realizzata ma in forma piccola, non consapevole.

Zohar: libro dello splendore. E’ un testo fondamentale per la saggezza della Kabbalah, scritto da 10 kabbalisti che hanno conseguito pienamente questa saggezza.

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