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Le Melodie del Baal HaSulam

Il Baal HaSulam, il più grande Kabbalista del 20esimo secolo, scrisse canzoni e compose melodie come espressioni delle proprie realizzazioni spirituali. La sua musica ci arriva direttamente dai Mondi Spirituali, ed ha una profonda connessione emotiva con le ascese e le cadute che un Kabbalista vive nella sua entrata in contatto con la spiritualità. Molte delle sue melodie sono composte da selezioni di testi Kabbalistici, come Bnei Heichala (parole dell’Ari), Ki Chilatzta Nafshi (parole da molti attribuite al Re Davide; da altri alla corte del Re Davide), Tzadik ke Tamar Ifràkh, Khassal Seder Pesach, LeHagid ba Boker Khasdekha, e Kel Mistater.

Il Baal HaSulam volle che i suoi studenti cantassero melodie Kabbalistiche, piuttosto che altre melodie che la gente canta abitualmente. Prese dunque alcune melodie del suo maestro, il Rav Admor da Pursov, altre le creò lui stesso, e le insegnò ai propri studenti.

 

Fondamentalmente ci sono due stadi in ogni canzone. Uno è lo stadio del Klì, dell’anima sulla quale l’uomo ha lavorato, quella che ha corretto, e poi ha realizzato delizia ed eccitazione; e ora, è da questo stato di grazia che egli canta.

Questo è il motivo per cui nel brano Tzadik ka Tamar Ifràkh  c’è la sensazione dello stato precedente, nel quale all’uomo mancava la realizzazione, egli soffriva e cercava, e poi raggiunse lo stato nel quale sa che questo avrebbe dovuto accadere così, poiché il giusto arriva eventualmente a giustificare l’intero processo attraversato.

Così, l’estasi proviene dal percorso passato da lui, essendo nelle estreme opposizioni e percependosi molto distante dal Creatore; ma ora che sta entrando nel palazzo del Re, il Mondo Superiore, allora tale sensazione si irrompe dal suo stato
attuale sotto forma di melodia che emana dal cuore di questa estasi che lo colma.

Questa sensazione comprende due diversi stadi: quel suo stato precedente ed estremamente distante, nel quale sembra irrimediabilmente lontano dal Supremo, e lo stato presente, quando ha raggiunto l’adesione con Lui.

In sostanza, questa melodia è speciale proprio perchè l’oggetto della gratitudine non è lo stato attuale dell’uomo. Piuttosto, lui è grato per essere capace di essere giusto, altrimenti detto per essere in grado di giustificare il Creatore per tutto quello che gli era successo lungo il suo cammino. Ora egli vede la casualità e la necessità pressante di tutti gli stadi che egli ha vissuto. Egli capisce che furono tutti preparati per lui da lassù, in modo da fargli realizzare questo livello elevato.




Qual è il legame tra la Musica e la Kabbalah?

La Musica e la Kabbalah… Qual è il legame tra di loro? Tutti hanno una concezione di quello che è la musica, ma sono pochi quelli che sanno che cos’è la Kabbalah.

L’essenza della Kabbalah è avvolta dal mistero, ma c’è sempre stato interesse per la Kabbalah. Secondo le leggende, uno che conosce la Kabbalah e domina i suoi segreti è capace di controllare il nostro mondo ed i Mondi Spirituali che influiscono  il nostro mondo, potendo scoprire il suo passato, presente e futuro.

La Kabbalah è la scienza della struttura del universo, le leggi inerenti allo sviluppo dei Mondi Spirituali e il nostro mondo, e le leggi dello scopo dell’uomo.

La Kabbalah è la scienza dell’effetto dei desideri umani nel mondo circostante.

Tutti i testi Kabbalistici sono scritti nel linguaggio dei sentimenti e desideri.  Questo linguaggio è unico e strettamente scientifico, con l’utilizzo dei grafici, formule e diagrammi. Ci spiega come alterare i nostri desideri in modo di modificare intenzionalmente il mondo intero.  Attraverso questi grafici e schemi, la Kabbalah descrive i nostri sentimenti, l’anima delle persone.  Anche la musica parla ad una persona in un linguaggio di sentimenti ed emozioni ed in questo senso è vicino alla Kabbalah.

Cos’è la musica? È un’emozione catturata nel suo sviluppo.  Solamente la musica può liberare il processo di trasformare i sentimenti attraverso il tempo.  È per questo che, per quelli che ancora non hanno percepito il Mondo Spirituale, la musica Kabbalistica proporziona una certa analogia all’idea di spiritualità che viene sentita da un Kabbalista.

Più sono evoluti i sentimenti di una persona, maggiore sarà la gioia in quello che ascolta.  Nella musica, una persona sensibile è capace di aprire un mondo intero per se stessa, passando diversi stati emotivi dalla beatitudine alla tragedia.  E più uno sviluppa i propri sentimenti, più complessi saranno i sentimenti che la musica trasmetterà.

Nella stessa maniera, una persona che studia la Kabbalah coltiva gli strumenti interiori appropriati per la comprensione della spiritualità, attraverso i quali la spiritualità può essere percepita.  Così come un musicista leggendo le note di uno spartito può sentire la musica nelle proprie sensazioni interne, un Kabbalista è capace di sentire un Mondo Spirituale leggendo testi Kabbalistici.

La prima sensazione spirituale che uno sente quando la spiritualità è rivelata è il ringraziamento verso il Creatore.  Uno inizia a sentire questo potere superiore e questo lo porta  da una esistenza che finisce con la morte, verso un mondo infinito, impeccabile di assoluta consapevolezza e perfezione.  Questa è la sensazione che Rav Baruch Ashlag (Rabash) ha trasmesso attraverso la sua musica alle parole del salmo:

Ti ringrazio per salvare la mia anima dalla morte
I miei occhi dalle lacrime
I miei piedi di entrare nell’inferno.

I grandi Kabbalisti che hanno scritto i libri sacri descrivono i segreti dell’universo, e abbiamo anche il privilegio delle melodie create dai grandi Kabbalisti Yehuda Ashalag e di suo figlio Baruch Ashlag.  Attraverso il linguaggio dei sentimenti, le loro melodie trasmettono sensazioni spirituali ed informazioni.

Rav Yehuda Ashlag raggiunse tutti i segreti dell’universo e li descrisse nelle sue composizioni, ilSulam (Scala) Commentario dello Zohar, Talmud Eser Sefirot (Lo studio delle dieci Sefirot)… e li accompagnò con le sue melodie.

La posizione esistenziale dell’anima nel Mondo Spirituale fa riferimento alla sua radice.  Le radici delle anime sono diverse tra di loro.  Le anime scendono in questo mondo e s’incarnano nei corpi.  Dato che le anime sono diverse tra di loro, gli obiettivi che ogni anima deve compiere in questo mondo sono anche questi diversi per ogni anima.  È per questo che il corpo non è altro che un meccanismo per portare a termine il piano dello sviluppo.

La persona inizia a sentire un’attrazione verso la spiritualità, lotta per arrivare alla sua radice, con il desiderio di raggiungere lo scopo immediatamente, essere capace di percepire tutti i mondi oggi, mentre si è in vita in questo mondo.La musica Kabbalistica svela e sviluppa il potenziale spirituale di una persona.

Le melodie Kabbalistiche non sono oggetto di una tipica analisi musicale. Dal punto di vista di un musicista classico, queste melodie possono apparire banali nella loro struttura e linguaggio musicale.

Nonostante ciò, le persone con l’inclinazione all’ascesa delle loro anime in questa vita, che desiderano raggiungere il Mondo Superiore e l’intero universo, percepiscono in questa musica qualcosa che li richiama verso l’inesplorato.

Noi non sappiamo com’è strutturata la nostra comprensione musicale. Perché percepiamo le corde maggiori in un tono sia emotivamente che sensibilmente diverso da quelle minori?  Perché sentiamo i maggiori come qualcosa di più brillante, più aperto e più allegro di quelli minori?  Molti musicisti con un perfetto orecchio musicale vedono colori nelle note, corde e toni.  Nessuno sa perché questo succeda e come quelle associazioni di colore, suono, gusto e sensazioni appaiono dentro di noi.  Nessuno sa come sono fatte le strutture dei nostri ricettori, che percepiscono informazione assolutamente immateriale.

I Kabbalisti, comunque, capiscono come questi dispositivi lavorano al nostro interno, perché loro conoscono le strutture delle anime.  Pertanto, i Kabbalisti possono inserire informazione spirituale all’interno dei suoni.  È per questo che la musica Kabbalistica è un mezzo per immettere nel mondo interiore di una persona, informazione su tutto quello che lo circonda.

La musica del nostro mondo è collegata alle questioni personali, sensazioni terrene ed emozioni dei compositori.  I compositori hanno sempre aspirato ad esprimere i concetti della creazione in musica; comunque questi tentativi non sono mai andati al di là di una mera congettura o sentimento personale.

Solamente le melodie scritte dai Kabbalisti sono capaci di permetterci di entrare nelle sensazioni di eternità, sensazioni del movimento dell’anima, spingendoci a una comprensione della nostra essenza come una parte dell’universo eterno di ognuno.

La musica Kabbalistica è scritta da grandi Kabbalisti come un’espressione delle loro sensazioni spirituali. Questo è conformemente situato ad un alto livello spirituale.

Una sensazione spirituale non può essere dimenticata. Quello che si è suonato e sentito per una volta può essere ripetuto in qualsiasi momento.  Questo sentimento può essere manipolato più tardi, creando delle sfumature raffinate di emozioni.  In ogni melodia esiste un sentimento diverso, ognuno di essi corrisponde a un determinato stato spirituale.  Considerando l’elevato livello del compositore, ogni melodia parla dell’etereo, mentre ci innalza attraverso il Mondo Spirituale – all’eternità e perfezione.

GLOSSARIO semplificato

dei termini studiati al corso

600.000 anime: frammenti dell’unica creazione, dell’anima generale chiamata “Adamo”. E’ una qualità della connessione.

Adam HaRishon: (Adamo) l’anima creata in principio prima della frammentazione. E’ la prima struttura che ha il desiderio di assomigliare al Borè.

Anima: La creatura, il desiderio originale che è stato creato.

Ari: L’abbreviazione di Ashkenazi Rav Yitzhak, il nome completo è Yitzhak Luria Ashkenazi (1534 – 1572). Il fondatore della Scuola Lurianica di Kabbalah, il metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore (XVI sec.).

Baal HaSulam: Il secondo nome di Yehuda Leib HaLevi Ashlag (1884 – 1954). L’autore del metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore, l’autore del commentario dello Zohar e tutti i lavori di Ari.

Binà:  la fase 2 della creazione, proprietà di dazione nella creazione.

Borè: significa Creatore e deriva dall’ebraico Bo-re (vieni e vedi-verifica).  Non è qualcosa di cui avere fede, è la forza dell’amore e della dazione.

Chochmà: (Saggezza) è la fase 1 della creazione.

Corpo: (Guf) sono i desideri che eseguono le intenzioni del Rosh del Parzuf.

Correzione: (Tikkun) cambiare l’intenzione del desiderio di ricevere per modificare la percezione della realtà.

Creatura: deriva dalla parola ebraica Nivrà che vuol dire fuori dal grado, cioè che non ha ancora conseguito la realtà spirituale.

Desiderio: il motore sia della vita biologica sia della vita spirituale.

Divinità: desiderio speciale di conseguire la Fonte di tutta la vita.

Egitto: desiderio di ricevere egoistico.

Ein Od Milvado: significa non esiste nulla tranne Lui.

Incarnazione: ciclo che fa l’anima in ogni gradino spirituale, anche nella stessa vita.

Israele: combinazione di 2 parole Yashar-El e significa dritto al Borè. Coloro che hanno il desiderio di conseguire la dazione si chiamano Israele.

Kabbalah: saggezza della ricezione del bene.

Keter: (Corona) detta fase radice, fase zero. E’ l’essenza del Divino, della dazione e dell’amore.

Kli: vaso, desiderio (plurale Kelim).

Luce: il piacere, il conseguimento del desiderio di dare.

Malchut: (Regno) è la quarta e ultima fase dello sviluppo del desiderio di ricevere.

Mitzvah: (precetto, plurale Mitzvot), comandamento. Ogni atto che mi avvicina alla realtà dell’anima di Adam HaRishon. E’ la correzione del cuore.

Mondo spirituale: realtà che è fuori dal nostro mondo e dalla nostra natura.

Nazioni del mondo: sono tutti i desideri comuni.

Neshamà: è l’anima in ebraico.

Olam: significa mondo e deriva dalla parola Alamà (occultamento).

Parlante: è l’Adamo che è in noi, il punto nel cuore

Partzuf: Struttura spirituale che consiste in dieci Sefirot.

Pitcha: in ebraico significa prefazione. E’ l’introduzione alla struttura dei mondi superiori.

Punto nel cuore: un desiderio nuovo per la spiritualità, desiderio di dare.

Rabash: Abbreviazione del Rav Baruch Shalom, nome completo Baruch Shalom HaLevi Ashlag  (1906 – 1991), l’autore del libro “ Shlavey Sulam” (“ I gradini della scala” in ebraico) – una descrizione dettagliata dell’ascesa dell’uomo al mondo Spirituale.

Rashbi: Rabbi Shimon Bar Yochai, l’autore dello Zohar (III sec. A. C. ).

Radice: è il conseguimento finale dei kabbalisti, la sorgente di tutti i conseguimenti. La dazione, il desiderio di dare.

Ramo: è il desiderio di ricevere.

Rosh: è il capo, la testa del Partzuf, dove ci sono le intenzioni.

Santità: (Kedushà) deriva dalla parola Kadosh (distinto e separato dall’ego).

Sefira: (plurale Sefirot) è l’ego corretto ad un certo livello, in un certo modo. Quindi, risplende ed è chiamato Sefirot (che viene dal termine ebraico “sapphire”) luminoso.

Spiritualità: la forza della dazione

Torah: significa luce (dalla parola Horaa che significa “Insegnamenti”, o dalla parola Ohr “Luce”). E’ un testo che esprime le correzioni che bisogna fare nel desiderio di ricevere.

Yud Hey Vav Hey: è il Tetragramma, il nome del Borè. È l’algoritmo, il calco di tutta la creazione.

Zeir Anpin: (Piccolo Volto) è la fase 3 della creazione, ricevere al fine di dare, è una struttura spirituale già realizzata ma in forma piccola, non consapevole.

Zohar: libro dello splendore. E’ un testo fondamentale per la saggezza della Kabbalah, scritto da 10 kabbalisti che hanno conseguito pienamente questa saggezza.

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