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La Pace nel Mondo (KFS)

INDICE


Misericordia e verità si sono incontrate; giustizia e pace si sono baciate. La verità germoglia dalla terra; e la giustizia guarda dal cielo. Certo, il Signore elargirà ogni bene; e la nostra terra darà il suo frutto.

Salmo 85

 

QUALUNQUE COSA NON VA VALUTATA IN BASE A COME APPARE IN UN PRECISO MOMENTO, MA IN BASE ALLA MISURA DEL SUO SVILUPPO

Ogni cosa che esiste nella realtà, buona e cattiva, anche la più dannosa per il mondo, ha il diritto di esistere e non dovrebbe essere sradicata dal mondo e distrutta. Noi dobbiamo solo aggiustarla e correggerla, perché qualunque osservazione del lavoro della Creazione è sufficiente per insegnarci la grandezza e la perfezione del suo Conduttore e Creatore. Perciò, dobbiamo comprendere e fare molta attenzione quando imputiamo un difetto a qualche elemento della Creazione, dicendo che è superfluo ed inutile, perché sarebbe come infamare il suo Conduttore.

È conoscenza comune che il Creatore non completò la Creazione nel momento in cui la creò. E noi possiamo vedere che ogni aspetto della realtà, sia generale che particolare, che rispetta le leggi dello sviluppo graduale, dall’assenza al completamento della crescita. Per questa ragione, il gusto amaro di un frutto all’inizio della sua crescita, non lo si considera come un difetto del frutto, poiché tutti noi ne conosciamo la ragione: il frutto non ha ancora completato il suo sviluppo.

E lo stesso succede con tutti gli elementi della realtà: quando un elemento ci appare cattivo o dannoso, non si tratta che di una auto-valutazione di questo elemento, il quale si trova ancora in una fase di transizione, che è il processo del suo sviluppo. Quindi, noi non possiamo stabilire che sia cattivo e non è saggio da parte nostra imputargli un difetto.

 

LA DEBOLEZZA DEI “RIFORMATORI DEL MONDO”

Questa è la chiave per comprendere la debolezza dei riformatori del mondo nel corso delle generazioni. Essi consideravano l’uomo come una macchina che non funziona nel modo corretto e che ha bisogno di essere aggiustata, nel senso di eliminare le parti danneggiate e di sostituirle con quelle giuste.

E questa è la tendenza di tutti i riformatori del mondo: sradicare ogni danno e ogni male nella specie umana… ed è vero che, se il Creatore non si fosse posto contro di loro, ora essi avrebbero di certo ripulito l’uomo completamente, lasciando vivere soltanto ciò che è bene ed utile.

Ma poiché il Creatore sorveglia meticolosamente tutti gli elementi della Sua Creazione, non permettendo a nessuno di distruggere una singola cosa del suo dominio, ma solo di correggerla per renderla buona e utile, tutti i riformatori del tipo sopra esposto scompariranno dalla faccia della terra, mentre l’inclinazione al male non scomparirà. Essi continueranno a contare i livelli che dovranno ancora attraversare fino alla loro completa maturazione.

In quel momento, le stesse qualità negative si trasformeranno in qualità positive ed utili, come il Creatore aveva inizialmente inteso che fossero, come il frutto sull’albero che se ne sta lì, aspetta e conta i giorni e i mesi che deve ancora aspettare prima della sua maturazione completa, ed in quel momento il suo sapore e la sua dolcezza saranno evidenti per tutti.

 

RICOMPENSATO: IO LO AFFRETTERÒ, NON RICOMPENSATO: A SUO TEMPO

Dobbiamo sapere che la sopra menzionata legge dello sviluppo, che è diffusa in tutta la realtà, garantisce la trasformazione di tutto il male in azioni positive e utili attraverso il Governo dei Cieli in Alto, nel senso che non serve chiedere il permesso agli uomini che abitano la terra. Però, il Creatore ha posto la conoscenza e l’autorità nelle mani dell’uomo e gli ha permesso di accettare la sopra menzionata legge dello sviluppo sotto la sua autorità ed il suo governo, e gli ha donato la capacità di accelerare il processo di sviluppo come preferisce, apertamente e del tutto indipendente dai confini del tempo.

Ne consegue che qui abbiamo due autorità che agiscono nella sopra indicata condotta dello sviluppo: una è l’autorità del Cielo, la quale sicuramente trasformerà tutto ciò che è dannoso e negativo in positivo e utile, ma questo avverrà a tempo debito, con il proprio modo e le proprie modalità problematiche e dopo molto tempo. E poi esiste l’autorità della terra. E quando “l’oggetto in evoluzione” è un essere vivente, esso soffre dei tormenti orribili mentre si trova sotto “la pressione dello sviluppo”, una pressione che si apre la propria strada brutalmente.

Invece, “l’autorità della terra” è composta di uomini che hanno preso la sopra menzionata legge dello sviluppo sotto il proprio governo, e costoro possono liberarsi completamente dalle catene del tempo e accelerare grandemente i tempi del completamento della maturazione e della correzione dell’oggetto, la qual cosa è la fine del suo sviluppo.

Queste sono le parole che i nostri saggi hanno detto (Sanhedrin 98) sulla redenzione totale e la correzione totale di Israele. E perciò essi hanno chiarito il versetto “Io, l’Eterno, affretterò le cose a suo tempo” (Isaia 60:22): Ricompensato: Io lo affretterò; non ricompensato: a suo tempo.

Quindi, se Israele saranno ricompensati e prenderanno la legge dello sviluppo, a cui le loro cattive qualità dovranno sottostare per trasformarsi in qualità positive, essi la porteranno sotto il loro governo. In altre parole, essi disporranno le loro menti ed i loro cuori a correggere tutte le qualità negative che ci sono in loro e le trasformeranno da soli in qualità positive. Allora, “Io lo affretterò”, nel senso che essi saranno completamente liberati dalle catene del tempo. E da questo momento in poi, questa conclusione dipende dalla loro volontà; cioè, solamente dalla grandezza dell’azione e della consapevolezza. In questo modo, essi accelerano la conclusione.

Ma se essi non saranno ricompensati con lo sviluppo delle loro qualità negative sotto la loro stessa autorità, ma saranno lasciati sotto l’Autorità del Cielo, è sicuro che anche loro conseguiranno la fine della loro redenzione e la fine della loro correzione. Questo avviene perché c’è assoluta certezza nel Governo del Cielo, che funziona in base alla legge dello sviluppo graduale, livello dopo livello, fino a quando non trasformerà ogni male e ogni negatività in bene e positività, come il frutto sull’albero. La conclusione è garantita, ma a suo tempo, nel senso che è completamente connessa e dipendente dal tempo.

In base a questa legge del graduale sviluppo, l’uomo deve attraversare molti livelli, che tendono ad essere pesanti, molto lenti ed eccessivamente lunghi, e si allungano su un periodo di tempo lunghissimo prima che un uomo raggiunga la conclusione. E poiché gli oggetti di cui stiamo parlando sono gli esseri viventi, che si sviluppano e che percepiscono, anche loro devono patire grande agonia e grandi sofferenze in queste fasi di sviluppo, poiché la forza irresistibile, che esiste in questi livelli per elevare l’uomo dal livello più basso a quello Superiore, non è altro che una forza di dolore e di tormento che spinge e che si è accumulata al livello inferiore in modo da non potere essere più tollerata. A causa di tutto questo, noi dobbiamo lasciare questo livello ed elevarci a quello Superiore. È come hanno detto i nostri saggi: “Il Creatore pone su di loro un re le cui sentenze sono severe come quelle di Haman, ed Israele si pentono e si correggono”.

Perciò, è certo che la conclusione arriverà ad Israele per mezzo della sopra menzionata legge dello sviluppo graduale, ed essa è chiamata “a suo tempo”, ovvero, legata alle catene del tempo. E la conclusione garantita di Israele, per mezzo dello sviluppo delle loro qualità che sono poste sotto la loro stessa autorità, è chiamata “Io lo affretterò”, nel senso che sarà del tutto indipendente dal tempo.

 

IL BENE ED IL MALE SONO VALUTATI ATTRAVERSO LE AZIONI DELL’INDIVIDUO NEI CONFRONTI DELLA SOCIETÀ

Prima di esaminare la correzione del male della specie umana, dobbiamo per prima cosa determinare il valore di questi termini astratti: “bene” e “male”. Quando definiamo un’azione o una qualità come buona o cattiva, dovremmo chiarire chi trarrà beneficio da questa azione o da questa qualità.

Per comprenderlo, dobbiamo conoscere a fondo il valore proporzionale tra l’individuo e la collettività, tra l’individuo e la collettività in cui egli vive e nella quale si nutre, sia nel corpo che nello spirito.

La realtà ci mostra che un individuo isolato non ha alcun diritto di vivere senza avere intorno un numero minimo di persone che lo servano e lo aiutino a provvedere ai suoi bisogni. Quindi, un individuo nasce per iniziare a condurre una vita sociale. Ed ogni singolo individuo della società è come un ingranaggio collegato a molti altri ingranaggi posti in una macchina. E questo singolo ingranaggio non ha alcuna libertà di movimento di per se stesso, ma procede con il movimento di tutti gli altri ingranaggi in una certa direzione, per rendere idonea la macchina a compiere il suo ruolo generale.

E se c’è qualche guasto nell’ingranaggio, il guasto non è valutato secondo l’ingranaggio in se stesso, ma secondo il servizio ed il ruolo che presta rispetto alla macchina nel suo complesso.

E riguardo al nostro tema, il vantaggio di ogni singola persona all’interno della sua collettività non è valutato in base alla sua bontà, ma in base al servizio che rende al pubblico. E, viceversa, noi stimiamo la qualità del male di ogni singolo individuo solamente in base al danno che infligge al pubblico in generale, e non in base al valore personale dell’individuo.

Queste cose sono cristalline sia dalla prospettiva della verità che c’è in loro, che da quelle del buono che c’è in loro. Questo avviene perché ciò che si trova nella collettività è solamente ciò che si trova nell’individuo. Ed il beneficio della collettività è il beneficio di ogni singolo individuo: chi danneggia la collettività si carica della sua parte nel danno, e chi avvantaggia la collettività si prende la sua parte nel vantaggio, poiché gli individui fanno parte dell’insieme, e l’insieme, in nessun modo, vale di più della somma dei suoi individui.

Ne consegue, perciò, che la collettività e l’individuo sono la stessa unica cosa. E l’individuo non è danneggiato a causa della sua schiavitù alla collettività, poiché anche la libertà della collettività e quella dell’individuo sono la stessa unica cosa. E così come condividono il bene, così condividono anche la libertà.

Perciò, le buone e le cattive qualità, le buone e le cattive azioni sono valutate solamente in base al beneficio del pubblico.

Naturalmente, le parole di cui sopra si applicano se tutti gli individui compiono al massimo il loro ruolo nei confronti del pubblico e non ricevono più di quello che meritano, e non prendono una parte più grande di quella dei loro amici. Ma se alcuni individui della collettività non si comportano di conseguenza, ne consegue che essi procurano un danno non solo alla collettività, ma anche a loro stessi.

Non dovremmo discutere oltre qualcosa che tutti conoscono, e quanto detto sopra è solo per mostrare l’inconveniente, il punto che ha bisogno di correzione, e cioè che ogni singolo individuo comprenderà che il suo beneficio personale ed il beneficio della collettività sono un’unica cosa. In questo modo, il mondo arriverà alla sua piena correzione.

 

LE QUATTRO QUALITÀ: MISERICORDIA, VERITÀ, GIUSTIZIA E PACE, NELL’INDIVIDUO E NELLA COLLETTIVITÀ

Una volta arrivati a conoscere molto bene la desiderata qualità del bene, dovremmo esaminare le cose ed i mezzi che abbiamo a nostra disposizione per accelerare questa delizia e questa felicità.

Per raggiungere questo scopo vengono fornite quattro qualità: misericordia, verità, giustizia e pace. Queste qualità sono state utilizzate finora da tutti i riformatori del mondo. È più corretto dire che è con queste quattro qualità che lo sviluppo umano è progredito finora attraverso il governo del Cielo, con un percorso graduale, fino a portare l’umanità al suo stato attuale.

È stato già scritto che sarebbe meglio se prendessimo nelle nostre mani e governo la legge dello sviluppo, perché allora ci sbarazzeremmo di ogni tormento che la storia dello sviluppo ha in serbo per noi da questo momento in avanti. Perciò, dovremmo analizzare e verificare queste quattro qualità per comprendere a fondo ciò che ci è stato dato finora e con esse sapremo quale aiuto dovremmo sperare di ottenere da loro in futuro.

 

LE DIFFICOLTÀ PRATICHE NEL DETERMINARE LA VERITÀ

Quando discutiamo delle qualità positive, è certo che in teoria non ci sia una qualità migliore della verità. Questo perché tutto il bene che abbiamo definito prima nel rapporto tra l’individuo e la collettività si ha quando l’individuo dona e compie pienamente la sua parte nei confronti della collettività, e prende anche la sua parte dalla collettività legittimamente ed onestamente. Tutto questo non è altro che la verità, ma l’inconveniente è che in sostanza, la collettività non accetta affatto questa qualità. Perciò, la difficoltà pratica della sopra menzionata verità si prova da se stessa: esiste qualche lato svantaggioso ed una motivazione che la rende inaccettabile dalla collettività. E noi dobbiamo esaminare che cos’è questo inconveniente.

Quando esaminate attentamente la sopra menzionata verità dalla prospettiva della sua attuabilità pratica, la troverete necessariamente vaga e complicata, impossibile da sottoporre all’esame dell’occhio umano. Cioè, la verità ha bisogno che tutti gli individui della collettività siano posti in una posizione di eguaglianza, in modo che ognuno riceva la propria parte in base al proprio lavoro, niente di più, niente di meno. E questa è l’unica vera base, della quale non si può dubitare, poiché è sicuro che chiunque desideri godere del lavoro del suo amico agisce contro la sopra menzionata motivazione e chiara verità.

Ma come crediamo di poter analizzare questa verità in un modo che sia accettabile per la collettività? Per esempio, se valutassimo qualcosa in base al suo apparente lavoro, cioè in base al numero di ore, e costringessimo ogni singolo individuo a lavorare lo stesso numero di ore, non scopriremmo comunque la qualità della verità.

Inoltre, qui c’è un’evidente bugia per due ragioni: la prima riguarda la parte fisica del lavoratore e la seconda riguarda la sua parte mentale.

La ragione è che, per natura, la forza di lavorare non è uguale per tutte le persone. Una persona si impegna nella società con un’ora di lavoro, a causa della sua debolezza, in modo maggiore rispetto ad un suo amico che lavora due ore o più.

E qui esiste anche una questione fisiologica, perché colui che è molto pigro per natura si esaurisce con un’ora di lavoro, più di quanto non succeda ad un suo amico che lavora due ore o più. E in base alla prospettiva della verità evidente, noi non dovremmo costringere una parte della società a lavorare più di un’altra parte per appagare i bisogni delle loro vite. Infatti, coloro che nella società sono per loro natura forti e svegli si avvantaggiano del lavoro degli altri e li sfruttano maliziosamente contro la qualità della verità, poiché essi lavorano molto poco rispetto a coloro che nella società sono deboli e pigri.

E se consideriamo anche la legge naturale “Seguire la maggioranza”, allora una verità che prende il numero di ore di lavoro apparente come base è completamente inattuabile, poiché il debole ed il pigro saranno sempre l’ampia maggioranza della società, e non permetteranno allo sveglio e al forte, che sono la minoranza, di sfruttare la loro forza ed il loro impegno. Perciò, vedete che la base sopra menzionata, che è il lavoro dell’individuo sulla condizione della verità evidente, e con essa la maggioranza della società, è completamente inattuabile, poiché non può essere esaminata e valutata in nessun modo.

Perciò vedete che la qualità della verità non ha la capacità pratica di organizzare il percorso dell’individuo e quello della collettività in modo completo e soddisfacente. Inoltre, è del tutto insufficiente per organizzare la vita alla fine della correzione del mondo.

Inoltre, ci sono anche delle difficoltà più grandi a questo punto, perché non c’è verità più chiara della natura stessa. Ed è naturale che ogni singolo individuo si percepisca come il solo dominatore nel mondo del Creatore e che tutti gli altri siano stati creati solamente per rendere migliore e più facile la sua vita, il che non gli fa sentire assolutamente alcun obbligo di restituire qualcosa.

E in parole semplici diremo che la natura di ogni singolo uomo è quella di sfruttare la vita degli altri uomini del mondo per il suo vantaggio. E tutto ciò che dona all’altro è solamente per necessità; e anche in questo caso vi è uno sfruttamento dell’altro, ma è fatto astutamente, in modo che il suo amico non se ne accorga e conceda spontaneamente.

La ragione di questo è che la natura di ogni singolo ramo è vicina alla sua radice. E poiché l’anima dell’uomo si estende dal Creatore, che è il Solo ed Unico, ed ogni cosa è Sua, quindi l’uomo, che si estende da Lui, sente che tutti gli uomini del mondo dovrebbero stare sotto il suo dominio e al suo uso personale. E questa è una legge inviolabile. L’unica differenza sta nella scelta dell’uomo: l’uomo sceglie di sfruttare gli altri uomini ottenendo i desideri inferiori; un altro uomo ottenendo il dominio; mentre un terzo uomo ottenendo il rispetto. Inoltre, se un uomo lo potesse fare senza molti sforzi, sarebbe d’accordo a sfruttare il mondo per tutti e tre i conseguimenti insieme: ricchezza, dominio e rispetto. Tuttavia, egli è obbligato a scegliere in base alle sue possibilità e alle sue capacità.

Questa legge può essere chiamata “la legge della singolarità nel cuore dell’uomo”. Nessun uomo le sfugge, ed ogni singolo uomo prende la propria parte in questa legge: il grande in base alla sua misura e il piccolo in base alla sua misura.

Perciò, la suddetta legge della singolarità presente nella natura di ogni uomo non può essere né condannata né lodata, poiché è una realtà naturale e ha diritto di esistere come tutte le parti della realtà. E non c’è possibilità di sradicarla dal mondo e nemmeno di ridimensionarne un pochino la sua forma, proprio come non c’è possibilità di sradicare l’intera specie umana dalla faccia della terra. Perciò, non staremmo affatto mentendo se dicessimo che questa legge è l’assoluta verità.

E poiché è senza dubbio così, come possiamo anche provare ad alleviare la mente di un uomo promettendogli l’uguaglianza con tutti gli uomini della collettività? Poiché niente è più lontano di questo dalla natura umana, visto che la sola inclinazione di ogni uomo è di elevarsi più in alto, al di sopra di tutta la collettività.

Quindi, abbiamo chiarito a fondo che non esiste la reale possibilità di portare azioni positive e gioiose nella vita di un uomo e in quella degli uomini della collettività seguendo la qualità della verità in modo da alleviare la mente di ogni singolo individuo, così che ogni singolo individuo possa essere completamente d’accordo, come invece dovrà essere alla fine della correzione.

 

IN ASSENZA DELLA CAPACITÀ DI STABILIRE LA QUALITÀ DELLA VERITÀ, ESSI PROVARONO A STABILIRE DELLE NOBILI QUALITÀ

Adesso consideriamo le restanti tre qualità: misericordia, giustizia e pace. Per incominciare, sembra che siano state create solamente per fare da sostegno nel nostro mondo alla debole qualità della verità. E qui è dove lo sviluppo della storia iniziò a salire lungo i lenti e faticosi livelli del suo progresso verso l’organizzazione delle vite della collettività.

In teoria, tutti furono spontaneamente d’accordo a prendersi l’impegno di non deviare in nessun modo dalla verità. Ma di fatto, essi si comportarono in modo assolutamente contrario alla verità. E da allora, il destino della verità è sempre stato nelle mani dei più disonesti e non è mai stato nelle mani del debole e del giusto, così che hanno potuto, in qualche modo, anche essere aiutati dalla qualità della verità.

Quando gli uomini non riuscirono a porre la qualità della verità nella vita della collettività, gli sfruttati ed i deboli aumentarono all’interno della società, e da qui emersero le qualità della misericordia e della giustizia e attuarono le loro azioni nella condotta della società, poiché l’esistenza dell’intera società costrinse coloro che avevano avuto successo a sostenere il debole, in modo da non danneggiare la società in generale. Perciò, essi si comportarono con loro con indulgenza, cioè con misericordia e carità.

Ma è del tutto naturale che a queste condizioni il debole e lo sfruttato proliferino, fino a quando non raggiungono un numero sufficiente per protestare contro colui che ha avuto successo, e iniziano a litigare e combattere. E da qui emerse la qualità della “pace” nel mondo. Perciò, tutte queste qualità (misericordia, carità, e pace) emersero e nacquero dalla debolezza della verità.

Questo è ciò che fece in modo che la società si dividesse in gruppi sociali. Alcuni adottarono le qualità della misericordia e della carità, donando i loro possedimenti agli altri, altri adottarono la qualità della verità, ovvero: “Ciò che è mio è mio e ciò che è tuo è tuo”.

In parole più semplici, possiamo dividere i due gruppi sociali in “costruttori” e “distruttori”. I costruttori sono coloro che vogliono la costruzione, il bene della collettività, per il quale sono spesso disposti a dare ciò che possiedono agli altri. Mentre coloro che sono portati in modo naturale alla distruzione e allo sperpero sono stati molto più a loro agio ad attaccarsi alla qualità della verità, nel senso di “Ciò che è mio è mio e ciò che è tuo è tuo”, per il loro guadagno, e non arriverebbero mai a cedere nulla dei loro possedimenti agli altri, senza aver prima preso in considerazione di mettere a repentaglio il benessere della collettività, poiché, per loro natura, essi sono dei distruttori.

 

SPERANZE DI PACE

Una volta che queste condizioni procurarono alla società molti conflitti e misero a rischio il benessere della società, i “costruttori di pace” apparvero nella società. Essi assunsero il controllo ed il potere e rinnovarono la vita sociale basandola su nuove condizioni, che loro consideravano vere, per essere sufficienti a garantire la pacifica esistenza della società.

Tuttavia, la maggioranza di questi costruttori di pace, che spuntano dopo ogni conflitto, provengono naturalmente dai distruttori, cioè da coloro che cercano la verità attraverso la via di “Ciò che è mio è mio e ciò che è tuo è tuo”. Questo perché essi sono gli uomini più potenti e coraggiosi della società, chiamati “eroi”, in quanto sono sempre disposti a rinunciare alla loro stessa vita e alla vita di tutta la collettività, se la collettività non è d’accordo con le loro opinioni.

Ma i costruttori della società, che sono gli uomini di misericordia e carità, che si prendono cura della loro stessa vita e della vita della collettività, rifiutano di mettere a rischio se stessi o gli altri uomini per imporre la loro opinione alla collettività. Dunque, essi sono sempre dalla parte dei deboli della società, chiamati i “deboli” e i “codardi”.

È quindi ovvio che la mano degli impavidi dissoluti avrà sempre il comando, ed è naturale che i costruttori di pace arrivino dai distruttori e non dai costruttori.

Perciò vediamo come la speranza per la pace, che la nostra generazione desidera così tanto, sia vana sia dalla prospettiva del soggetto che dalla prospettiva del predicato.

In quanto i soggetti, che sono i costruttori di pace del nostro tempo e di ogni generazione, nel senso che sono coloro che hanno il potere di mettere pace nel mondo, sono sempre fatti della sostanza umana che noi chiamiamo “distruttori”, perché essi sono cercatori di verità, cioè stabiliscono il mondo sul principio di “Ciò che è mio è mio e ciò che è tuo è tuo”.

È naturale che questi uomini difendano fermamente le loro opinioni, al punto da mettere a rischio la loro stessa vita e la vita di tutta la collettività. Ed è questo che dà loro la forza di prevalere sulla sostanza umana chiamata “costruttori”, i cercatori di misericordia e carità, che sono disposti a rinunciare a se stessi per il bene degli altri, al fine di salvare il mondo, poiché essi sono i deboli e i codardi.

Ne risulta che la ricerca delle verità e la distruzione del mondo sono un’unica cosa, e anche il desiderio di misericordia e la distruzione del mondo sono un’unica cosa. Perciò, non dobbiamo sperare che siano i distruttori a stabilire la pace.

Ed è inutile sperare che la pace arrivi dal predicato, cioè dalle condizioni della stessa pace. Questo perché le opportune condizioni per il benessere di un individuo e per il benessere della collettività, secondo il criterio della verità che i costruttori di pace desiderano molto, non sono state ancora stabilite. Ed è una necessità assoluta che quasi tutta la minoranza della società non sia mai soddisfatta dalle condizioni che le sono offerte, come abbiamo mostrato sopra per la debolezza della verità. Questa minoranza, quindi, si presenterà sempre come un carburante pronto e disponibile per le nuove generazioni litigiose e per i nuovi costruttori di pace che le seguiranno sempre.

 

IL BENESSERE DI UNA CERTA COLLETTIVITÀ ED IL BENESSERE DEL MONDO INTERO

Non sorprendetevi se mescolo il benessere di una particolare collettività con il benessere del mondo intero, perché, a dire il vero, siamo già arrivati ad un tale livello in cui il mondo intero è considerato come un’unica collettività ed un’unica società. Vale a dire, poiché ogni uomo del mondo attira ciò che è essenziale alla sua vita e il suo sostentamento da tutti gli uomini del mondo, egli è costretto a servire e a prendersi cura del benessere del mondo intero.

Precedentemente abbiamo dimostrato che la totale sottomissione dell’individuo alla collettività è come un piccolo ingranaggio in una macchina. L’uomo attinge la sua vita e la sua felicità dalla collettività, e perciò il benessere della collettività ed il suo stesso benessere sono un’unica stessa cosa, e viceversa. Quindi, nella misura in cui l’uomo è schiavo di se stesso, egli diventa necessariamente schiavo della collettività, come abbiamo spiegato a lungo sopra.

E qual è l’estensione di questa collettività? È determinata dal perimetro di ciò che l’uomo attira dalla collettività. Per esempio, nei tempi passati, questo perimetro era solamente il perimetro della famiglia, nel senso che un uomo aveva bisogno di aiuto solamente dai membri della sua famiglia. A quei tempi, egli doveva essere sottomesso solamente alla sua stessa famiglia.

In tempi più recenti, le famiglie si sono riunite nelle città e nelle contee, e l’uomo è diventato schiavo della sua città. Più tardi, quando le città ed i paesi si sono riuniti in stati, l’uomo è stato sostenuto da tutti i suoi concittadini per la felicità della sua vita. Di conseguenza, egli è diventato schiavo di tutti gli uomini del paese. Perciò, nella nostra generazione, nella quale un uomo è aiutato nella sua felicità da tutti i paesi del mondo, è necessario che in questa stessa misura, l’uomo diventi schiavo del mondo intero, come l’ingranaggio di una macchina.

Perciò, la possibilità di attuare comportamenti buoni, felici e pacifici in uno stato è inconcepibile quando lo stesso non avviene in tutti i paesi del mondo e viceversa. Nel nostro tempo, i paesi sono tutti collegati nell’appagamento dei loro bisogni vitali, com’erano gli individui alle loro famiglie nei tempi antichi. Perciò, non possiamo più parlare o trattare solamente dei comportamenti che promettono il benessere di un paese o di una nazione, ma solamente del benessere del mondo intero, perché il bene o il male di ogni singolo uomo dipende ed è misurato dal bene che ne ricevono tutti gli uomini del mondo intero.

E sebbene quanto detto sia, in sostanza, conosciuto e percepito, tuttavia gli uomini del mondo non lo hanno ancora compreso per bene. E perché? Perché questa è la condotta dello sviluppo in natura, e cioè che l’azione arriva prima della comprensione e solamente le azioni si riveleranno e spingeranno l’umanità in avanti.

 

NELLA VITA PRATICA, LE QUATTRO QUALITÀ SI CONTRADDICONO TRA LORO

Se le difficoltà pratiche di cui sopra, che disturbano noi uomini senza speranza sul nostro cammino, non sono sufficienti, abbiamo in aggiunta l’ulteriore confusione e la grande battaglia delle predisposizioni psicologiche, cioè le qualità stesse che sono dentro ognuno di noi individualmente, che sono uniche e contraddittorie tra loro. Per cui, le quattro qualità di cui sopra, misericordia, verità, giustizia e pace, che sono state divise nella natura degli uomini, sia con lo sviluppo che con l’educazione, sono di per se stesse contraddittorie tra loro. Se prendiamo, per esempio, la qualità della misericordia nella sua forma astratta, vediamo che il suo dominio contraddice tutte le altre qualità, nel senso che attraverso le leggi della regola della misericordia, non c’è posto per la manifestazione nel nostro mondo delle altre qualità.

Che cos’è la qualità della misericordia? I nostri saggi l’hanno definita: “Ciò che è mio è tuo e ciò che è tuo è tuo”— Hasid[1]. E se tutti gli uomini della terra si comportassero seguendo questa qualità, si cancellerebbe tutta la gloria delle qualità della verità e del giudizio, perché se tutti fossero disposti a dare in modo naturale tutto ciò che hanno agli altri, senza prendere nulla in cambio, allora scomparirebbe tutto l’interesse a mentirsi a vicenda. Inoltre, sarebbe irrilevante discutere la qualità della verità, poiché la verità e la menzogna sono in funzione l’una dell’altra. Se nel mondo non ci fosse la menzogna, non ci sarebbe il concetto di verità. Non c’è bisogno di dire che tutte le altre qualità, che hanno il compito solamente di rafforzare la qualità della verità, per via della sua debolezza, sarebbero cancellate.

La verità è definita con le parole: “Ciò che è mio è mio, e ciò che è tuo è tuo”. Il che contraddice la qualità della misericordia che non può assolutamente tollerarla, poiché nella verità è ingiusto lavorare e sforzarsi per un altro, perché oltre che deludere il suo amico e abituarlo a sfruttare gli altri, la verità impone che ogni uomo debba proteggere i propri beni per il momento del bisogno, in modo da non diventare un peso per l’amico.

Inoltre, non esiste un uomo che non abbia dei parenti e degli eredi che, di fatto, dovrebbero venire prima degli altri, perché così impone la natura secondo la quale colui che dona le sue proprietà agli altri mente ai suoi parenti e ai suoi eredi naturali non lasciando loro nulla.

E anche la pace contraddice la giustizia, perché per realizzare la pace nel pubblico, ci devono essere delle condizioni che concordemente promettano agli svegli e agli intelligenti, che investono le loro energie e la loro saggezza, di diventare ricchi, e a coloro che sono negligenti ed ingenui di essere poveri. Dunque, colui che è più energico prende la sua parte e la parte del suo amico negligente e si gode una vita così bella che non rimane abbastanza per i negligenti e gli ingenui per provvedere semplicemente al loro sostentamento. Dunque, essi rimangono completamente nudi e indigenti in molti modi.

È certamente ingiusto punire i negligenti e gli ingenui così duramente senza che ci sia alcun male, infatti: qual è il loro peccato e qual è il crimine di questi uomini miserabili, se la Provvidenza non ha concesso loro agilità ed acume, perché dovrebbero essere puniti con dei tormenti che sono più duri della morte?

Perciò, non c’è assolutamente giustizia nelle condizioni della pace. La pace contraddice la giustizia e la giustizia contraddice la pace, perché se predisponiamo la divisione della proprietà in modo giusto, nel senso di dare ai negligenti e agli ingenui una parte sostanziosa della parte che hanno gli svegli e gli energici, allora questi uomini potenti e intraprendenti non si fermeranno fino a quando non rovesciano il dominio che rende schiavi coloro che sono grandi ed energici e che li sfrutta a favore dei deboli. Perciò, non c’è speranza per la pace della collettività. Di conseguenza, la giustizia contraddice la pace.

 

LA QUALITÀ DELLA SINGOLARITÀ NELL’EGOISMO PROVOCA LA ROVINA E LA DISTRUZIONE

Vedete, quindi, come le nostre qualità si scontrino e combattano tra loro; e questo avviene non solo tra i gruppi sociali, ma dentro ogni uomo, le quattro qualità dominano l’uomo tutte insieme o una alla volta, e combattono dentro di lui fino a quando non è possibile, con il buon senso, organizzarle e portarle ad un accordo totale.

La verità è che la radice di tutto questo disordine dentro di noi non è niente di più che la sopra menzionata qualità della singolarità, che esiste dentro ognuno di noi, chi più e chi meno.

E sebbene abbiamo chiarito che questa qualità arrivi per una ragione sublime, che questa qualità si estende verso di noi direttamente dal Creatore, che è l’Unico nel mondo ed è la Radice di tutte le creazioni, questa sensazione di singolarità, quando si trova nel nostro limitato egoismo, provocherà comunque rovina e distruzione al punto di diventare la fonte di tutte le disgrazie che ci sono state e che ci saranno nel mondo.

E a dire il vero, non esiste un solo uomo nel mondo che ne sia libero, e tutte le differenze sono solo nel modo in cui viene usata, per i desideri del cuore, di dominio o di onore, e questo è ciò che separa un uomo dall’altro.

Ma la parte comune a tutti gli uomini del mondo è che ognuno di noi è sempre pronto ad approfittare e a sfruttare tutti gli altri uomini per il proprio personale vantaggio con ogni mezzo possibile, senza prendere in alcuna considerazione che stiamo costruendo la nostra vita sulla rovina del nostro amico. Ed è irrilevante quale giustificazione ognuno di noi dia a se stesso, in base alla direzione scelta, poiché il desiderio è la radice della mente e non è la mente ad essere la radice del desiderio. In verità, tanto grande e notevole sarà un uomo, altrettanto grande e notevole sarà la sua qualità di singolarità.

 

USARE LA NATURA DELLA SINGOLARITÀ COME SOGGETTO DELL’EVOLUZIONE DELLA COLLETTIVITÀ E DELL’INDIVIDUO

Adesso approfondiremo la conoscenza delle condizioni dirette che alla fine saranno accettate dall’umanità nel momento in cui si manifesterà la pace nel mondo, ed impareremo come queste condizioni vadano bene per realizzare una vita felice sia per l’uomo che per la collettività, e la volontà nell’umanità di voler finalmente caricarsi del peso di queste condizioni speciali.

Ritorniamo alla questione della singolarità nel cuore di ogni uomo, che è pronto a divorare il mondo intero per il suo piacere personale. La sua radice si estende direttamente da Colui che è il Solo verso gli uomini, che sono i Suoi rami. Qui ci troviamo davanti ad una domanda che richiede una risposta: “Com’è possibile che una forma così corrotta si manifesti in noi, al punto da generare ogni sofferenza e ogni distruzione del mondo, e com’è possibile che dalla Fonte di ogni costruzione si estenda la fonte di ogni distruzione?” Non possiamo lasciare che una tale domanda rimanga senza risposta.

A dire il vero, la sopra menzionata singolarità può essere vista come una moneta a due facce. Se esaminiamo la faccia superiore, che corrisponde alla sua equivalenza con Colui che è il Solo, funziona solamente nella forma di dazione agli altri, in quanto il Creatore è totale dazione e non ha nulla nella forma della ricezione, poiché Egli non manca di nulla e non ha bisogno di ricevere nulla dalle creature che Egli ha creato. Perciò, anche la singolarità che si estende a noi da Lui deve funzionare solamente nelle forme della dazione verso gli altri, senza ricevere nulla per noi stessi.

Sull’altra faccia della moneta, cioè come funziona effettivamente dentro di noi, vediamo che opera in direzione totalmente contraria, poiché funziona solamente nelle forme della ricezione per noi stessi, tale è il desiderio di ogni uomo di essere il più grande e il più ricco del mondo. In questo modo, le due facce della moneta sono distanti l’una dall’altra come l’Est è lontano dall’Ovest.

Quanto detto ci offre la soluzione alla nostra domanda: “Com’è possibile che dentro la stessa singolarità, che origina e arriva a noi da Colui che è il Solo nel mondo, Colui che è la Fonte di ogni costruzione, funzioni in noi come la fonte di ogni distruzione?”. Il fatto è che ci ritroviamo in questa situazione perché usiamo questo strumento prezioso nella direzione opposta, che è la ricezione per noi stessi. E non sto dicendo che la nostra singolarità non agirà mai dentro di noi nella forma della dazione, perché non si può negare che tra di noi ci siano anche degli uomini la cui singolarità funzioni in loro nella forma della dazione verso gli altri, come coloro che spendono tutto il loro denaro per il bene comune e coloro che dedicano tutti i loro sforzi per il bene comune, ecc.

Ma le due facce della moneta che ho descritto spiegano solamente i due punti dello sviluppo della Creazione, che porta ogni cosa alla perfezione, partendo dall’assenza e salendo gradualmente i livelli dello sviluppo, da un livello a quello successivo Superiore, e da qui a quello ulteriormente Superiore, fino a quando non raggiunge la sommità, che è la misura di perfezione prestabilita. E qui ci rimane per sempre.

La linea di sviluppo di questi due punti è: A) il punto di partenza, il livello più basso, che è vicino alla totale assenza. Questo punto è indicato come la seconda faccia della moneta. B) La sommità, dove la Creazione si completa e rimane per sempre. E questo è descritto come la prima faccia della moneta.

Ma l’era in cui ci troviamo si è già ampiamente sviluppata e si è già elevata di molti livelli. Si è già elevata al di sopra della fase più bassa, che è la sopra menzionata faccia inferiore della moneta, e si è notevolmente avvicinata alla prima faccia.

Perciò, ci sono già degli uomini tra di noi che usano la loro singolarità nella forma della dazione agli altri. Ma sono comunque in pochi, poiché ci troviamo ancora nel bel mezzo del percorso dello sviluppo. Quando arriveremo al punto Massimo dei livelli, vorrà dire che staremo tutti usando la nostra singolarità solamente nella forma della dazione agli altri e non ci sarà mai nessun uomo che la userà nella forma di auto-ricezione.

Con queste parole, abbiamo l’opportunità di esaminare le condizioni di vita dell’ultima generazione: il tempo della pace per il mondo, quando tutta l’umanità raggiungerà il livello della prima faccia e userà la propria singolarità solamente nella forma della dazione agli altri, e mai e poi mai nella forma della ricezione per sé. Ed è un bene qui riprodurre la sopra menzionata forma di vita così che ci possa servire da lezione e da modello da seguire per impostare le nostre menti quando arrivano i colpi delle burrasche della vita. Forse, varrebbe la pena e sarebbe auspicabile che anche la nostra generazione sperimentasse un adattamento alla forma di vita di cui sopra.

 

LE CONDIZIONI DI VITA DELL’ULTIMA GENERAZIONE

Per prima cosa, tutti devo comprendere a fondo e spiegare a coloro che hanno intorno che il benessere della società, che è il benessere dello stato ed il benessere del mondo, sono completamente interdipendenti. Fintanto che le leggi della società non saranno soddisfacenti per ogni singolo uomo dello stato, lasciando una minoranza insoddisfatta dal governo dello stato, questa minoranza cospirerà contro il governo dello stato e cercherà di rovesciarlo.

E la sua forza non sarà sufficiente a combattere il governo dello stato faccia a faccia, allora cercherà di rovesciarlo indirettamente, sollevando contro gli altri paesi e portandoli alla guerra, perché è naturale che in tempo di guerra ci siano molti più uomini insoddisfatti con i quali possono sperare di conseguire quella massa critica che rovescerà il governo dello stato per costituire una nuova guida che sia conveniente per loro. In questo modo, la pace del singolo uomo è la ragione diretta della pace dello stato.

Inoltre, se prendiamo in considerazione che esiste una parte dello stato il cui settore lavorativo è la guerra, che uno stato ha sempre, come gli esperti di guerra e coloro che si guadagnano da vivere con il rifornimento di armi, per quanto riguarda la qualità sociale, ogni loro speranza di successo sarà minima, poiché essi sono sempre una minoranza estremamente significativa, e se aggiungiamo a costoro la minoranza degli uomini insoddisfatti dalle regole in vigore, allora, avremo in ogni momento una vasta quantità di uomini che desidereranno la guerra e lo spargimento di sangue.

Di conseguenza, la pace del mondo e la pace dello stato sono interdipendenti. Dunque, vediamo necessariamente che anche la parte dello stato che al momento è soddisfatta della sua vita, che sono gli agili e gli intelligenti, deve essere comunque molto preoccupata per la sicurezza delle loro vite, per via della tensione creata da coloro che cercano di sopraffarli. E se essi capissero il valore della pace, sarebbero felici di adottare lo stile di vita dell’ultima generazione, in quanto “Tutto ciò che l’uomo ha lo darà per la sua vita”.

 

LA SOFFERENZA CONTRO IL PIACERE NELLA RICEZIONE PER SE STESSI

Di conseguenza, quando esaminiamo e comprendiamo a fondo il piano di cui sopra, vediamo che tutta la difficoltà si trova nel cambiare la nostra natura per passare dal desiderio di ricevere per noi stessi al desiderio di donare agli altri, in quanto questi due desideri si negano a vicenda. Ad una prima occhiata, questo progetto sembra immaginario, come se fosse qualcosa al di sopra della natura umana. Ma quando lo approfondiremo, scopriremo che la contraddizione del passaggio dalla ricezione per se stessi alla dazione agli altri non è altro che un questione psicologica, perché in sostanza doniamo agli altri senza alcun vantaggio per noi stessi. Questo avviene perché, sebbene il ricevere per se stessi si manifesti in noi in diversi modi, come la proprietà, gli averi per il piacere del cuore, degli occhi, delle comodità, ecc., tutte queste sono definite con un solo nome: “piacere”. Quindi, la vera essenza della ricezione per se stessi che l’uomo desidera non è altro che il desiderio per il piacere.

E adesso immaginiamo di raccogliere tutti i piaceri che un uomo prova nei suoi settanta anni di vita e di metterli da una parte, e raccogliamo tutti i dolori e le sofferenze provati dall’altra parte; se potessimo vedere il risultato, preferiremmo non essere affatto nati. E se le cose stanno così, allora che cosa riceve un uomo durante la sua vita? Se stimiamo che un uomo durante la sua vita ottiene il 20% di piacere e l’80% di sofferenza, allora, mettendo i dati a confronto, vediamo che rimane un 60% di sofferenza non ricompensata.

Ma si tratta di un calcolo totalmente privato, come quando un uomo lavora per se stesso. Facendo invece un calcolo collettivo, l’uomo come singolo produce più di quanto prende per il suo piacere personale e per il suo sostentamento. Quindi, se la direzione fosse di cambiare per passare dalla ricezione per se stessi alla dazione, l’individuo godrebbe l’intero prodotto di ciò che produce senza troppa sofferenza.


[1] Nota del traduttore: Hasid significa colui che ha la qualità di Hesed (misericordia).

GLOSSARIO semplificato

dei termini studiati al corso

600.000 anime: frammenti dell’unica creazione, dell’anima generale chiamata “Adamo”. E’ una qualità della connessione.

Adam HaRishon: (Adamo) l’anima creata in principio prima della frammentazione. E’ la prima struttura che ha il desiderio di assomigliare al Borè.

Anima: La creatura, il desiderio originale che è stato creato.

Ari: L’abbreviazione di Ashkenazi Rav Yitzhak, il nome completo è Yitzhak Luria Ashkenazi (1534 – 1572). Il fondatore della Scuola Lurianica di Kabbalah, il metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore (XVI sec.).

Baal HaSulam: Il secondo nome di Yehuda Leib HaLevi Ashlag (1884 – 1954). L’autore del metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore, l’autore del commentario dello Zohar e tutti i lavori di Ari.

Binà:  la fase 2 della creazione, proprietà di dazione nella creazione.

Borè: significa Creatore e deriva dall’ebraico Bo-re (vieni e vedi-verifica).  Non è qualcosa di cui avere fede, è la forza dell’amore e della dazione.

Chochmà: (Saggezza) è la fase 1 della creazione.

Corpo: (Guf) sono i desideri che eseguono le intenzioni del Rosh del Parzuf.

Correzione: (Tikkun) cambiare l’intenzione del desiderio di ricevere per modificare la percezione della realtà.

Creatura: deriva dalla parola ebraica Nivrà che vuol dire fuori dal grado, cioè che non ha ancora conseguito la realtà spirituale.

Desiderio: il motore sia della vita biologica sia della vita spirituale.

Divinità: desiderio speciale di conseguire la Fonte di tutta la vita.

Egitto: desiderio di ricevere egoistico.

Ein Od Milvado: significa non esiste nulla tranne Lui.

Incarnazione: ciclo che fa l’anima in ogni gradino spirituale, anche nella stessa vita.

Israele: combinazione di 2 parole Yashar-El e significa dritto al Borè. Coloro che hanno il desiderio di conseguire la dazione si chiamano Israele.

Kabbalah: saggezza della ricezione del bene.

Keter: (Corona) detta fase radice, fase zero. E’ l’essenza del Divino, della dazione e dell’amore.

Kli: vaso, desiderio (plurale Kelim).

Luce: il piacere, il conseguimento del desiderio di dare.

Malchut: (Regno) è la quarta e ultima fase dello sviluppo del desiderio di ricevere.

Mitzvah: (precetto, plurale Mitzvot), comandamento. Ogni atto che mi avvicina alla realtà dell’anima di Adam HaRishon. E’ la correzione del cuore.

Mondo spirituale: realtà che è fuori dal nostro mondo e dalla nostra natura.

Nazioni del mondo: sono tutti i desideri comuni.

Neshamà: è l’anima in ebraico.

Olam: significa mondo e deriva dalla parola Alamà (occultamento).

Parlante: è l’Adamo che è in noi, il punto nel cuore

Partzuf: Struttura spirituale che consiste in dieci Sefirot.

Pitcha: in ebraico significa prefazione. E’ l’introduzione alla struttura dei mondi superiori.

Punto nel cuore: un desiderio nuovo per la spiritualità, desiderio di dare.

Rabash: Abbreviazione del Rav Baruch Shalom, nome completo Baruch Shalom HaLevi Ashlag  (1906 – 1991), l’autore del libro “ Shlavey Sulam” (“ I gradini della scala” in ebraico) – una descrizione dettagliata dell’ascesa dell’uomo al mondo Spirituale.

Rashbi: Rabbi Shimon Bar Yochai, l’autore dello Zohar (III sec. A. C. ).

Radice: è il conseguimento finale dei kabbalisti, la sorgente di tutti i conseguimenti. La dazione, il desiderio di dare.

Ramo: è il desiderio di ricevere.

Rosh: è il capo, la testa del Partzuf, dove ci sono le intenzioni.

Santità: (Kedushà) deriva dalla parola Kadosh (distinto e separato dall’ego).

Sefira: (plurale Sefirot) è l’ego corretto ad un certo livello, in un certo modo. Quindi, risplende ed è chiamato Sefirot (che viene dal termine ebraico “sapphire”) luminoso.

Spiritualità: la forza della dazione

Torah: significa luce (dalla parola Horaa che significa “Insegnamenti”, o dalla parola Ohr “Luce”). E’ un testo che esprime le correzioni che bisogna fare nel desiderio di ricevere.

Yud Hey Vav Hey: è il Tetragramma, il nome del Borè. È l’algoritmo, il calco di tutta la creazione.

Zeir Anpin: (Piccolo Volto) è la fase 3 della creazione, ricevere al fine di dare, è una struttura spirituale già realizzata ma in forma piccola, non consapevole.

Zohar: libro dello splendore. E’ un testo fondamentale per la saggezza della Kabbalah, scritto da 10 kabbalisti che hanno conseguito pienamente questa saggezza.

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