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Dalla mia carne vedrò Dio


 

REQUISITO PER IL NUTRIMENTO DELL’ANIMA

È impossibile sostenere il proprio corpo nel mondo senza una certa misura di conoscenza della natura fisica, così come sapere quali droghe sono letali e quali cose sono dannose e fanno male; così come sapere e valutare cosa c’è nel cuore di un amico, senza il quale è impossibile vivere nel mondo materiale.

Allo stesso modo, l’anima dell’uomo non può esistere nel mondo a venire fino a quando non ha acquisito una certa misura della natura dei sistemi dei mondi spirituali, i loro cambiamenti, gli accoppiamenti e le generazioni.

Nel corpo dell’uomo distinguiamo tre periodi: il primo parte dal momento della nascita, quando l’essere umano non conosce assolutamente nulla e tutto quello che gli serve sapere per vivere gli arriva da suo padre e da sua madre, i quali lo sostengono con la loro saggezza e il loro aiuto. Questo stato è il primo Katnut (allattamento).

Il secondo periodo parte quando l’essere umano è cresciuto e ha acquisito un po’ di conoscenza. In questo periodo è capace di stare lontano da ciò che fa male al suo corpo unendo le sue esperienze con quelle di suo padre e di sua madre. Questo è il secondo Katnut.

Il terzo periodo è lo stato di Gadlut (età adulta), quando l’essere umano ha acquisito una sufficiente conoscenza della vita per badare a se stesso tanto da sopravvivere. Questo è il momento in cui l’uomo si stacca dall’autorità di suo padre e di sua madre e acquisisce delle proprie regole. Questo è il terzo stato, lo stato di Gadlut.

Allo stesso modo, rispetto all’anima, l’essere umano si reincarna fino a quando non acquisisce in pieno la saggezza della verità. Senza questi, l’anima non può raggiungere il suo massimo livello. Questo non vuol dire che la conoscenza acquisita da una persona ne elevi il livello dell’anima. È piuttosto per la natura intrinseca dell’anima che non crescerà con il suo solo sforzo prima che la persona abbia acquisito la conoscenza della natura spirituale. La sua crescita dipende dalla misura di questa conoscenza.

La ragione per cui le cose stanno così è che se l’anima potesse crescere senza conoscere, ne sarebbe danneggiata, come un neonato che è ignorante e non sa camminare. Se potesse camminare sulle sue gambe, si butterebbe nel fuoco.

La crescita, però, avviene principalmente attraverso le buone azioni che dipendono dal conseguimento della saggezza della verità. Ed entrambe, la saggezza e le buone azioni, dipendono dal conseguimento della saggezza della verità. E, per la ragione di cui sopra, entrambe arrivano insieme. Questo è il significato di: “Se sai non…prosegui”, “Prosegui e guarda”, ecc.

Perciò, ogni anima completa consegue tutte le anime di Adam HaRishon fino alla fine della correzione, poiché l’uomo percepisce le proprie conoscenze e coloro che gli stanno vicino, e in base alla propria conoscenza sta in guardia da loro o si connette e vive con loro. E non sorprende che un uomo consegua tutte le anime, poiché la spiritualità non dipende dal tempo e dallo spazio, e lì non vi è morte.

 

CORPO E ANIMA

Ogni corpo è impaziente e di cattivo umore, in quanto il suo sostentamento avviene attraverso le incarnazioni nei sette anni di carestia e nei sette anni di abbondanza. È una legge inesorabile che gli anni di carestia facciano dimenticare gli anni di abbondanza e il corpo si reincarni in essi come pietre frantumate dall’acqua. Ed un’altra difficoltà attende questa situazione nel suo insieme, e cioè, esso immagina che il proprio amico sia felice e contento.

Questo succede perché, alla sua base, l’anima è lacerata tra l’inclinazione al bene e l’inclinazione al male. Si incarna tra di esse, sentendosi a momenti sollevata dall’inclinazione al bene che la circonda, e a momenti soffrendo difficoltà ulteriori per via dell’inclinazione al male che la circonda.

 

OTTENERE LA CONOSCENZA NELLA CORPORALITÀ E NELLA SPIRITUALITÀ

La connessione tra il corpo e l’anima è solamente che al corpo le cose succedono in modo naturale e da sé, mentre all’anima succedono attraverso il lavoro e una relazione congiunta tra la spiritualità e la corporalità.

Il vantaggio della spiritualità sulla corporalità sta nel fatto che nella corporalità c’è l’esistenza della realtà anche senza il conseguimento di tutte le situazioni, il che è uguale alla percezione di un bambino piccolo, il quale non conosce la ragione delle cose, ma comunque non mangerà qualcosa che gli procura un danno. Invece, nella spiritualità, nessuna realtà è conseguita prima di aver conosciuto le situazioni e i loro risultati. La misura della conoscenza di queste situazioni è la misura del conseguimento della propria maturità e del conseguimento della realtà spirituale circostante.

 

LA RIVELAZIONE DEI LAVORI DEL CREATORE NELL’OCCULTAMENTO

“Io ero presso di Lui come un artefice; ero sempre esuberante di gioia giorno dopo giorno”. I nostri saggi interpretarono questo versetto per spiegare, informare, che prima dei giorni del Messia, quando si ricevevano i seguaci, ogni artigiano usciva verso di loro, ed ognuno di loro giocava con lui. Il primo giorno rivela la Luce, il secondo crea il firmamento, ecc. Questi sono i sei giorni di lavoro, e tutto il piacere sta nel settimo giorno, in cui sono poste la santità e la benedizione dei mondi.

Questo è il significato di ciò che i nostri saggi dissero, e cioè che prima di portare il primo frutto, tutti gli artigiani stanno davanti a loro. Ossia, proprio nel momento in cui vengono chiamati “saggi”. Però, gli artigiani non stanno davanti ai discepoli del saggio. Vieni e vedi quanto è grande il comandamento nel suo tempo.

Il merito dello Shabbat è che in esso si trovano la benedizione e la santità per correggere tutti i giorni della settimana. E sebbene sembri come se la correzione dipenda dai giorni di lavoro e non dai giorni di riposo, in cui un uomo non lavora affatto, non è così. Invece, la benedizione e la santità dello Shabbat correggono i giorni della settimana.

A dire il vero, apparentemente ogni correzione richiede del lavoro. Ma in verità, il potere del Creatore appare appieno solamente nell’occultamento, in quanto, quando il potere dell’occultamento scompare dal mondo, la perfezione appare immediatamente da sé. È come un uomo che lancia un bastone nel cielo, il bastone si leva verso l’alto perché in esso c’è la forza di chi lo ha lanciato. Perciò, la durata complessiva del volo del bastone è da attribuire alla forza di colui che lo ha lanciato. Inoltre, la forza di quest’ultimo si manifesta in quel momento.

Al contrario, durante tutto il suo ritorno e la sua caduta sulla terra, la forza di colui che lo ha lanciato non si vede affatto nella caduta. Anzi, il bastone ritorna alla sua radice da solo, senza alcun aiuto.

Allo stesso modo, in tutti gli occultamenti, il lavoro del Creatore è evidente. Ma nel ritorno alla perfezione, nessun lavoro o potere sono richiesti perché, in assenza della forza impedente, ritorna da solo alla sua radice e alla sua perfezione.

Questo è il significato di: “Dio si riposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatta”. Cioè, in quel giorno il potere del lavoro del Creatore fu rimosso dal mondo, dopo che ebbe lavorato per costruirlo così com’è durante i giorni di lavoro. Ma al settimo giorno, nessun potere lavorò, ed il mondo fu lasciato solo, come è scritto: “Poi ritirerò la Mia mano”. Dunque, la forza della perfezione è impressa soprattutto in questo giorno, in modo che il potere dell’occultamento qui non potrà lavorare.

 

CONSEGUIRE LA FORMA SPIRITUALE

Lo stesso avviene nel conseguimento della forma spirituale. Il conseguimento sbaglia nelle sue due forme: 1) che in nessun modo sarà immaginario; 2) che il suo conseguimento andrà oltre ogni dubbio, proprio come un uomo non dubita della propria esistenza.

L’espressione “spirituale” indica che è paragonato all’aria (in ebraico Ruach significa “spirito” e “aria”), della cui esistenza, sebbene non abbia un limite, un paragone o una forma, nessun uomo ne dubita, poiché la vita dell’uomo dipende da essa. Un animale morirebbe se fosse portato in una casa dove non c’è aria. Per cui, l’esistenza dell’aria è chiaramente necessaria per la sua vita.

E dalla corporalità possiamo comprendere la spiritualità: l’essenza della mente interiore è uguale all’interiorità del corpo, che è chiamata “l’anima di ogni carne”, considerata come HaVaYaH con la sua mancanza.

Allo stesso modo, l’interiorità della mente, chiamata “l’anima intellettuale”, manca anche di HaVaYaH.

Questo avviene perché un essere che percepisce la propria esistenza, percepisce le proprie mancanze. Per quanto riguarda gli animali ciò non avviene, poiché sono completamente sprovvisti di questa percezione e sono completamente sprovvisti dell’anima intellettuale e della sua interiorità.

A causa di questo, ne percepiscono la mancanza nella misura richiesta per la loro esistenza fisica. La vitalità di un animale è valutata in base alla misura della consistenza della sensazione di una mancanza. E se non percepisce alcuna mancanza, non si può sfamare e non può continuare con la sua esistenza e quindi muore. La sua stazza e la sua salute, inoltre, dipendono dalla sensazione della mancanza, come nel corpo fisico, dove colui che è più sano ha anche un maggiore appetito e perciò mangia di più, e di conseguenza diventa più grande e più sano.

 

LA NECESSITÀ DI CONSEGUIRE L’EMANATORE

Dobbiamo ancora comprendere la mancanza che l’anima intellettuale percepisce. Lasciate che vi dica che si tratta della necessità di conseguire il suo emanatore, poiché fa parte della sua natura desiderare ardentemente di conoscere il suo emanatore e creatore, poiché percepisce la sua stessa esistenza. Vale a dire, essa è stata preparata per impostazione predefinita a cercare ciò che si trova al di sopra.

Non si può dire che questa mancanza trovi la sua definizione nel conseguimento del suo emanatore e che invece insegua tutti i segreti e desideri di conoscere le cose sovrannaturali e le incarnazioni, cosa c’è nel cuore del proprio amico e così via.

Non è in base alla regola che ho scritto sopra, e cioè che l’interiorità della materia è ciò che non si estende. Se così fosse, la mancanza di un conseguimento si raffigurerebbe solamente nel suo artefice. Ma è chiaro che solo questo conseguimento è una mancanza interiore, che non è chiamata “propaggine”. Ma una ricerca nelle creature è un’estensione verso gli altri. Infatti, se non ci fossero state le creature nel mondo – come se fosse stata l’unica creazione – essa non avrebbe perseguito per ottenerle in alcun modo.

Ma il conseguimento del suo emanatore è una mancanza verso se stessa, e questo è il suo essere. Cioè, essa si percepisce come un essere emanato. Tutti i suoi accadimenti puntano a questo, e questa è la mancanza che percepisce, e cioè che riuscirà a conseguire il suo emanatore. E la misura in cui percepisce questa visione sarà la misura del volume del suo stesso corpo.

 

CONSEGUIRE L’EMANATORE

È scritto: “Poiché tu non vedesti alcuna immagine”. Questo versetto richiede un’interpretazione, infatti, quale sciocco penserebbe e concluderebbe che c’è una qualche somiglianza corporale nel Creatore? Ma in verità, questa è la ragione per cui nel mondo esiste il conseguimento del Creatore, poiché nessun desiderio si risveglia per ciò che non esiste nella realtà.

Piuttosto, possiamo parlare di questo rispetto a ciò che è spirituale e alle sue regole, il che è più spirituale di tutta la realtà nel suo complesso. Questa è il significato di mente, la cui forma si attacca alla sensazione dell’uomo nel distinguere la verità dalla menzogna. Questa distinzione è chiamata “la mente del corpo”, in base alla percezione di coloro che sono corporali. Per questa ragione, questo discernimento fu definito come “parte del Dio che è in alto”, che è assolutamente privo di alcuna somiglianza, ma che è solamente legato ai sensi ed è chiamato “decisione” o “realtà”, o “assenza della realtà”, e il tutto è chiarito in leggi e modi di agire. Questo verso è chiamato “il corpo della mente e la sua immagine”. A questo proposito possiamo dire che questo verso è parte di Dio che è in alto, per il quale questa immagine è inclusa in ogni uomo e nella percezione che ogni uomo ha di se stesso e nella sua esistenza.

L’immagine di questo versetto è l’immagine completa e costante di questa condizione, che non può essere completamente annullata o presa alla leggera. È chiamata, “una forma necessaria e provata senza aggiunte o sottrazioni”.

Questo è il significato di “‘Io e voi non avremo’, li abbiamo uditi dall’Altissimo”. La parola “Io”, comprende anche “Voi non avrete”, nel senso che se il Creatore si fosse necessariamente rivelato loro, nessuna legge o avvertimento sarebbe stato formulato – “Voi non avrete” – ma il Creatore si sarebbe rivelato loro per Sua volontà e non sarebbe stato un imperativo.

È come l’uomo che mostra la sua ricchezza al suo amico e gli dice: “Io te la posso mostrare, ma adesso tu non riconosci affatto la mia ricchezza. Quindi, sforzati di ricordare questa forma e allora vorrò darti una parte della mia ricchezza, per non parlare del fatto che vedrai tutta la mia ricchezza finché conserverai nella tua memoria questa forma.

Vale a dire, Io non ti ho dato questa decisione come un imperativo rispetto al quale non c’è alcun dominatore. Anzi, Io sono Colui che ha il dominio, poiché tutta la terra è mia”. Tutto ciò che si vede lo si vede solamente per la Sua semplice volontà. E quando Io vorrò, non vi ricorderete nemmeno di quello che avete visto con i vostri occhi. E quando Io vorrò, Mi vedrete sempre. Inoltre, Io vi ricorderò anche tutte le cose dimenticate. Tutto questo fa parte delle meraviglie del Creatore, il quale non può essere descritto da nessun intelletto, nel senso che nessuno può afferrare in pieno questo concetto restando attaccato alla ragione dell’uomo, ed è intenzionale e non obbligatorio rimanere per il governo del superiore.

 

RICONOSCERE IL CONSEGUIMENTO SOLAMENTE ATTRAVERSO IL CAMMINO DELLA TORAH

Mi stupisco dei ricercatori del Divino, la cui ricerca nel suo complesso è per noi una disgrazia, in quanto questi ricercatori si sforzano di fornire una prova di ciò che è conosciuto e non richiede dimostrazione, e respingono e disprezzano ciò che in base ai limiti del corpo non può essere negato.

La verità è che la prima percezione non ha bisogno di alcuna prova filosofica, in quanto si tratta del primo concetto comunque la si voglia mettere. È come chiedere ad un uomo: “Chi scrisse questo meraviglioso libro di saggezza?”. Ed egli rispose che, in verità, non c’è un saggio così grande nel mondo, ma avvenne proprio che il suo figlioletto rovesciasse dell’inchiostro su queste pergamene, che poi si allargò sotto forma di lettere, creando delle combinazioni nelle connessioni tra le meravigliose parole di saggezza.

A dire il vero, tutti gli occultamenti provengono dalla Sua Provvidenza verso le creature e la loro negazione resta dentro i limiti della corporalità. Ma a questo riguardo gli occultamenti mantengono un assoluto silenzio, poiché, in verità, la Sua Provvidenza può essere serbata solamente attraverso la via della Torah e delle Mitzvot (comandamenti), e non attraverso qualche esame accurato del mondo.

Dovete anche sapere che l’esistenza della realtà si deve estendere dalla sensazione della Provvidenza. Ciò è chiamato “consapevolezza completa”, che porta con sé il Suo amore e la Sua piacevole abbondanza. Lo stesso non avviene con ciò che si estende da un esame arido ed intellettuale; questa conoscenza non aggiunge né sottrae.

Questo è il significato di ciò che i nostri saggi dissero, e cioè che c’è colui che è presente e c’è colui che è assente. Ne consegue che tutte le anime di Israele erano presenti ai piedi del Monte Sinai, perché da quell’evento si estendono tutte le anime di Israele nel corso delle generazioni. È come abbiamo detto, nel senso che questo riguarda l’anima del corpo, che è HaVaYaH e la sua mancanza in esso. L’estensione della sua vitalità dipende dall’identificazione della mancanza, poiché, se ciò che l’anima intellettuale vede non fosse stato positivo, non avrebbe avuto più alcuna mancanza. Di conseguenza, non sarebbe stata in grado di mangiare a sazietà, e perciò sarebbe stata cancellata del tutto.

Ma è una meraviglia che la regola del vedere è che il desiderio lo accompagni prontamente senza alcuna forzatura, e prontamente dona il nutrimento per costituire questo desiderio, come è scritto: “Affinché i vostri giorni siano numerosi”, che consiste nell’osservanza della Torah e delle sue leggi. In questo modo, la legge sul vedere è chiara come se gli uomini la ricevessero oggi sul Sinai, ed ogni giorno è per loro un giorno nuovo, poiché da questo dipende la legge che riguarda il vedere. Ma quando infrangono qualunque legge della Torah, rimangono prontamente nell’oscurità, come uomini ciechi che non hanno mai visto la luce.

 

L’ESSENZA DELLA PERCEZIONE INTELLETTUALE

Sapete già che coloro che sono intellettuali, con i corpi, non sono assolutamente privati dal conoscere il loro emanatore, proprio come non sono privati dal conoscere i loro amici, che sono come loro. Questo succede perché un amico, come un fratello, non riconosce solamente il loro animo e la loro interiorità, senza alcun rivestimento, poiché la mente stessa è già avvolta in un rivestimento, cioè nel potere dell’immaginazione.

E poiché un uomo non può immaginare una forma spirituale, questo aspetto è a lui invisibile nella sua totalità. E perciò, il suo sguardo cade continuamente sull’esteriorità, cioè sul corpo del suo amico e sui suoi movimenti fisici. E attraverso la perseveranza, l’uomo riconoscerà a fondo tutti i livelli spirituali presenti in questa situazione, perché questo è tutto ciò che vuole conoscere e non, naturalmente, la sua condizione fisica.

Egli non sentirà alcuna mancanza o tristezza nel conoscere la sua mente ed i livelli della sua specifica forma spirituale, in quanto egli non è obbligato a conoscere il suo amico più di quanto conosca se stesso. Ed infatti non consegue neppure la propria interiorità.

Per questa ragione, quando una creatura è ben informata su tutte le leggi della natura e dei suoi ordini materiali, e osserva tutto questo diligentemente, si può dire che conosca il Creatore faccia a faccia. È come se un uomo parlasse ad un suo amico, quando tutte le sue parti combaciano con quelle del suo amico perché sono uguali, nel senso del potere dell’immaginazione delle forme e dei movimenti dell’intelletto.

E se ricercassimo l’essenza della mente al massimo delle nostre capacità, scopriremmo che consiste nel raggruppamento di esseri spirituali, e che da questa raccolta estende le sue “condotte”. Ovvero, la superiorità dell’uomo nei confronti della bestia è che nell’uomo esiste un organo che può raggruppare dentro di sé gli esseri spirituali.

Allo stesso modo, la superiorità di un uomo su un altro sta nella quantità di potere della sopra menzionata estensione, e nelle forme degli stessi esseri, in quanto un uomo estende degli esseri importanti, e da un altro degli esseri che lo sono di meno.

La differenza tra un essere spirituale e l’autorità sta nel fatto che il limite dell’essere è un’immagine dell’intelletto che si estende, ed è presente nell’immutata mente dell’uomo, nel senso che non può essere spiegata attraverso gli eventi che accadono nel corso del tempo.

E l’autorità cade sotto l’influenza del tempo e dei luoghi. È come se uomo che è avaro per sua natura riuscisse a dare una grossa donazione una volta nella sua vita, in base ad un luogo o ad un tempo.

 

LE ESTENSIONI CHE SI RACCOLGONO NELLA MENTE DELL’UOMO

Sappiate che la sopra menzionata preparazione, chiamata “la mente dell’uomo”, è come una goccia estratta da tutti gli organi e da tutte le qualità del corpo fisico. Si attacca alle prime estensioni che si raccolgono e si estendono alla mente dell’uomo.

Per esempio, mentre è ancora un bambino, un uomo osserva i comportamenti del mondo e del suo Creatore. Alcuni di loro si attaccano alla conoscenza, alcuni alla ricchezza e alcuni al potere. Se egli sceglie la qualità della conoscenza, perché gli piace, ne consegue che attirerà a sé una buona creazione, dalla quale si estenderanno dei comportamenti positivi. Ma se si aggrapperà alla ricchezza, si dice allora che attirerà nella sua mente un essere spirituale inferiore.

In seguito, quando crescerà, osserverà altre valutazioni. Per esempio: un uomo abbandona tutti i suoi beni materiali per dedicarsi all’apprendimento, mentre un altro, pur scegliendo l’apprendimento, resterà comunque impegnato nelle questioni del mondo. Se il bambino nutre il merito del primo, allora estenderà un essere positivo nella sua mente. Invece, se prediligerà la posizione del secondo, allora avrà attirato a sé un essere inferiore.

In seguito arrivano i vari tipi di apprendimento: dal Creatore o dalle creature, dopo di che egli verifica se ricevere una ricompensa o non ricevere una ricompensa. E tutte queste immagini sono degli esseri creati, e da questa raccolta si forma la sostanza dell’uomo, titolata “mente”.

GLOSSARIO semplificato

dei termini studiati al corso

600.000 anime: frammenti dell’unica creazione, dell’anima generale chiamata “Adamo”. E’ una qualità della connessione.

Adam HaRishon: (Adamo) l’anima creata in principio prima della frammentazione. E’ la prima struttura che ha il desiderio di assomigliare al Borè.

Anima: La creatura, il desiderio originale che è stato creato.

Ari: L’abbreviazione di Ashkenazi Rav Yitzhak, il nome completo è Yitzhak Luria Ashkenazi (1534 – 1572). Il fondatore della Scuola Lurianica di Kabbalah, il metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore (XVI sec.).

Baal HaSulam: Il secondo nome di Yehuda Leib HaLevi Ashlag (1884 – 1954). L’autore del metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore, l’autore del commentario dello Zohar e tutti i lavori di Ari.

Binà:  la fase 2 della creazione, proprietà di dazione nella creazione.

Borè: significa Creatore e deriva dall’ebraico Bo-re (vieni e vedi-verifica).  Non è qualcosa di cui avere fede, è la forza dell’amore e della dazione.

Chochmà: (Saggezza) è la fase 1 della creazione.

Corpo: (Guf) sono i desideri che eseguono le intenzioni del Rosh del Parzuf.

Correzione: (Tikkun) cambiare l’intenzione del desiderio di ricevere per modificare la percezione della realtà.

Creatura: deriva dalla parola ebraica Nivrà che vuol dire fuori dal grado, cioè che non ha ancora conseguito la realtà spirituale.

Desiderio: il motore sia della vita biologica sia della vita spirituale.

Divinità: desiderio speciale di conseguire la Fonte di tutta la vita.

Egitto: desiderio di ricevere egoistico.

Ein Od Milvado: significa non esiste nulla tranne Lui.

Incarnazione: ciclo che fa l’anima in ogni gradino spirituale, anche nella stessa vita.

Israele: combinazione di 2 parole Yashar-El e significa dritto al Borè. Coloro che hanno il desiderio di conseguire la dazione si chiamano Israele.

Kabbalah: saggezza della ricezione del bene.

Keter: (Corona) detta fase radice, fase zero. E’ l’essenza del Divino, della dazione e dell’amore.

Kli: vaso, desiderio (plurale Kelim).

Luce: il piacere, il conseguimento del desiderio di dare.

Malchut: (Regno) è la quarta e ultima fase dello sviluppo del desiderio di ricevere.

Mitzvah: (precetto, plurale Mitzvot), comandamento. Ogni atto che mi avvicina alla realtà dell’anima di Adam HaRishon. E’ la correzione del cuore.

Mondo spirituale: realtà che è fuori dal nostro mondo e dalla nostra natura.

Nazioni del mondo: sono tutti i desideri comuni.

Neshamà: è l’anima in ebraico.

Olam: significa mondo e deriva dalla parola Alamà (occultamento).

Parlante: è l’Adamo che è in noi, il punto nel cuore

Partzuf: Struttura spirituale che consiste in dieci Sefirot.

Pitcha: in ebraico significa prefazione. E’ l’introduzione alla struttura dei mondi superiori.

Punto nel cuore: un desiderio nuovo per la spiritualità, desiderio di dare.

Rabash: Abbreviazione del Rav Baruch Shalom, nome completo Baruch Shalom HaLevi Ashlag  (1906 – 1991), l’autore del libro “ Shlavey Sulam” (“ I gradini della scala” in ebraico) – una descrizione dettagliata dell’ascesa dell’uomo al mondo Spirituale.

Rashbi: Rabbi Shimon Bar Yochai, l’autore dello Zohar (III sec. A. C. ).

Radice: è il conseguimento finale dei kabbalisti, la sorgente di tutti i conseguimenti. La dazione, il desiderio di dare.

Ramo: è il desiderio di ricevere.

Rosh: è il capo, la testa del Partzuf, dove ci sono le intenzioni.

Santità: (Kedushà) deriva dalla parola Kadosh (distinto e separato dall’ego).

Sefira: (plurale Sefirot) è l’ego corretto ad un certo livello, in un certo modo. Quindi, risplende ed è chiamato Sefirot (che viene dal termine ebraico “sapphire”) luminoso.

Spiritualità: la forza della dazione

Torah: significa luce (dalla parola Horaa che significa “Insegnamenti”, o dalla parola Ohr “Luce”). E’ un testo che esprime le correzioni che bisogna fare nel desiderio di ricevere.

Yud Hey Vav Hey: è il Tetragramma, il nome del Borè. È l’algoritmo, il calco di tutta la creazione.

Zeir Anpin: (Piccolo Volto) è la fase 3 della creazione, ricevere al fine di dare, è una struttura spirituale già realizzata ma in forma piccola, non consapevole.

Zohar: libro dello splendore. E’ un testo fondamentale per la saggezza della Kabbalah, scritto da 10 kabbalisti che hanno conseguito pienamente questa saggezza.

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