“Così è scritto: perché l’uomo è un arbusto del campo, tutti i lavori che si usano fare su di un albero affinché sia in grado di fruttificare, si effettuano anche sull’uomo ed i frutti sono le decisioni dell’uomo”. Rabash, lettera 18.
Nel corso della nostra vita ci prefissiamo degli scopi ed investiamo molte energie per raggiungerli. Guardando da un’altra prospettiva, ci sembra che le nostre aspirazioni cambino continuamente – “il frutto” che abbiamo colto ieri non ci attira già più e quindi cerchiamo altre mete da realizzare. C’è qualcosa dentro di noi che non ci dà tregua e ci spinge incessantemente ad una nuova sfida, ad un piacere diverso, un frutto ancora più dolce. E’ normale. Secondo la Saggezza della kabbalah siamo stati creati per provare piacere infinito, per scoprire tutto ciò che di buono esiste nel creato.
Il frutto dolce ed in assoluto il migliore al quale tutti noi aspiriamo anche se la maggior parte di noi non lo sa, è il rapporto con Bore’, il Creatore, diventare “come il S-ignore, conoscitore del bene e del male” (Bereshit, 3,5). Quando raggiungeremo questo, conosceremo lo stato che la Saggezza della kabbalah chiama “giardino dell’eden”.
L’albero della Vita
Tu-bishvat (n.d.r. 9 del mese shvat) preannuncia l’inizio della stagione più magica dell’anno: l’aria diventa limpida, i cieli si schiariscono ed i raggi del sole filtrano tra le fronde degli alberi. L’inverno è quasi alla fine e la primavera alle porte e si intravedono segnali di risveglio. Tu-bishvat è un’ottima opportunità per osservare da vicino la natura e noi stessi.
Rinnovamento
I kabbalisti si servono delle stagioni dell’anno e degli eventi naturali per spiegare la bellezza e la complessità del percorso spirituale. La prima fase del viaggio è il mese di Tishrì o, più esattamente, Rosh Hashana che segna l’inizio del cambiamento. In questo periodo inizia la stagione delle piogge. L’acqua, origine della vita, simboleggia la forza spirituale che crea e mantiene in vita il mondo. “Le acque delle piogge” penetrano nella “terra” – che è desiderio di ricevere, natura dell’uomo – e la preparano al rinnovamento.
In quel periodo gli alberi lasciano cadere le loro foglie e rimangono spogli sotto la cupola celeste, come l’uomo che si libera dai suoi peccati verso una futura rinascita spirituale, verso una nuova rivelazione. Le giornate si accorciano, arriva l’inverno e l’aria si raffredda. Proprio dal buio e dal freddo, proprio dall’oscurità giungerà il rinnovo.
Tu-bishvat rappresenta la prima nuova fase del percorso spirituale. Fino a metà mese di Shvat è già caduta la maggior parte della pioggia annuale, ed a questo punto i cieli iniziano a schiarirsi, le giornate si allungano, i semi iniziano a germogliare ed i germogli a fiorire. E come proprio i primi germogli che alludono ai frutti in attesa di successiva maturazione, così Tu-bishvat ci offre l’opportunità di cogliere il frutto migliore che ci attende : la vita spirituale.
Il lavoro dell’uomo ed il lavoro della terra
E’ interessante notare come tutti i lavori agricoli necessari per coltivare l’albero fino alla maturazione del frutto sono analoghi ai lavori che l’uomo deve svolgere per sviluppare il “seme spirituale” che si risveglia in noi fino alla maturazione del frutto spirituale (Rabash, lettera 18). Ecco la descrizione di alcuni di essi:
Il terreno
La cosa più importante per la coltivazione di un albero è la scelta di una terra fertile che fornisca al seme le condizioni migliori per germogliare. Analogamente, l’uomo deve trovare la motivazione giusta per svilupparsi spiritualmente e proprio questa motivazione fornirà tutti i requisiti indispensabili per perfezionarsi spiritualmente.
L’ambiente che influisce sulla nostra vita non si limita solo alla strada in cui abitiamo o alla cerchia dei nostri conoscenti, ma comprende anche i mass media come: libri, internet, televisione, radio e giornali. Questo ambiente va ad influenzare la nostra opinione, e quindi per preparare il terreno ad una fertile germinazione spirituale, i kabbalisti consigliano di leggere libri di kabbalah.
Nella misura in cui l’uomo riesce ad identificarsi con gli autori di questi libri, kabbalisti che hanno già sperimentato il percorso spirituale, egli scopre “l’esatto percorso” che conduce al mondo spirituale, e comprende come progredire e germogliare in modo giusto nel nuovo sentiero .
Concimazione
Dopo aver interrato il “seme” spirituale nella terra fertile, si procede con la concimazione. Nel percorso spirituale questa fase acquisisce una definizione interessante e profonda. Proprio gli “scarti” cioè le forze interiori contrarie alla spiritualità che squalificano l’amore per il prossimo e ci indirizzano verso la parte egoistica che è in noi, sono proprio esse che ci permettono di rafforzare maggiormente il desiderio di amore verso il prossimo. Ogni risveglio del desiderio egoistico ci offre una ragione per unirci maggiormente alla forza di dazione assoluta ed amore. Queste forze interiori fertilizzano il terreno dal quale spunterà il fiore spirituale.
Zappatura
Affinché il nocciolo possa germogliare, bisogna sistemare le radici nella terra e preparare il terreno lateralmente. Così come scaviamo e zappiamo intorno agli alberi, così l’uomo deve scavare ed indagare quale sia lo scopo per il quale è stato creato, domanda che lo porta alla rivelazione del fine della vita.
Potatura
Sin dalla nostra infanzia siamo molto influenzati dall’ambiente in cui siamo cresciuti: ambizioni, convenzioni, preconcetti. Quando l’uomo sviluppa il suo desiderio di spiritualità, egli inizia a percepire che quelle convenzioni si sono “inaridite”. Nella misura in cui tagliare i rami secchi da un albero gli permette di svilupparsi e di dare frutti migliori, così l’uomo deve imparare a rimuovere da se tutto ciò che è arido ed ha perso il suo vigore.
Germoglio
“Egli è come un albero piantato lungo ruscelli d’acqua, che dà il proprio frutto a suo tempo e il fogliame del quale non appassisce. Egli riesce bene in tutto quello che fa.” (Salmo 1,3). Il capodanno degli alberi segna l’opportunità di un nuovo sviluppo.
Con un terreno fertile e fecondo per una vita spirituale non ci rimane che seguire le istruzioni semplici lasciateci dai kabbalisti e far riversare nella nostra vita la Saggezza della kabbalah. Tutti i requisiti necessari per fare progredire le nostre vite nel modo migliore sono a nostra disposizione.