Omer deriva dal termine “assemblare i fasci” nel senso di legami. L’uomo deve impegnarsi affinché il rapporto tra lui ed il Creatore si illumini, come sono illuminati lo zaffiro ed il diamante.
Rabash, articolo “argomento Omer”
Molti sono propensi a pensare che la spiritualità ed il Creatore siano una parte della realtà esistente fuori dell’uomo ma secondo la Saggezza della Kabbalah, è vero proprio il contrario. I kabbalisti spiegano che il Creatore è una qualità spirituale che l’uomo scopre dentro di se ed il termine stesso “בורא” (Bore’ – Creatore) suggerisce “Bo-u-Reh” cioè “vieni e scopri” la natura dell’amore assoluto che è dentro di te.
Noi non agiamo per qualche cosa di esterno. Il lavoro spirituale è un lavoro interiore. L’uomo lavora per correggere la propria anima per conseguire la qualità dell’amore e della dazione assoluta. Lag ba-omer è una tappa speciale in questo processo della correzione dell’anima.
Il conteggio delle sfiroth
A prima vista sembra che l’antica usanza del conteggio dell’omer si riferisca alla raccolta delle spighe in covoni o in omer nel campo, ma nella realtà si riferisce al processo relativo alla preghiera introdotta dai kabbalisti, inerente la correzione dell’anima, l’interiorità dell’uomo.
Il conteggio dell’omer si trova nel noto Siddur (n.d.r. formulario di preghiere), a fianco delle relative preghiere recitate tutti i giorni dell’anno. Fra di esse quella del conteggio dell’omer si distingue in maniera particolare in quanto è uno dei pochi paragrafi del Siddur ad essere stato scritto secondo il linguaggio kabbalistico, la lingua delle sfiroth.
“Grazie al conteggio dell’Omer che ho contato oggi, sarà corretto ciò che ho alterato nella sfirah Od-she-ba-Od“, così termina la benedizione nella sera di Lag ba-omer. I kabbalisti ci insegnano che leggere nel Siddur e ricordare ogni giorno il numero specifico del conteggio non è sufficiente in quanto per riuscire a correggere la nostra anima dobbiamo conoscere il significato interiore celato nel conteggio dell’omer e capire come è strutturata la nostra anima, e soprattutto percepirla dentro di noi.
Riunire in fasci
Secondo la Saggezza della Kabbalah, l’anima dell’uomo è una struttura spirituale nella quale il Creatore si rivela all’uomo ed è composta da dieci parti, dieci “sfiroth”, ognuna delle quali rappresenta un diverso tipo di legame tra l’uomo ed il Creatore, una forma diversa attraverso la quale la spiritualità risplende all’uomo – “Sfirah”, dal termine “safir”, luce che illumina.
Il problema consiste nel fatto che l’anima non si palesa all’uomo all’improvviso; ma si forma nell’uomo gradatamente, fase dopo fase, in proporzione al legame che si propaga tra le dieci parti dell’anima. “Omer”, il fascio di spighe, simboleggia le parti corrette dell’anima che vengono insieme affastellate. Il conteggio dell’omer descrive quindi l’ordine della correzione graduale dell’anima; ogni giorno il conteggio dell’omer rappresenta una fase nuova nel processo della correzione.
La matematica dell’anima
Le dieci sfiroth dell’anima sono: Keter, Chochma, Binah, Hesed, Ghvurah, Tiferet, Nezah, Hod, Iesod e Malchut. Le tre sfirot superiori: Keter, Chochma, e Binah sono solo una parte che introduce ed attiva l’anima e non hanno bisogno di correzione mentre le sette sfiroth sottostanti dell’anima necessitano di correzione ed ecco il motivo per il quale il numero sette appare spesso nei libri sacri e nelle tradizioni ebraiche (il mondo è stato creato in sette giorni, nel candelabro ci sono sette braccia, sette le sfere celesti, tra Pesach e Shavuoth contiamo sette settimane). Sono questi i segni che ci vogliono ricordare la correzione dell’anima.
Ma la questione non finisce qui. Ognuna delle sette sfiroth viene anch’essa a sua volta risuddivisa in dieci sfiroth proprie: tre sfiroth superiori che non necessitano di correzione e sette sfiroth inferiori che richiedono correzione. Per esempio: la sfirah Hesed include nella parte inferiore le sette sfiroth: Hesed che è in Hesed, Ghvurah che è in Hesed, Tiferet che è in Hesed e così via, sino alla sfirath Malchut che è in Hesed.
Ne consegue che per ognuna delle sette sfiroth che richiedono correzione, ce ne sono sette proprie che vanno corrette. Se moltiplichiamo le sette sfiroth generali per sette sfiroth proprie, contenute in ognuna, otteniamo il numero dei giorni dell’omer ovvero 49.
Lag ba-omer – la festa della luce
Non dobbiamo attendere cinquanta giorni per giungere all’ultimo giorno del conteggio dell’omer per sapere che ci sarà assicurata la completa correzione, poiché già nel trentatreesimo giorno del conteggio, Lag ba-omer, giungiamo alla fase in cui ci è garantita la correzione completa. Lag ba-omer indica la correzione della sfirah “Od-she-ba-Od” che è parte della trentatreesima dell’anima. Dopo la correzione della sfirah “Od-she-ba-Od” non c’è alcun dubbio che la correzione dell’anima giungerà a buon fine, prima ancora che sia terminata la correzione delle quarantanove parti contenute in essa.
Prendiamo come esempio il difetto tecnico che scopriamo nel motore di un’automobile: il meccanico apre il motore e sostituisce il pezzo difettoso. La macchina non può ancora viaggiare, il meccanico deve montare il motore nella macchina ma gli è già chiaro che l’auto è quasi rimessa in sesto e sarà presto pronta a viaggiare.
Fine della correzione dell’anima
Insieme alla correzione completa dell’anima vengono descritte tutte le parti dell’involucro integro all’interno del quale viene riversato la ricchezza spirituale.
Alla fine del periodo, nel cinquantesimo giorno, l’uomo raggiunge il livello speciale chiamato “Matan Torah” (dono della Torah) che avviene alla festa di Shavuoth. E di questo parleremo nella prossima puntata…