“L’abbondanza di per se assomiglia al mare Mediterraneo, c’è chi tira l’acqua con un ditale e chi con un secchio” .
(rav Baruch Ashlag, art. 798 “הקטן מעלת”)
Secondo la saggezza della Kabbalah, il Creatore ci ha creato per beneficarci senza limitazioni quantitative e qualitative di ogni bene. Il fine della creazione è proprio il colmarci di piacere eterno ed infinito.
Siamo proprio noi sulle spiagge del mare Mediterraneo colmo di ogni bene e lo strumento che usiamo è piccolo come un ditale. Come quindi raggiungere il bene eterno che ci viene promesso dal Fine della creazione? Come riuscire a tirar fuori l’abbondanza con uno strumento che sia almeno grande quanto un secchio? Di ciò si occupa la saggezza della Kabbalah e nella festa di Succoth ci viene data la risposta.
La giusta frequenza
I kabbalisti, in quanto esseri che hanno acquisito la capacità di avere una visione della realtà completa ed universale, scrivono che è un’unica Forza a dirigere l’intero creato – la Forza della munificenza, della dazione assoluta. Essi ci spiegano che il modo giusto per sentire questa forza consiste nello sviluppare in noi un rapporto simile al Suo, un rapporto basato sull’amore per il prossimo senza condizione alcuna. L’uomo deve agire similmente ad una radioricevente, che riproduce innanzitutto in sé il segnale percepito dall’esterno: l’uomo che vuole scoprire il mondo spirituale deve studiare come sviluppare la capacità di generare dentro di se la frequenza che più assomiglia a quella con cui trasmette il Creatore, acquisendo la qualità di dazione assoluta e studiando il modo di trasmettere tutto questo bene. Il problema purtroppo consiste nel fatto che noi non percepiamo l’esistenza del mondo spirituale, essendo sin dalla nascita sintonizzati sulla frequenza che ci “trasmette” l’amore per noi stessi cioè l’egoismo.
Uscire alla luce
Nello stato spirituale chiamato “Rosh Ha-Shana” si risveglia in noi il desiderio di sintonizzarci sulla giusta “frequenza” per la rivelazione spirituale. Nei dieci giorni terribili (n.d.r. I giorni terribili sono quelli tra Rosh-haShana e kippur) ci viene progressivamente palesato che siamo sintonizzati su una frequenza errata, in cui domina l’amore per noi stessi e non l’amore per il prossimo. Nel giorno di Kippur prorompe in noi la preghiera per correggere il nostro desiderio egoistico e da essa aspettiamo, in modo particolare, che riesca a tramutare il male insito in noi in bene, permettendoci di scoprire la grandezza spirituale.
“La porzione in ombra sia maggiore di quella soleggiata”
(צלתה מרובה מחמתה)
La Sukkah simboleggia la forma corretta, integra, verso cui ogni uomo giungerà. Le leggi che riguardano la costruzione della sukkah rappresentano il modo in cui l’uomo supera il proprio ego e acquisisce la capacità di amare e donare.
Per esempio nel momento in cui viene steso lo schach (n.d.r. copertura della sukkah), bisogna attenersi rigorosamente ad una norma “la porzione in ombre (all’interno della sukkah) sia maggiore di quella soleggiata”, facendo sì che nella sukkah prevalga l’ombra rispetto alla luce. Questa usanza segna l’attività spirituale in virtù della quale l’uomo circoscrive l’uso del suo ego per fuoriuscire da esso verso la luce, verso l’amore e la prodigalità.
Zeir-anpin e Malchut
Secondo la saggezza della kabbalah ogni singolo elemento nella realtà spirituale è formata da due forze: la forza dell’assoluto donare e la forza dell’egoistico ricevere. Quest’ultima è denominata “Malchut” ed è la forza che governa e ci padroneggia ed è il desiderio di provare piacere. La forza dell’assoluto donare è chiamata “Zeir-anpin”, forza che risveglia in Malchut desideri spirituali diversi, e di conseguenza la riempie di luce, di piacere e di completezza. Tuttavia, nel mondo spirituale, il desiderio non può essere esaudito in maniera diretta, come succede nel nostro mondo. L’appagamento di un desiderio spirituale richiede una preparazione, esige una correzione, che consiste nel passare dall’amore egoistico all’amore per il prossimo.
Nello stato spirituale chiamato “I giorni terribili” spunta e si sviluppa in Malchut un desiderio di notevole entità ma nonostante in essa si sia risvegliato questo desiderio di scoprire il mondo spirituale, non riesce nel suo intento in quanto esso non è ancora corretto.
Nello stato spirituale denominato “Iom Hakippurim” (il giorno di Kippur) il desiderio di correzione giunge al suo apice e, durante i sette giorni di Sukkoth, Malchut si modifica gradatamente, riempiendosi di luce. Il giorno di Simchat Torah, Malchut è corretta ed è interamente ricolma di luce.
Da un alloggio fisso ad uno temporaneo
La correzione spirituale che dobbiamo effettuare consiste nell’uscire da una casa stabile, cioè dall’amore egoistico verso una nuova dimora, verso l’amore per il prossimo. E’ questo il messaggio interiore della festa di Sukkoth.
L’immagine della nostra realtà viene sostituita quando emergiamo dall’amore egoistico all’amore per il prossimo, dal desiderio di ricevere tutto per se stessi al desiderio di dare e di prodigarci per il bene degli altri. I nostri sensi sono come scombussolati, il cervello ed il cuore invertono direzione, dall’interiorità all’esteriorità e l’immagine di una realtà integra si palesa ai nostri occhi.