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La festa di Shavuoth

Si mossero da Refidim… ed Israele pose il campo lì, di fronte al monte. Ecco il termine – Refidim – le cui lettere sono “Perudim, e suggerisce che partirono da Aziluth e divisione e si riunirono insieme nell’amore.

Libro “Luce e sole”

La festa di Shavuoth - estratto da Iarchon nr 152 - Giugno 2017“E Israele pose il campo lì, di fronte al monte” (Esodo, 19,2).

Il monte Sinai è il monte dell’odio, il monte dell’ego che ci divide, che divide le persone. Quando l’uomo si trova ai piedi “del monte Sinai”, sente il bisogno di cambiare la sua natura egoistica e di elevarsi verso un luogo migliore. Egli abbandona i suoi desideri egoistici ai “piedi del monte” e si arrampica verso la sua sommità.

La festa di Shavuoth, detta anche festa del dono della Torah, è un’ottima opportunità per riflettere sul “male” da un punto di vista diverso, è un modo per osservare i problemi che si presentano sotto una luce positiva. Ma cos’è la Torah? La Torah non è solo un libro antico che racconta le origini del popolo, ma Torah, dal termine “Orah” (n.d.r. luce), è una forza spirituale in grado di correggere il rapporto tra di noi e trasformare l’odio in amore. E quand’è che l’uomo ha bisogno della Torah, se non quando egli scopre di vivere in uno stato di divisione?

Voi tutti oggi vi trovate presenti (n.d.r. Deuteronomio, 29,9)

Questo è ciò che è definito garanzia: tutto Israele è tenuto ad essere garante per ogni singolo, perché la Torah non è stata consegnata prima che non fosse richiesto a tutti gli appartenenti al popolo d’Israele se fossero o meno d’accordo sull’accettare il precetto dell’amore verso il prossimo, secondo quanto scritto “Ed amerai il tuo prossimo come te stesso con tutte le tue forze” (Baal HaSulam, articolo “La garanzia”).

Per la festa di Shavuoth noi festeggiamo il dono della Torah. Secondo la Saggezza della Kabbalah, la Torah è luce. Dal punto di vista interiore, la Torah è un generatore spirituale che ha la forza di sospingere l’uomo da una realtà ristretta e limitata del nostro mondo verso il mondo spirituale.

Se è così, qual è il rapporto esistente tra il dono della Torah e l’obbligo assuntosi dai figli d’Israele ai piedi del monte di amarsi l’un l’altro, secondo quanto scritto “Ed amerai il tuo prossimo come te stesso con tutte le tue forze?

Ogni uomo di Israele

Contrariamente a quanto avviene nel mondo materiale, la spiritualità è una realtà in cui tutte le parti del creato, uomo compreso, agiscono in armonia ed in collaborazione tra loro. La realtà spirituale viene rivelata all’uomo unicamente a condizione che agisca come tale, in garanzia reciproca. La Torah quindi non è stata data ad Israele, cioè non è stato rischiarato dalla luce spirituale chiamata Torah, prima che fosse stato chiesto ad ognuno dei figli d’Israele se fossero d’accordo nell’accettare o meno il precetto dell’amore per il prossimo.

Al popolo che sta ai piedi del monte è scritto “Voi tutti oggi vi trovate presenti… ogni uomo che fa parte di Israele” – L’inizio della frase è al plurale (Voi) e la fine è al singolare (ogni uomo); all’inizio ci si rivolge ai singoli individui mentre termina rivolgendosi ad una collettività, ricongiunta come fosse un’unica persona.

Solo così è possibile accettare la Torah, solo così la spiritualità si rivela all’uomo.

Il monte dell’odio

La Torah non è solo un libro storico ed il dono della Torah non è solo un fatto storico accaduto alcuni migliaia di anni fa. Ognuno di noi può e deve ricevere la Torah in ogni momento.

Nella “sosta” del percorso spirituale, chiamata “Shavuoth”, si rivela davanti a noi il monte Sinai, monte dell’odio (“Sinai”, dal termine “Sina’ ” che significa odio. Baal HaSulam, articolo “Segredo del concepimento”).

L’odio ci divide come un monte malgrado si faccia il possibile per essere uniti “come un solo uomo, con un solo cuore”. Ci sforziamo di osservare la garanzia reciproca e ci è chiaro che abbiamo bisogno di una forza che corregga il male insito in noi, essendo incapaci di agire con le nostre sole forze. Questa forte necessità di aiuto e di correzione, ci porta allo stato chiamato “Dono della Torah”.

Crocevia

Il bisogno di unione e di garanzia reciproca che accompagna il nostro popolo dal passato ai giorni nostri è di importanza rilevante. È frustrante vedere come ogni volta che ci troviamo davanti un crocevia, scegliamo il male, la divisione, l’odio anziché il bene e l’unione tra di noi, come se non avessimo imparato nulla dalla nostra storia… Quando eravamo uniti abbiamo sempre conseguito prosperità materiale e spirituale mentre ogni volta che l’ego ci ha soggiogato, siamo stati sopraffatti dalla distruzione sociale e materiale.

D’altro canto è proprio questo stato di bisogno a farci sperare perché l’uomo ha bisogno di aiuto e della “Torah” solo quando scopre di trovarsi in uno stato di divisione. E quindi in base alla situazione sociale in Israele, noi vedremo che alla fine anche noi riusciremo a trarne beneficio. Oggi come allora ci troviamo di fronte al monte ed abbiamo la possibilità di scegliere: o cercare insieme la forza positiva e guaritrice, celata nel rapporto tra di noi, o sarà l’odio a mandarci in rovina.

Come un solo uomo con un solo cuore

Il grande kabbalista della nostra generazione, Rav Yehudah Ashlag “Baal HaSulam”, cita le parole dei nostri saggi di benedetta memoria: “L’uomo è obbligato a sentire ogni giorno i dieci comandamenti sul monte Sinai”, e spiega che “Il dono della Torah ai piedi del monte Sinai non è stato concesso solo allora ed una volta sola, come se in seguito la donazione fosse cessata. Nella spiritualità non esiste assenza, perché la spiritualità è un argomento eterno che non conosce fine” (Baal HaSulam, articolo “Argomento Dono della Torah”). Vale a dire che il dono della Torah è una condizione perdurante e non un evento storico passato.

Se volessimo mettere in pratica ciò che la Torah richiede veramente da noi e cioè l’aspirare all’amore, alla connessione e alla volontà di dare in assoluto al prossimo, risveglieremmo la luce insita nella Torah per correggere le relazioni reciproche tra noi e così l’attireremmo a risiedere tra di noi.

GLOSSARIO semplificato

dei termini studiati al corso

600.000 anime: frammenti dell’unica creazione, dell’anima generale chiamata “Adamo”. E’ una qualità della connessione.

Adam HaRishon: (Adamo) l’anima creata in principio prima della frammentazione. E’ la prima struttura che ha il desiderio di assomigliare al Borè.

Anima: La creatura, il desiderio originale che è stato creato.

Ari: L’abbreviazione di Ashkenazi Rav Yitzhak, il nome completo è Yitzhak Luria Ashkenazi (1534 – 1572). Il fondatore della Scuola Lurianica di Kabbalah, il metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore (XVI sec.).

Baal HaSulam: Il secondo nome di Yehuda Leib HaLevi Ashlag (1884 – 1954). L’autore del metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore, l’autore del commentario dello Zohar e tutti i lavori di Ari.

Binà:  la fase 2 della creazione, proprietà di dazione nella creazione.

Borè: significa Creatore e deriva dall’ebraico Bo-re (vieni e vedi-verifica).  Non è qualcosa di cui avere fede, è la forza dell’amore e della dazione.

Chochmà: (Saggezza) è la fase 1 della creazione.

Corpo: (Guf) sono i desideri che eseguono le intenzioni del Rosh del Parzuf.

Correzione: (Tikkun) cambiare l’intenzione del desiderio di ricevere per modificare la percezione della realtà.

Creatura: deriva dalla parola ebraica Nivrà che vuol dire fuori dal grado, cioè che non ha ancora conseguito la realtà spirituale.

Desiderio: il motore sia della vita biologica sia della vita spirituale.

Divinità: desiderio speciale di conseguire la Fonte di tutta la vita.

Egitto: desiderio di ricevere egoistico.

Ein Od Milvado: significa non esiste nulla tranne Lui.

Incarnazione: ciclo che fa l’anima in ogni gradino spirituale, anche nella stessa vita.

Israele: combinazione di 2 parole Yashar-El e significa dritto al Borè. Coloro che hanno il desiderio di conseguire la dazione si chiamano Israele.

Kabbalah: saggezza della ricezione del bene.

Keter: (Corona) detta fase radice, fase zero. E’ l’essenza del Divino, della dazione e dell’amore.

Kli: vaso, desiderio (plurale Kelim).

Luce: il piacere, il conseguimento del desiderio di dare.

Malchut: (Regno) è la quarta e ultima fase dello sviluppo del desiderio di ricevere.

Mitzvah: (precetto, plurale Mitzvot), comandamento. Ogni atto che mi avvicina alla realtà dell’anima di Adam HaRishon. E’ la correzione del cuore.

Mondo spirituale: realtà che è fuori dal nostro mondo e dalla nostra natura.

Nazioni del mondo: sono tutti i desideri comuni.

Neshamà: è l’anima in ebraico.

Olam: significa mondo e deriva dalla parola Alamà (occultamento).

Parlante: è l’Adamo che è in noi, il punto nel cuore

Partzuf: Struttura spirituale che consiste in dieci Sefirot.

Pitcha: in ebraico significa prefazione. E’ l’introduzione alla struttura dei mondi superiori.

Punto nel cuore: un desiderio nuovo per la spiritualità, desiderio di dare.

Rabash: Abbreviazione del Rav Baruch Shalom, nome completo Baruch Shalom HaLevi Ashlag  (1906 – 1991), l’autore del libro “ Shlavey Sulam” (“ I gradini della scala” in ebraico) – una descrizione dettagliata dell’ascesa dell’uomo al mondo Spirituale.

Rashbi: Rabbi Shimon Bar Yochai, l’autore dello Zohar (III sec. A. C. ).

Radice: è il conseguimento finale dei kabbalisti, la sorgente di tutti i conseguimenti. La dazione, il desiderio di dare.

Ramo: è il desiderio di ricevere.

Rosh: è il capo, la testa del Partzuf, dove ci sono le intenzioni.

Santità: (Kedushà) deriva dalla parola Kadosh (distinto e separato dall’ego).

Sefira: (plurale Sefirot) è l’ego corretto ad un certo livello, in un certo modo. Quindi, risplende ed è chiamato Sefirot (che viene dal termine ebraico “sapphire”) luminoso.

Spiritualità: la forza della dazione

Torah: significa luce (dalla parola Horaa che significa “Insegnamenti”, o dalla parola Ohr “Luce”). E’ un testo che esprime le correzioni che bisogna fare nel desiderio di ricevere.

Yud Hey Vav Hey: è il Tetragramma, il nome del Borè. È l’algoritmo, il calco di tutta la creazione.

Zeir Anpin: (Piccolo Volto) è la fase 3 della creazione, ricevere al fine di dare, è una struttura spirituale già realizzata ma in forma piccola, non consapevole.

Zohar: libro dello splendore. E’ un testo fondamentale per la saggezza della Kabbalah, scritto da 10 kabbalisti che hanno conseguito pienamente questa saggezza.

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