Si mossero da Refidim… ed Israele pose il campo lì, di fronte al monte. Ecco il termine – Refidim – le cui lettere sono “Perudim, e suggerisce che partirono da Aziluth e divisione e si riunirono insieme nell’amore.
Libro “Luce e sole”
“E Israele pose il campo lì, di fronte al monte” (Esodo, 19,2).
Il monte Sinai è il monte dell’odio, il monte dell’ego che ci divide, che divide le persone. Quando l’uomo si trova ai piedi “del monte Sinai”, sente il bisogno di cambiare la sua natura egoistica e di elevarsi verso un luogo migliore. Egli abbandona i suoi desideri egoistici ai “piedi del monte” e si arrampica verso la sua sommità.
La festa di Shavuoth, detta anche festa del dono della Torah, è un’ottima opportunità per riflettere sul “male” da un punto di vista diverso, è un modo per osservare i problemi che si presentano sotto una luce positiva. Ma cos’è la Torah? La Torah non è solo un libro antico che racconta le origini del popolo, ma Torah, dal termine “Orah” (n.d.r. luce), è una forza spirituale in grado di correggere il rapporto tra di noi e trasformare l’odio in amore. E quand’è che l’uomo ha bisogno della Torah, se non quando egli scopre di vivere in uno stato di divisione?
Voi tutti oggi vi trovate presenti (n.d.r. Deuteronomio, 29,9)
Questo è ciò che è definito garanzia: tutto Israele è tenuto ad essere garante per ogni singolo, perché la Torah non è stata consegnata prima che non fosse richiesto a tutti gli appartenenti al popolo d’Israele se fossero o meno d’accordo sull’accettare il precetto dell’amore verso il prossimo, secondo quanto scritto “Ed amerai il tuo prossimo come te stesso con tutte le tue forze” (Baal HaSulam, articolo “La garanzia”).
Per la festa di Shavuoth noi festeggiamo il dono della Torah. Secondo la Saggezza della Kabbalah, la Torah è luce. Dal punto di vista interiore, la Torah è un generatore spirituale che ha la forza di sospingere l’uomo da una realtà ristretta e limitata del nostro mondo verso il mondo spirituale.
Se è così, qual è il rapporto esistente tra il dono della Torah e l’obbligo assuntosi dai figli d’Israele ai piedi del monte di amarsi l’un l’altro, secondo quanto scritto “Ed amerai il tuo prossimo come te stesso con tutte le tue forze?
Ogni uomo di Israele
Contrariamente a quanto avviene nel mondo materiale, la spiritualità è una realtà in cui tutte le parti del creato, uomo compreso, agiscono in armonia ed in collaborazione tra loro. La realtà spirituale viene rivelata all’uomo unicamente a condizione che agisca come tale, in garanzia reciproca. La Torah quindi non è stata data ad Israele, cioè non è stato rischiarato dalla luce spirituale chiamata Torah, prima che fosse stato chiesto ad ognuno dei figli d’Israele se fossero d’accordo nell’accettare o meno il precetto dell’amore per il prossimo.
Al popolo che sta ai piedi del monte è scritto “Voi tutti oggi vi trovate presenti… ogni uomo che fa parte di Israele” – L’inizio della frase è al plurale (Voi) e la fine è al singolare (ogni uomo); all’inizio ci si rivolge ai singoli individui mentre termina rivolgendosi ad una collettività, ricongiunta come fosse un’unica persona.
Solo così è possibile accettare la Torah, solo così la spiritualità si rivela all’uomo.
Il monte dell’odio
La Torah non è solo un libro storico ed il dono della Torah non è solo un fatto storico accaduto alcuni migliaia di anni fa. Ognuno di noi può e deve ricevere la Torah in ogni momento.
Nella “sosta” del percorso spirituale, chiamata “Shavuoth”, si rivela davanti a noi il monte Sinai, monte dell’odio (“Sinai”, dal termine “Sina’ ” che significa odio. Baal HaSulam, articolo “Segredo del concepimento”).
L’odio ci divide come un monte malgrado si faccia il possibile per essere uniti “come un solo uomo, con un solo cuore”. Ci sforziamo di osservare la garanzia reciproca e ci è chiaro che abbiamo bisogno di una forza che corregga il male insito in noi, essendo incapaci di agire con le nostre sole forze. Questa forte necessità di aiuto e di correzione, ci porta allo stato chiamato “Dono della Torah”.
Crocevia
Il bisogno di unione e di garanzia reciproca che accompagna il nostro popolo dal passato ai giorni nostri è di importanza rilevante. È frustrante vedere come ogni volta che ci troviamo davanti un crocevia, scegliamo il male, la divisione, l’odio anziché il bene e l’unione tra di noi, come se non avessimo imparato nulla dalla nostra storia… Quando eravamo uniti abbiamo sempre conseguito prosperità materiale e spirituale mentre ogni volta che l’ego ci ha soggiogato, siamo stati sopraffatti dalla distruzione sociale e materiale.
D’altro canto è proprio questo stato di bisogno a farci sperare perché l’uomo ha bisogno di aiuto e della “Torah” solo quando scopre di trovarsi in uno stato di divisione. E quindi in base alla situazione sociale in Israele, noi vedremo che alla fine anche noi riusciremo a trarne beneficio. Oggi come allora ci troviamo di fronte al monte ed abbiamo la possibilità di scegliere: o cercare insieme la forza positiva e guaritrice, celata nel rapporto tra di noi, o sarà l’odio a mandarci in rovina.
Come un solo uomo con un solo cuore
Il grande kabbalista della nostra generazione, Rav Yehudah Ashlag “Baal HaSulam”, cita le parole dei nostri saggi di benedetta memoria: “L’uomo è obbligato a sentire ogni giorno i dieci comandamenti sul monte Sinai”, e spiega che “Il dono della Torah ai piedi del monte Sinai non è stato concesso solo allora ed una volta sola, come se in seguito la donazione fosse cessata. Nella spiritualità non esiste assenza, perché la spiritualità è un argomento eterno che non conosce fine” (Baal HaSulam, articolo “Argomento Dono della Torah”). Vale a dire che il dono della Torah è una condizione perdurante e non un evento storico passato.
Se volessimo mettere in pratica ciò che la Torah richiede veramente da noi e cioè l’aspirare all’amore, alla connessione e alla volontà di dare in assoluto al prossimo, risveglieremmo la luce insita nella Torah per correggere le relazioni reciproche tra noi e così l’attireremmo a risiedere tra di noi.