Negli ultimi anni si va diffondendo sempre più interesse per la Saggezza della Kabbalah. Fino a poche decine di anni fa in pochi hanno avuto il privilegio di studiare questa Saggezza e le possibilità di studio erano abbastanza limitate. Oggi, invece, all’inizio del XXI sec., il suo studio è più accessibile e milioni di persone al mondo scoprono, in molteplici modi, un interesse per la Saggezza della Kabbalah.
Non c’è quindi da stupirsi, secondo quanto scritto nel libro dello Zohar ed in altre fonti, nel riscontrare che ci troviamo all’inizio di un processo in cui la Saggezza della Kabbalah finirà per occupare una posizione dominante nella nostra vita.
La Saggezza della Kabbalah indaga approfonditamente sulla natura dell’uomo e del creato, si occupa dello studio delle forze e delle leggi che agiscono su noi uomini e proprio la conoscenza approfondita della natura dell’uomo e dell’ambiente in cui opera, migliora in maniera significativa la nostra capacità di prendere decisioni consentendoci di trovare il giusto equilibrio e conducendoci verso mete più consone, il cui conseguimento è finalità certamente superiore al puro miglioramento della nostra vita terrena.
I kabbalisti scrivono che il vero scopo della Saggezza occulta è la consapevolezza profonda delle forze e delle leggi della natura che operano su di noi. La nostra vita dipende da queste forze che ci conducono alla scoperta di una realtà diversa da quella presentataci nel nostro mondo, una realtà spirituale, eterna e perfetta.
Lo studio della Saggezza della Kabbalah è un percorso affascinante di profonda introspezione nella natura dell’uomo e del mondo e quindi è naturale che esamini anche la ciclicità dell’anno e delle feste ebraiche.
Le festività ebraiche secondo la Saggezza della Kabbalah
Le festività ebraiche sono diverse da quelle degli altri popoli: esse non sottolineano un evento storico, la vittoria in una guerra, la nascita o la dipartita di un determinato uomo, ecc. ma ci sono state date da Dio, nei libri della Torah, rappresentano delle tappe nel percorso dello sviluppo spirituale di ognuno di noi, quale essere umano e di tutti noi come nazione. In altre parole, il calendario ebraico è un calendario spirituale.
Il processo del nostro sviluppo spirituale, come spiegano i kabbalisti, è in pratica l’evolversi della formazione di legami di garanzia reciproca tra le persone, legami questi che si formano gradualmente, passo dopo passo rivelando ogni volta maggiore profondità. Ogni nuovo livello di legame è una tappa verso quell’ultima fase del processo che è perfetta connessione ed equilibrio tra ogni singolo essere umano e il creato tutto.
Noi festeggiamo e celebriamo ad ogni festa quel nuovo livello del legame che si manifesta in quella determinata fase e la storia del popolo d’Israele passa attraverso diversi stati di unione e divisione.
Fino ai giorni del Secondo Tempio eravamo tutti in una condizione spirituale di amore ed unione tra noi e la legge “Ama il tuo prossimo come te stesso” era legge di vita. Tutti noi, uomini, donne e bambini, percepivamo le stesse leggi come leggi benevoli che ci univano creando il sistema meraviglioso della natura chiamato “Mondo spirituale”.
Dopo la distruzione del Secondo Tempio, originato dall’odio gratuito, il nostro popolo si staccò dalla percezione spirituale. Gli eletti che superarono il loro prorompente ego e conservarono il loro raggiunto livello di spiritualità, ci tramandarono come festeggiare ogni festa, conservando così le radici della nostra entità di popolo. Così si è sviluppata la cultura ebraica, la tradizione, e questa ci ha protetto in ogni luogo dove abbiamo vissuto sulla terra.
Oggi giorno, dopo essere ritornati in Israele e la diaspora giunge al suo termine, possiamo dedicarci anche al livello spirituale interiore simboleggiato da ogni festa, realizzarlo nella correzione dei rapporti interpersonali e fare rinascere la sensazione spirituale in ognuno di noi e di tutti noi insieme come popolo.