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Da Diaspora a Diaspora

Secondo la Saggezza della Kabbalah, Tisha be-Av è simbolo di distruzione ed esilio spirituali. La spiritualità non risiede lontana da noi, proprio tra noi e si manifesta nel giusto rapporto tra gli uomini, nel rapporto di mutua garanzia che si instaura tra gli esseri umani. Nella realtà spirituale, tutte le parti del creato sono collegate in modo reciproco ed interagiscono con meravigliosa armonia come fossero un corpo solo. Conseguentemente, il presupposto necessario affinché la spiritualità si riveli dipende dal fatto che anche noi, uomini, dobbiamo interagire secondo la garanzia reciproca.

Il mondo spirituale si trova al di sopra di tutti i limiti del nostro mondo, al di là del tempo, movimento e spazio; nella spiritualità non ci sono pietre e tanto meno case e non si argomentano fatti storici. La spiritualità chiamata “Beit ha-Mikdash”  ovvero “Tempio” non si riferisce alla costruzione nota a tutti noi e distrutta migliaia di anni fa, ma alla “Casa” che noi costruiamo nel nostro cuore e  la struttura che collega le “pietre della costruzione” è il rapporto corretto tra di noi.

Quando questa struttura spirituale chiamata “Beit ha-Mikdash” si concretizzerà tra di noi, si perverrà anche alla costruzione del Tempio nella realtà. Prima della distruzione del Tempio il popolo d’Israele viveva in uno stato spirituale chiamato “Beit ha-Mikdash”, nell’unione ed in armonia, ma ad un certo momento precipitammo in una condizione in cui contrasti ed odio distrussero il meglio. L’odio gratuito manifestatosi alla fine dell’epoca del Secondo Tempio, è quello che condusse all’annientamento del “Beit ha-Mikdash” spirituale, e di conseguenza anche alla distruzione del “Beit ha-Mikdash” reale.

È proprio il momento più buio a precedere l’alba.

Siamo giunti oggi al punto terminale della distruzione del Tempio spirituale. Dopo duemila anni di diaspora siamo tornati nella terra di Israele per costruire nuovamente, tra di noi, il rapporto di garanzia reciproca. Dal punto di vista spirituale, il Beit ha-Mikdash si realizza attraverso il rapporto che noi sviluppiamo uno con l’altro, dalla nostra capacità di superare tutti i conflitti e l’odio per poter vivere una vita basata su uguaglianza, amore e armonia . E proprio perché questo compito sembra molto arduo e a volta quasi impossibile, dobbiamo mettercela tutta  perché è proprio dalle tenebre più fitte che nasce la luce.

Proprio questo stato di distruzione ed oscurità ci da la migliore opportunità per la “correzione”, superflua se non avessimo scoperto l’odio esistente tra di noi. Può sembrare strano ma l’egoismo, le scissioni e l’odio gratuito che si riscontrano oggi, non fanno che porre, a nostro favore, le condizioni migliori per instaurare rapporti nuovi basati  responsabilità reciproche.

Come fare questo? La Saggezza della Kabbalah ricorda che ignorare l’esistenza dell’ego e combatterlo non serve. Dobbiamo solo sforzarci, quanto più possibile, di evidenziare l’importanza della garanzia reciproca, creando dunque rapporti tra noi basati sull’amore ad un livello nuovo e più forte.

Generazione meravigliosa.

Nello stato di Israele degli anni 2000, Tisha be-Av è un segnale d’allarme particolarmente evidente in quanto l’odio ha causato la distruzione. Molti di noi confidano in una guida forte che cambi registro e ci riconduca verso l’entusiasmo, alla reciprocità, alla connessione ma, cosa abbastanza chiara, il lavoro della correzione dei rapporti tra di noi è imposto a tutti noi sia singolarmente che collettivamente. Dobbiamo essere determinati e non permettere alle difficoltà che incontriamo per strada ed al cinismo di indebolire il nostro spirito. Odio ed amore sono molto più vicini tra loro di quanto pensiamo e se l’odio è così tanto sentito, anche l’amore è altrettanto vicino e concreto.

Rav Avraham Isaac Hacohen Kook scrisse (Ikvei haTzon – pag. 108): “La nostra è una generazione meravigliosa, sorprendente, difficile trovare un paragone per descriverlo con termini odierni, è composta da diversi aspetti contrastanti, formata da luce e tenebre. E’ umile e sottomessa ma anche elevata e superiore, è allo stesso tempo debitrice e creditrice”.

Av con amore

Insieme alla tristezza dovuta alla distruzione, il mese di Av porta con se’ anche una ventata di amore definita “festa dell’amore” corrispondente alla data ebraica di Tu be-Av. Non a caso il giorno che segna la distruzione ed il giorno che segna l’amore sono vicini uno all’altro (ndr: Tisha be Av – distruzione del primo e secondo Tempio e’ avvenuto il 9 di Av e Tu be-Av – giorno dell’amore è  festeggiato il 15 di Av) e festeggiati nello stesso mese. Sull’odio si erge l’amore – ricopri tutte le manchevolezze con l’amore.

GLOSSARIO semplificato

dei termini studiati al corso

600.000 anime: frammenti dell’unica creazione, dell’anima generale chiamata “Adamo”. E’ una qualità della connessione.

Adam HaRishon: (Adamo) l’anima creata in principio prima della frammentazione. E’ la prima struttura che ha il desiderio di assomigliare al Borè.

Anima: La creatura, il desiderio originale che è stato creato.

Ari: L’abbreviazione di Ashkenazi Rav Yitzhak, il nome completo è Yitzhak Luria Ashkenazi (1534 – 1572). Il fondatore della Scuola Lurianica di Kabbalah, il metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore (XVI sec.).

Baal HaSulam: Il secondo nome di Yehuda Leib HaLevi Ashlag (1884 – 1954). L’autore del metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore, l’autore del commentario dello Zohar e tutti i lavori di Ari.

Binà:  la fase 2 della creazione, proprietà di dazione nella creazione.

Borè: significa Creatore e deriva dall’ebraico Bo-re (vieni e vedi-verifica).  Non è qualcosa di cui avere fede, è la forza dell’amore e della dazione.

Chochmà: (Saggezza) è la fase 1 della creazione.

Corpo: (Guf) sono i desideri che eseguono le intenzioni del Rosh del Parzuf.

Correzione: (Tikkun) cambiare l’intenzione del desiderio di ricevere per modificare la percezione della realtà.

Creatura: deriva dalla parola ebraica Nivrà che vuol dire fuori dal grado, cioè che non ha ancora conseguito la realtà spirituale.

Desiderio: il motore sia della vita biologica sia della vita spirituale.

Divinità: desiderio speciale di conseguire la Fonte di tutta la vita.

Egitto: desiderio di ricevere egoistico.

Ein Od Milvado: significa non esiste nulla tranne Lui.

Incarnazione: ciclo che fa l’anima in ogni gradino spirituale, anche nella stessa vita.

Israele: combinazione di 2 parole Yashar-El e significa dritto al Borè. Coloro che hanno il desiderio di conseguire la dazione si chiamano Israele.

Kabbalah: saggezza della ricezione del bene.

Keter: (Corona) detta fase radice, fase zero. E’ l’essenza del Divino, della dazione e dell’amore.

Kli: vaso, desiderio (plurale Kelim).

Luce: il piacere, il conseguimento del desiderio di dare.

Malchut: (Regno) è la quarta e ultima fase dello sviluppo del desiderio di ricevere.

Mitzvah: (precetto, plurale Mitzvot), comandamento. Ogni atto che mi avvicina alla realtà dell’anima di Adam HaRishon. E’ la correzione del cuore.

Mondo spirituale: realtà che è fuori dal nostro mondo e dalla nostra natura.

Nazioni del mondo: sono tutti i desideri comuni.

Neshamà: è l’anima in ebraico.

Olam: significa mondo e deriva dalla parola Alamà (occultamento).

Parlante: è l’Adamo che è in noi, il punto nel cuore

Partzuf: Struttura spirituale che consiste in dieci Sefirot.

Pitcha: in ebraico significa prefazione. E’ l’introduzione alla struttura dei mondi superiori.

Punto nel cuore: un desiderio nuovo per la spiritualità, desiderio di dare.

Rabash: Abbreviazione del Rav Baruch Shalom, nome completo Baruch Shalom HaLevi Ashlag  (1906 – 1991), l’autore del libro “ Shlavey Sulam” (“ I gradini della scala” in ebraico) – una descrizione dettagliata dell’ascesa dell’uomo al mondo Spirituale.

Rashbi: Rabbi Shimon Bar Yochai, l’autore dello Zohar (III sec. A. C. ).

Radice: è il conseguimento finale dei kabbalisti, la sorgente di tutti i conseguimenti. La dazione, il desiderio di dare.

Ramo: è il desiderio di ricevere.

Rosh: è il capo, la testa del Partzuf, dove ci sono le intenzioni.

Santità: (Kedushà) deriva dalla parola Kadosh (distinto e separato dall’ego).

Sefira: (plurale Sefirot) è l’ego corretto ad un certo livello, in un certo modo. Quindi, risplende ed è chiamato Sefirot (che viene dal termine ebraico “sapphire”) luminoso.

Spiritualità: la forza della dazione

Torah: significa luce (dalla parola Horaa che significa “Insegnamenti”, o dalla parola Ohr “Luce”). E’ un testo che esprime le correzioni che bisogna fare nel desiderio di ricevere.

Yud Hey Vav Hey: è il Tetragramma, il nome del Borè. È l’algoritmo, il calco di tutta la creazione.

Zeir Anpin: (Piccolo Volto) è la fase 3 della creazione, ricevere al fine di dare, è una struttura spirituale già realizzata ma in forma piccola, non consapevole.

Zohar: libro dello splendore. E’ un testo fondamentale per la saggezza della Kabbalah, scritto da 10 kabbalisti che hanno conseguito pienamente questa saggezza.

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