Da una lezione del Rav. Prof. Michael Laitman sul tema:
Introduzione alla struttura dei Mondi.
Per voler ricevere la Luce, la creatura deve sapere a priori quale è la grandezza del godimento che c’è nella Luce stessa. Per questo deve prima riempirsi di Luce e, susseguentemente, percepire come sia essere senza Luce. In questo modo nasce in lui la vera brama per la Luce. Ciò è come quanto noi conosciamo per esperienza dalla vita: quando si fa assaggiare un frutto a chi non ne conosceva il sapore, all’inizio lui stesso non ne ha il desiderio mentre, dopo averlo assaggiato, aver provato godimento dal frutto e dopo esserne stato privato, inizierà a bramarlo desiderando di procurarsi di nuovo quel godimento. Proprio questa brama è in effetti il nuovo desiderio che è nato in lui ed è da lui percepito come un desiderio suo ed indipendente.
Per questo non si può costruire il Kli (vaso) per mezzo di una sola azione, bensì, affinché il desiderio sappia di cosa godere e possa percepire che lui stesso vuole desiderare, deve passare tutta la sequenza dello sviluppo. Questa condizione è riportata nella Kabbalah come una legge: “l’espansione della Luce nel desiderio di ricevere ed il suo ritirarsi da lì, fa diventare il Kli (vaso) adatto al suo compito di ricevere tutta la Luce e goderne”. Le fasi dello sviluppo del desiderio vengono chiamate Behinot (fasi) dato che sono nuovi discernimenti nel desiderio di ricevere.
Quindi la Luce che riempie il Kli trasmette, assieme al godimento, anche la qualità di “dare –leashpia” ed il Kli, godendo della Luce, scopre che vuole dare “leashpia” come la Luce stessa. La causa di tutto questo è perché il Creatore ha innestato a priori nella Luce la capacità di trasmettere al Kli il desiderio di dare (leashpia).