di Yael Sofer
In un paese lontano, al di là del mare, vivevano un Re e una Regina. Avevano un’unica figlia, con bellissimi occhi blu e riccioli di un rosso intenso, che tutti chiamavano affettuosamente “La Rossa”.
Tutti gli abitanti del regno amavano molto il Re e la Regina e in particolare la Principessa dai capelli rossi. Un giorno, la Principessa si ammalò di un male misterioso. Venne chiamato subito il medico di corte che la osservò attentamente, scrollò il capo con apprensione e le prescrisse: «Un pizzico d’issòpo; timo e aglio con miele e senape; artigli di gatto e buccia di cipolla. Mescolare con grano saraceno e fiori di zafferano, cuocere, far raffreddare e prendere il tutto 3 volte al giorno». Ma questo non servì. Mandarono a chiamare tutti i medici e i maghi del Regno. Ci provarono tutti, cercando la cura più giusta per la malattia. Uno di loro consigliò: «Docce fredde». Un altro disse: «Soltanto frutta e verdura».Un terzo dichiarò: «Una volta al giorno, datele una zuppa con del cacao e poi fatela stare a testa in giù, niente altro», ma anche questo non servì. La rossa Principessa continuava a starsene sdraiata sul suo letto con i bellissimi occhi azzurri sempre chiusi.
Chiamarono urgentemente lo specialista in malattie misteriose del Regno vicino, un uomo basso, con una borsa nera e una barba bianca, lunga fino a terra. Lo specialista la osservò, le sentì il polso e disse: «La Principessa soffre di tristezza. Per renderla felice è necessaria una medicina speciale, dovrete portarle la musica più bella che esista al mondo». Poi lo specialista riordinò la propria borsa, si toccò la barba e uscì.
Venne subito chiamato il banditore affinché annunciasse, al galoppo e in tutto il territorio del Regno: «Udite, udite, la Principessa dai rossi capelli ha bisogno della melodia più bella del mondo. Chi riuscirà a portare alla Principessa la melodia più bella, la sposerà».
Quello stesso giorno si radunarono nel cortile del palazzo musicisti provenienti da tutte le parti del Regno, con in mano i loro strumenti musicali.
«É necessario mantenere il massimo silenzio a corte e in tutto il Regno, affinché la Principessa possa ascoltare la melodia» – dissero il Re e la Regina.
«Oggi andremo in punta di piedi!» – acconsentirono felici i servitori.
Al mercato i venditori, ammiccando l’un con l’altro, dissero: «Presenteremo le nostre merci con il linguaggio dei gesti».
I bimbi bisbigliarono: «Parleremo sottovoce e non litigheremo».
Il giorno dopo si aprirono i cancelli della Reggia e i servitori fecero entrare a turno i musicisti nella stanza della Principessa dai capelli rossi.
Per primo entrò il violinista con in mano il suo violino. «Curerò la Principessa con la melodia del violino, perché è il più nobile di tutti gli strumenti musicali», annunciò l’artista con fare sdegnoso. Toccò le corde con l’archetto confezionato con peli scelti di cavallo e iniziò a suonare. In quello stesso istante uscì dal violino una melodia bella e delicata. Ma la Principessa dai capelli rossi non reagì.
«La sua musica non ha avuto successo, signor violinista», disse il medico, e il violinista uscì, deluso.
Dopo di lui, entrò nella stanza il flautista e disse: «Non appena avrà ascoltato la melodia del flauto, che è limpida come l’aria di montagna, la Principessa guarirà!». In effetti la melodia del flauto si riversò dalla finestra sino al cortile, e chiunque la ascoltò si fermò per sentirla. Ma la Principessa non ebbe alcuna reazione neanche questa volta.
«Il flauto non é adatto», esclamò il medico, ed il flautista se ne tornò, affranto, in cortile.
A questo punto entrarono nella stanza quattro servitori trasportando sulle spalle un pianoforte. Il pianista si sedette al piano ed annunciò: «Io guarirò la Principessa perché la melodia del pianoforte è la più emozionante».
Iniziò a suonare e la musica si diffuse oltre la finestra aperta, fino in strada, emozionando tutti gli abitanti della città. La Regina, però, che era seduta vicino alla Principessa, gli disse: «É meglio che lei smetta di suonare perché gli occhi della Principessa si stanno già riempiendo di lacrime». Il pianista uscì velocemente, e con lui i quattro servitori ed il pianoforte.
All’improvviso nella stanza, entrò un giovane a mani vuote, con un abito nero a lunghe falde.
«Chi sei?» Chiese il Re.
«Sono un direttore d’orchestra, Vostra Altezza», rispose il giovane ed aggiunse sorridendo: «Ed io lo so quale musica curerà Vostra figlia». Il Re gli chiese, meravigliato, «Quale strumento musicale suonerai»? Il direttore d’orchestra non rispose e chiese solamente: «Vostra Altezza, lasciatemi uscire un momento in cortile e tornerò con la musica più bella del mondo». Il Re, che aveva quasi perso ogni speranza, diede il permesso al giovane e gli disse: «Và pure, ma torna al più presto, perché sembra che le condizioni della Principessa stiano peggiorando». Subito dopo il direttore d’orchestra tornò col violinista, il flautista ed il pianista, assieme al piano naturalmente. Ma i musicisti se ne stavano tutti in disparte, pieni di vergogna poveretti.
«Questi sono i musicisti che mi hai portato»? chiese il Re, che aveva proprio perso la pazienza. Il medico fece loro capire, agitando le mani, che sarebbe stato meglio per loro uscire, prima che fosse troppo tardi.
«Con il Vostro permesso», disse il direttore d’orchestra, «so cosa è successo prima del mio arrivo e sono venuto proprio per questo. Re mio Sovrano, noi dobbiamo salvare la Principessa dai rossi capelli.» La Regina disse all’improvviso: «Lasciatelo provare!» ed il Re acconsentì.
Il giovane direttore d’orchestra riunì i musicisti e sussurrò loro qualcosa a bassa voce all’orecchio, e poi si mise dritto davanti a loro e aspettò. Quiete e silenzio assoluto si diffusero nel Palazzo Reale, nel mercato, in città e in tutto il Reame. E allora il direttore d’orchestra sollevò le mani e i tre musicanti iniziarono a suonare una melodia limpida ed elevata, fluente e tenera, sublime e toccante, una melodia nella quale c’era tutto, quasi perfetta. Il direttore d’orchestra dirigeva con le mani e i musicanti lo seguivano, fino a che, all’improvviso, si sentì un suono nuovo e meraviglioso.
«La la la la la…»
La Principessa con i capelli rossi aveva aperto gli occhi, si era seduta sul letto e aveva iniziato a cantare con loro.
In quel momento tutti trattennero il respiro, perché nella stanza si sentì la melodia più bella del mondo. L’esperto del Reame vicino aveva proprio ragione, la Principessa era veramente guarita! Il Re e la Regina invitarono il giovane direttore d’orchestra a vivere nel Palazzo Reale e i musicisti furono accolti nell’Orchestra Reale.
Allora la Principessa dai rossi capelli bisbigliò all’orecchio della madre: «Mamma, nonostante il suo strano abbigliamento, il giovane direttore d’orchestra è sapiente, bello ed ha talento. Desidero sposarlo».
I festeggiamenti per il matrimonio durarono ben sette giorni, e tutti gli abitanti del Regno furono invitati a partecipare. Non c’era mai stata una festa così gioiosa nel Reame.
Durante i festeggiamenti il Re disse al genero: «C’è una cosa che devo assolutamente sapere, qual è il segreto che hai bisbigliato alle orecchie dei musicanti il giorno che sei venuto per guarire la Principessa»?
Il direttore d’orchestra sorrise e disse: «Un segreto molto semplice. Ho detto loro che, invece di suonare ognuno da solo, sentendo solo la musica del proprio strumento, essi avrebbero dovuto suonare tutti assieme. Ogni musicista avrebbe dovuto prestare orecchio e ascoltare gli altri per adeguare la propria melodia a quella di tutti».
Da allora e ancora oggi i musicisti vivono nel Palazzo Reale, sani e felici, suonando e cantando tutto il tempo assieme.