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Manny, la spider gialla che voleva essere guidata

laspidergialla__1Il giorno del suo ottavo compleanno Daniel si svegliò prestissimo: era ansioso di scoprire quali bellissimi regali gli avevano comperato mamma e papà. Infatti, appena mise i suoi piedini giù dal letto, scoprì affascinato che sul tappeto c’era una enorme scatola che conteneva un’intera città in miniatura. Una vera città, con le case e i palazzi, l’ufficio postale, il municipio, la scuola, il benzinaio, l’autolavaggio, un grande parco con addirittura un ponte levatoio, tante strade e persino una pista per fare le gare con le macchine!

E poi, in una scatolina a parte, Daniel trovò persino un’intera collezione di macchinine nuove e fiammanti! C’era la macchina della polizia, il camion dei pompieri, l’autobus della scuola, l’ambulanza e tante macchinine di tutti i colori.

Daniel trascorse l’intera giornata con i suoi amici giocando con la sua nuova meravigliosa città e le sue macchinine. Tra tutte, per sé aveva scelto una bellissima auto sportiva: era davvero stupenda, una spider, piccolina, scattante, di colore giallo che lui aveva immediatamente chiamato Manny. Dentro la macchinina si poteva vedere un omino al volante … ohhh … quanto avrebbe voluto essere al suo posto!

Quando venne sera, finalmente nel suo lettino, Daniel aspettava ansioso il papà che gli raccontasse una nuova favola … a dire la verità, lui sapeva esattamente quale fiaba lo avrebbe reso felice quella sera …

Infatti, non appena il papà si sedette sul suo lettino, Daniel chiese che gli raccontasse la storia di Manny, la sua nuova spider gialla, che lui teneva stretta nella mano.

Papà chiuse gli occhi e Daniel, zitto zitto, si lasciò trasportare nel mondo di Manny. Il motore rombava felice, il serbatoio era pieno di benzina, l’olio a posto e le ruote perfettamente gonfie. Una macchinina così lo avrebbe fatto correre per almeno diecimila chilometri! Daniel e Manny finalmente si portarono sulla linea di partenza della pista, il motore acceso, pronto per la grande avventura.

laspidergialla__2Manny però era davvero “alle prime armi” e in quella città c’erano veramente un sacco di ostacoli da superare: le curve, le salite, le discese … anche se c’era il cambio automatico, Daniel si rese conto che la sua bellissima macchinina gialla aveva bisogno di un istruttore che le insegnasse come superare tutte quelle difficoltà.

L’autobus scolastico, che viaggiava sulla corsia vicina, guardò a lungo la giovane Manny. La vide carambolare a destra e a sinistra… addirittura senza mettere le frecce! Affrontare troppo velocemente le discese e superare pericolosamente altre auto! L’autista dell’autobus brontolava nervosamente vedendo Manny mettere in pericolo sé stessa e gli altri ma poi, quando per poco non era andata addosso a un palo, comprendendo la sua inesperienza ne ebbe pietà e decise di offrirle il suo aiuto.

Manny fu felice di accettare l’aiuto di Baddy (questo era il nome dell’autobus della scuola). All’inizio però fu davvero difficile tornare nel traffico. Le altre auto le sfrecciavano vicino velocemente strombazzando e suonando il clacson vedendola palesemente in difficoltà… alcune addirittura la abbagliavano con i loro potenti fari, facendola frenare dalla paura!

Ma Baddy le stava vicino e la consigliava con amore: “Devi guidare sulla destra e fermarti al segnale di stop oppure quando un semaforo è rosso”. Le spiegò cosa significava il limite di velocità e come riconoscere le macchine della polizia, quella dei vigili del fuoco e l’ambulanza. Le disse che a questi mezzi particolari bisogna sempre dare la precedenza perché stavano portando aiuto alle persone.

Quando passarono davanti allo sfasciacarrozze, Baddy le disse: “Vedi Manny? Se farai attenzione e non infrangerai le regole del traffico non arriverai mai qui prima del tempo. Hai una bellissima carrozzeria, un ottimo motore, dei fari che illuminano tutta la notte, benzina nel serbatoio e tante strade sulle quali correre in lungo e in largo a tuo piacimento. E, vedrai, lungo il cammino troverai molte cose interessanti: potrai giocare a nascondino oppure fare le corse. Ecco, lì alla pompa di benzina si fa il rifornimento e poco più giù c’è il lavaggio auto. In quell’edificio luminoso sulla collina si riparano i piccoli guasti, invece là, dietro l’angolo c’è il tuo parcheggio. Bene, mi sembra di averti detto tutto … no! Ho dimenticato un particolare importante! In questa città, anche quando la macchina è ferma, il contachilometri gira ancora e tu, ricorda, hai diecimila chilometri a disposizione. Quindi sbrigati a fare tutte le cose che desideri fare”.

laspidergialla__3E Manny si sbrigò. Allegramente percorse le strade della città, a volte trovava nuovi amici, a volte li perdeva quando insieme sfrecciavano lungo le vie in una gara all’ultimo chilometro!

Il momento che Manny amava particolarmente era quando andava a riposare nel suo parcheggio e da lì guardava il cielo e i milioni di piccoli puntini luccicanti simili alla luce dei suoi fari davanti a lei. Amava guardarli e pensare alle tante macchinine sconosciute che venivano illuminate nel buio dagli stessi piccoli puntini luminosi.

Ma, guardando nello spazio infinito del cielo, Manny ogni volta sentiva sempre più forte il vuoto dentro di lei e si sentiva come un peso addosso..  ma non sapeva esattamente cos’era. Le sembrava che questo desiderio invisibile fosse impossibile da soddisfare. In quei momenti cercava nelle strade il suo vecchio amico Baddy, il suo confidente, quello con il quale aveva sentito parlare di una cosa strana chiamata: uomo.  Ma neppure Baddy aveva saputo spiegargli esattamente a cosa si riferisse la parola Uomo.

Con questi pensieri in mente, la vita di Manny cambiò totalmente. Non correva più a giocare a nascondino con gli amici ma trascorreva il suo tempo ad indagare su cosa ci fosse dentro di lei: il volante, le ruote, le frecce e i pedali. I sedili ovviamente, la radio e le luci interne … ma … tutto questo serviva all’Uomo! Tutto di lei era stato costruito per trasportare l’Uomo, invece lei … stava camminando da sola!

Dopo tutto questo tempo Manny comprese che non aveva ancora provato la cosa più importante della sua vita: portare un Uomo, stare con lui, accompagnarlo, proteggerlo dal sole e dalla pioggia, girare per le strade e fermarsi dove Lui desiderava. Di notte, guardando il cielo, spesso vedeva come i piccoli puntini luminosi si staccassero dal loro posto e si dirigessero direttamente verso di lei. Le sembrava che fossero macchinine felici, probabilmente guidate da un Uomo. L’angoscia le cresceva dentro, giorno dopo giorno si sentiva sempre più infelice finché un giorno si fermò.

“Basta, non ne posso più! Che mi portino pure allo sfascio ma non mi sposto di un solo centimetro senza l’Uomo che mi guidi!” – esclamò disperata.

“Sembra si sia fermato il motore!” – disse Daniel meravigliato.

“Chi è che parla?” – si chiese sbalordita Manny – “Non ci posso credere! C’è un Uomo che mi parla, che mi guida! Allora il mio sogno si è avverato, non sarò mai più da sola”.

laspidergialla__4Daniel riavviò il motore e Manny, per la prima volta percepì la presenza dell’Uomo attraverso le mani che stringevano forti il volante. Dette gas e la macchina ripartì rombando. Manny si guardava attorno meravigliata vedendo le stesse strade, le indicazioni, i parcheggi e anche i suoi amici di sempre ma scoprendo finalmente che tutte le macchine erano guidate da persone. Non se ne era mai accorta! E finalmente aveva capito tutto: allora Daniel è sempre stato qui! Credevo di essere io a scegliere la strada, invece lo faceva lui!

Ma ciò che era veramente strano fu scoprire che appena Manny smetteva di pensare a Daniel e ritornava a pensare solo a sé stessa, preoccupandosi di non bruciarsi al sole, o di avere abbastanza benzina nel serbatoio, improvvisamente ripiombava nel mondo di macchine senza persone.

Ma il mondo dell’Uomo era molto più grande e interessante del suo: oltre a tutte le cose che già conosceva, incontrò asili, stazioni, aeroporti, librerie, musei e … tantissime altre cose.

Ascoltando finalmente la sua radio, Manny scoprì che quei puntini luminosi lassù in alto non erano affatto i fari di altre auto bensì stelle e fu felice di scoprire che anche Daniel amava osservarle tutte le notti ascoltando la musica.

Manny si rese conto che nulla di ciò che faceva era di sua iniziativa: era Daniel che, girando il volante, cambiando la marcia, frenando, accelerando, la portava ovunque nel suo nuovo mondo di macchine e persone! E lei era davvero felice di aiutarlo. A volte, quando la strada lo permetteva, Daniel inseriva il pilota automatico e lei si conduceva a destinazione da sola. Ma era davvero felice di sapere che, se la strada si faceva difficile, l’Uomo riprendeva immediatamente il volante. Alcune volte sentiva di essere l’aiutante, altre volte, invece, le sembrava che venisse affidata a lei tutta la responsabilità della strada.

Da quel giorno e per sempre, quando Manny andava in riserva, insieme a Daniel andavano al distributore… e quando qualche pezzo si guastava via … in riparazione! E ogni volta la piccola macchina gialla ritornava come nuova …

“L’Uomo non butta via la sua macchina e si prende sempre cura di lei” – sospirò Daniel, chiudendo gli occhi per dormire.

Il papà annuì, sorrise, spense la luce e uscì dalla stanza.

GLOSSARIO semplificato

dei termini studiati al corso

600.000 anime: frammenti dell’unica creazione, dell’anima generale chiamata “Adamo”. E’ una qualità della connessione.

Adam HaRishon: (Adamo) l’anima creata in principio prima della frammentazione. E’ la prima struttura che ha il desiderio di assomigliare al Borè.

Anima: La creatura, il desiderio originale che è stato creato.

Ari: L’abbreviazione di Ashkenazi Rav Yitzhak, il nome completo è Yitzhak Luria Ashkenazi (1534 – 1572). Il fondatore della Scuola Lurianica di Kabbalah, il metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore (XVI sec.).

Baal HaSulam: Il secondo nome di Yehuda Leib HaLevi Ashlag (1884 – 1954). L’autore del metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore, l’autore del commentario dello Zohar e tutti i lavori di Ari.

Binà:  la fase 2 della creazione, proprietà di dazione nella creazione.

Borè: significa Creatore e deriva dall’ebraico Bo-re (vieni e vedi-verifica).  Non è qualcosa di cui avere fede, è la forza dell’amore e della dazione.

Chochmà: (Saggezza) è la fase 1 della creazione.

Corpo: (Guf) sono i desideri che eseguono le intenzioni del Rosh del Parzuf.

Correzione: (Tikkun) cambiare l’intenzione del desiderio di ricevere per modificare la percezione della realtà.

Creatura: deriva dalla parola ebraica Nivrà che vuol dire fuori dal grado, cioè che non ha ancora conseguito la realtà spirituale.

Desiderio: il motore sia della vita biologica sia della vita spirituale.

Divinità: desiderio speciale di conseguire la Fonte di tutta la vita.

Egitto: desiderio di ricevere egoistico.

Ein Od Milvado: significa non esiste nulla tranne Lui.

Incarnazione: ciclo che fa l’anima in ogni gradino spirituale, anche nella stessa vita.

Israele: combinazione di 2 parole Yashar-El e significa dritto al Borè. Coloro che hanno il desiderio di conseguire la dazione si chiamano Israele.

Kabbalah: saggezza della ricezione del bene.

Keter: (Corona) detta fase radice, fase zero. E’ l’essenza del Divino, della dazione e dell’amore.

Kli: vaso, desiderio (plurale Kelim).

Luce: il piacere, il conseguimento del desiderio di dare.

Malchut: (Regno) è la quarta e ultima fase dello sviluppo del desiderio di ricevere.

Mitzvah: (precetto, plurale Mitzvot), comandamento. Ogni atto che mi avvicina alla realtà dell’anima di Adam HaRishon. E’ la correzione del cuore.

Mondo spirituale: realtà che è fuori dal nostro mondo e dalla nostra natura.

Nazioni del mondo: sono tutti i desideri comuni.

Neshamà: è l’anima in ebraico.

Olam: significa mondo e deriva dalla parola Alamà (occultamento).

Parlante: è l’Adamo che è in noi, il punto nel cuore

Partzuf: Struttura spirituale che consiste in dieci Sefirot.

Pitcha: in ebraico significa prefazione. E’ l’introduzione alla struttura dei mondi superiori.

Punto nel cuore: un desiderio nuovo per la spiritualità, desiderio di dare.

Rabash: Abbreviazione del Rav Baruch Shalom, nome completo Baruch Shalom HaLevi Ashlag  (1906 – 1991), l’autore del libro “ Shlavey Sulam” (“ I gradini della scala” in ebraico) – una descrizione dettagliata dell’ascesa dell’uomo al mondo Spirituale.

Rashbi: Rabbi Shimon Bar Yochai, l’autore dello Zohar (III sec. A. C. ).

Radice: è il conseguimento finale dei kabbalisti, la sorgente di tutti i conseguimenti. La dazione, il desiderio di dare.

Ramo: è il desiderio di ricevere.

Rosh: è il capo, la testa del Partzuf, dove ci sono le intenzioni.

Santità: (Kedushà) deriva dalla parola Kadosh (distinto e separato dall’ego).

Sefira: (plurale Sefirot) è l’ego corretto ad un certo livello, in un certo modo. Quindi, risplende ed è chiamato Sefirot (che viene dal termine ebraico “sapphire”) luminoso.

Spiritualità: la forza della dazione

Torah: significa luce (dalla parola Horaa che significa “Insegnamenti”, o dalla parola Ohr “Luce”). E’ un testo che esprime le correzioni che bisogna fare nel desiderio di ricevere.

Yud Hey Vav Hey: è il Tetragramma, il nome del Borè. È l’algoritmo, il calco di tutta la creazione.

Zeir Anpin: (Piccolo Volto) è la fase 3 della creazione, ricevere al fine di dare, è una struttura spirituale già realizzata ma in forma piccola, non consapevole.

Zohar: libro dello splendore. E’ un testo fondamentale per la saggezza della Kabbalah, scritto da 10 kabbalisti che hanno conseguito pienamente questa saggezza.

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