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Il racconto sui due cuochi: “Cotto” e “Fritto”

di Igal Resnik

1 502 50C’erano una volta, in una città, due cuochi straordinari, i migliori cuochi della città, soprannominati “Cotto” e “Fritto”.

Una mattina i due si incontrarono e Cotto disse a Fritto:

“Amico mio! Noi due siamo dei bravissimi cuochi. Metà degli abitanti di questa città amano mangiare nel tuo ristorante e l’altra metà mangia da me!”.

“È vero” – disse Fritto – “ed allora?”

“Ora te lo dico” – rispose Fritto – “cosa ne pensi della possibilità di metterci insieme, unirci e cucinare assieme? Pensa che piacere sarà per gli abitanti della città!”

“Che splendida idea!” – esclamò Fritto – “come ho fatto a non pensarci prima? Prepareremo il pasto più gustoso che sia mai stato preparato ed inviteremo tutti gli abitanti della città! Sarà una grandissima festa!”

“Perfetto!” – disse Cotto felice – “allora, diamoci da fare! Ma … cosa prepareremo?”

“Non saprei,” – disse Fritto – “qualcosa di prelibato!

“Ed anche sano! – aggiunse Cotto.

“Bene, ma cosa preparare?” -chiesero entrambi, assieme.

3 50E se pensate che abbiano preparato del gelato con tantissima panna, o forse una minestra, o dell’anguria, spaghetti o tortellini, pizza, hamburger, patatine fritte, salsicce, o caramelle, vi sbagliate di grosso! Perché decisero di cucinare del pesce, ma un pesce prelibato, non del semplice pesce, ma con una salsa speciale.

I due si misero d’accordo di portare l’indomani tutti gli ingredienti necessari per cucinare il manicaretto di pesce più prelibato che sia mai stato cucinato in città. “Cosa vuoi portare?” – chiese Cotto.

“È ovvio! Io porterò i pesci” – rispose Fritto – “per poi friggerli”.

“Perfetto!” – disse Cotto ed aggiunse: – “Io porterò dal mercato tutte le verdure e le spezie necessarie per il sugo prelibato che preparerò”.

“D’accordo!” – disse Fritto – “Ci incontreremo nel mio ristorante e lì prepareremo tutto assieme”.

“D’accordo!” – rispose, felice, Cotto.

4 50Felici e contenti, se ne andarono ognuno per la sua strada.

La mattinata seguente, Fritto andò al mercato e chiese ai pescivendoli di scegliere ipesci migliori e più freschi. Per due ore scelse accuratamente la merce. Passò per

settanta negozi che gli offrirono pesci provenienti da settanta paesi. In ogni negozio scelse il pesce migliore. A mezzogiorno, portò i settanta pesci al ristorante.

Quella stessa mattina, Cotto andò al mercato degli ortaggi e per tre ore scelse tutte le verdure provenienti da tutto il mondo, fino a che riempi settanta cestini di ortaggi e di spezie di ottima scelta.

5 50A mezzogiorno Cotto giunse al ristorante di Fritto e portò con se tutte le spezie e le verdure trasportati da quaranta robusti facchini. Fritto lo aspettava con i suoi settanta pesci ed entrambi iniziarono a cuocere ed a friggere.
Fritto friggeva il suo pesce in settanta padelle e Cotto cuoceva il sugo in settanta casseruole.

Dopo quattro ore tutto era pronto. Fritto disse con buon umore: “È giunto il momento di versare il sugo sui pesci”.

“Versare il mio sugo?” -esclamò meravigliato Cotto- “Vi ho investito così tanta forza, preparando con arte il miglior sugo che io abbia mai fatto, ed ora tu vuoi che così, semplicemente, lo versi sul tuo pesce? Perché? Affinché tutti li assaporino e dicano: che pesce gustoso ha preparato questo Fritto?!”

6 50“Sai che ti dico?” – disse allora Fritto, in collera – “se la pensi così neppure io sono d’accordo che tu rovini con il tuo sugo il gusto eccezionale del mio pesce prelibato! È meglio che ognuno rimanga con quello che ha preparato”.

“Giustissimo!” – esclamò Cotto, furente, e chiamò subito i facchini per far loro riportare tutte le pentole con il sugo al suo ristorante.

Cotto si sedette, solo, nella sua cucina, triste ed in collera con tutto il mondo…

“Non ho bisogno di nessuno” – si disse – “per quello che mi riguarda, che nessuno assapori il mio sugo e che nessuno ne tragga piacere!Me lo mangio io da solo!” Così dicendo, prese un cucchiaio grande e cominciò a mangiare da una delle casseruole. Ma non vale la pena mangiare sugo di pesci senza i pesci!E dopo qualche cucchiaio, Cotto si sentì proprio male.

varik-8“Che errore ho commesso!” – pensò – “però non è troppo tardi per correggerlo!”

“Hei,facchini!”
“Si, Cotto, desideri per caso chiederci di riportare le pentole a Fritto?”
“Avete proprio indovinato!”

I facchini tornarono di corsa da Fritto. Cotto entrò nel ristorante di Fritto, tossì imbarazzato, e disse con vergogna:
“Scusami mio caro amico, ho fatto un errore. Questo sugo è proprio adatto al tuo pesce ed è lì che deve essere messo.”
“No, no!” – si affrettò a rispondere Fritto – “Sono stato io che ho fatto un errore quando ho pensato che il mio pesce valesse qualcosa senza il tuo sugo. Non ne ho potuto mangiare neanche uno perché non aveva alcun gusto! Caro amico, come è bello che tu sia tornato!”

Cotto e Fritto si abbracciarono gioiosamente e, quella stessa sera, organizzarono un grande e festoso banchetto che gli abitanti della città ricordano ancora oggi. Era venuta gente da ogni parte della città per assaggiare i pesci più gustosi al mondo. Ed erano veramente tali!

Le persone che avevano partecipato a questo pasto sono ormai nonni e nonne che raccontano questa storia ai loro nipoti. E questo è ciò che mi raccontò mio nonno. Lui mi chiese di raccontarlo a voi ed a tutti i bambini affinché tutti sappiate che, per fare qualcosa di buono, conviene farlo assieme.

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Disegni: Еlena Ifliand

GLOSSARIO semplificato

dei termini studiati al corso

600.000 anime: frammenti dell’unica creazione, dell’anima generale chiamata “Adamo”. E’ una qualità della connessione.

Adam HaRishon: (Adamo) l’anima creata in principio prima della frammentazione. E’ la prima struttura che ha il desiderio di assomigliare al Borè.

Anima: La creatura, il desiderio originale che è stato creato.

Ari: L’abbreviazione di Ashkenazi Rav Yitzhak, il nome completo è Yitzhak Luria Ashkenazi (1534 – 1572). Il fondatore della Scuola Lurianica di Kabbalah, il metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore (XVI sec.).

Baal HaSulam: Il secondo nome di Yehuda Leib HaLevi Ashlag (1884 – 1954). L’autore del metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore, l’autore del commentario dello Zohar e tutti i lavori di Ari.

Binà:  la fase 2 della creazione, proprietà di dazione nella creazione.

Borè: significa Creatore e deriva dall’ebraico Bo-re (vieni e vedi-verifica).  Non è qualcosa di cui avere fede, è la forza dell’amore e della dazione.

Chochmà: (Saggezza) è la fase 1 della creazione.

Corpo: (Guf) sono i desideri che eseguono le intenzioni del Rosh del Parzuf.

Correzione: (Tikkun) cambiare l’intenzione del desiderio di ricevere per modificare la percezione della realtà.

Creatura: deriva dalla parola ebraica Nivrà che vuol dire fuori dal grado, cioè che non ha ancora conseguito la realtà spirituale.

Desiderio: il motore sia della vita biologica sia della vita spirituale.

Divinità: desiderio speciale di conseguire la Fonte di tutta la vita.

Egitto: desiderio di ricevere egoistico.

Ein Od Milvado: significa non esiste nulla tranne Lui.

Incarnazione: ciclo che fa l’anima in ogni gradino spirituale, anche nella stessa vita.

Israele: combinazione di 2 parole Yashar-El e significa dritto al Borè. Coloro che hanno il desiderio di conseguire la dazione si chiamano Israele.

Kabbalah: saggezza della ricezione del bene.

Keter: (Corona) detta fase radice, fase zero. E’ l’essenza del Divino, della dazione e dell’amore.

Kli: vaso, desiderio (plurale Kelim).

Luce: il piacere, il conseguimento del desiderio di dare.

Malchut: (Regno) è la quarta e ultima fase dello sviluppo del desiderio di ricevere.

Mitzvah: (precetto, plurale Mitzvot), comandamento. Ogni atto che mi avvicina alla realtà dell’anima di Adam HaRishon. E’ la correzione del cuore.

Mondo spirituale: realtà che è fuori dal nostro mondo e dalla nostra natura.

Nazioni del mondo: sono tutti i desideri comuni.

Neshamà: è l’anima in ebraico.

Olam: significa mondo e deriva dalla parola Alamà (occultamento).

Parlante: è l’Adamo che è in noi, il punto nel cuore

Partzuf: Struttura spirituale che consiste in dieci Sefirot.

Pitcha: in ebraico significa prefazione. E’ l’introduzione alla struttura dei mondi superiori.

Punto nel cuore: un desiderio nuovo per la spiritualità, desiderio di dare.

Rabash: Abbreviazione del Rav Baruch Shalom, nome completo Baruch Shalom HaLevi Ashlag  (1906 – 1991), l’autore del libro “ Shlavey Sulam” (“ I gradini della scala” in ebraico) – una descrizione dettagliata dell’ascesa dell’uomo al mondo Spirituale.

Rashbi: Rabbi Shimon Bar Yochai, l’autore dello Zohar (III sec. A. C. ).

Radice: è il conseguimento finale dei kabbalisti, la sorgente di tutti i conseguimenti. La dazione, il desiderio di dare.

Ramo: è il desiderio di ricevere.

Rosh: è il capo, la testa del Partzuf, dove ci sono le intenzioni.

Santità: (Kedushà) deriva dalla parola Kadosh (distinto e separato dall’ego).

Sefira: (plurale Sefirot) è l’ego corretto ad un certo livello, in un certo modo. Quindi, risplende ed è chiamato Sefirot (che viene dal termine ebraico “sapphire”) luminoso.

Spiritualità: la forza della dazione

Torah: significa luce (dalla parola Horaa che significa “Insegnamenti”, o dalla parola Ohr “Luce”). E’ un testo che esprime le correzioni che bisogna fare nel desiderio di ricevere.

Yud Hey Vav Hey: è il Tetragramma, il nome del Borè. È l’algoritmo, il calco di tutta la creazione.

Zeir Anpin: (Piccolo Volto) è la fase 3 della creazione, ricevere al fine di dare, è una struttura spirituale già realizzata ma in forma piccola, non consapevole.

Zohar: libro dello splendore. E’ un testo fondamentale per la saggezza della Kabbalah, scritto da 10 kabbalisti che hanno conseguito pienamente questa saggezza.

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