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Il racconto di un ruscello

ruscello-1In un paese molto lontano e pieno di montagne vivevano un lago ed un ruscello, uno di fianco all’altro. Il lago si trovava ai piedi della montagna, mentre il ruscello fluiva dalla sua cima.

Il lago era molto fiero di se stesso. “Guarda piccolo ruscello, guarda quanto sono largo e quanto sono cristalline le mie acque”, egli disse.

“Sì” ,rispose il ruscello, “Sei molto bello, e sicuramente hai molti amici, hai tanta di quell’acqua che puoi darne da bere a chiunque lo desideri. Invece io sono così piccolo che nessuno si accorge di me”.

“Ha, ha, ha” rise il lago, “E perché dovrei io dare la mia acqua agli altri? Se facessi cosi diventerei molto piccolo anch’io!”.

Un giorno, una capra di montagna si avvicinò al lago e disse: “Bellissimo lago, mi sono persa e non ho potuto bere per molto tempo. Potrei bere dalle tue acque?”.

“Vai a cercare acqua da un’altra parte”, rispose il lago abbastanza seccato, “E non toccarmi con i tuoi zoccoli fangosi”.

La capretta era molto triste, ma cosa poteva fare? Era sul punto di andare via quando tutto ad un tratto sentì un piccola voce: “Capretta, vieni qua. Sono un piccolo ruscello che nessuno nota, ma ho acqua sufficiente per darti da bere. Puoi bere quanta ne vuoi”.

“Grazie dell’aiuto, piccolo ruscello!”, disse la capretta mentre beveva con soddisfazione.

In un’altra occasione, si avvicinò un gruppo di rondini che volavano.

“Lago, siamo molto stanche e abbiamo davanti ancora un lungo viaggio. Per favore, permettici di bere”.

“Sì, ma certo” rispose furioso il lago, “Avete le piume piene di polvere, ed io non sopporto la polvere. Andate via lontano da qui”.

Ma giusto quando le rondini stavano per spiccare il volo, sentirono qualcuno che le chiamava.

“Rondini, belle rondini, tornate indietro qui sotto. Sono un piccolo ruscello che nessuno nota, ma ho acqua a sufficienza per darvi da bere. Potete bere quanta ne volete”.

“Grazie piccolo ruscello” risposero le rondini mentre placavano la loro sete, “Sei un vero amico”.

Tanti animali andavano e venivano, e da quelle parti volavano molti uccelli. Tutti chiedevano aiuto al lago, ma era sempre il piccolo ruscello che permetteva a tutti di bere.

Ma in una giornata estiva particolarmente calda, successe qualcosa di inaspettato.

“Aiutatemi, aiutatemi!”, era un piccolo topo chi gridava. Si avvicinò al lago quasi senza fiato. “Lago, per piacere aiuta il coniglio. Si è rotto una zampa e non può camminare. E da tanto tempo che non beve, ha veramente bisogno d’acqua”.

“Ed io cosa posso farci?”, rispose sorpreso il lago.

“Se schizzi un po’ d’acqua, arriverà fino al coniglio e potrà finalmente bere”, rispose il topino.

“Che sciocchezza”, rispose il lago, allontanando il topino.

“Topino” chiamò il ruscello “Forse io sono in grado di aiutarti!”

“Sei molto generoso, ma sei anche molto piccolo. Non hai acqua a sufficienza per farla arrivare fino al coniglio”, rispose tristemente il topo.

“Aspetta, ho appena avuto un’idea” rispose il ruscello. “Madre Montagna” “Madre Montagna”, gridò il ruscello.

Ma la montagna si trovava in un lungo letargo sotto il sole.

“Aiutami topolino”, e insieme si misero a gridare:

“Mamma Montagnaaaa!!!”

“Cos’è tutto questo chiasso piccoli?” rispose svegliandosi la montagna, “Cos’e successo?”

“Il coniglio si è rotto la zampa”, spiegò il ruscello, “Ha bisogno di acqua e dobbiamo aiutarlo”.

“Ma, come?”, replicò la montagna, “Siete così piccoli”.

“C’è della neve nella tua cima, si sta sciogliendo sotto i raggi del sole, diventando dell’acqua. Dammi un poco di quest’acqua ed io potrò aiutare il coniglio”.

“Nonostante tu sia così piccolo hai un grande desiderio di aiutare gli altri. Farò ciò che mi chiedi!”, replicò la Montagna.

E successe immediatamente che l’acqua, che prima scendeva dalla cima della montagna verso il lago, iniziò a fluire verso il ruscello. E prima che potesse dire qualsiasi cosa, il lago era diventato un pantano asciutto. Intanto il ruscello diventava un largo fiume. Presto arrivò fino al coniglio, saziò la sua sete, lavò le sue ferite e continuò il suo cammino fino al mare, offrendo a tutti acqua fresca e cristallina.

“Puoi vedere quel grande flusso d’acqua?”, dicevano gli animali, “Un tempo era un piccolo ruscello, ma il suo forte desiderio di aiutare gli altri lo ha fatto diventare questo grande fiume che fluisce fino al mare!”.

Disegno: Andrea Tardivo

GLOSSARIO semplificato

dei termini studiati al corso

600.000 anime: frammenti dell’unica creazione, dell’anima generale chiamata “Adamo”. E’ una qualità della connessione.

Adam HaRishon: (Adamo) l’anima creata in principio prima della frammentazione. E’ la prima struttura che ha il desiderio di assomigliare al Borè.

Anima: La creatura, il desiderio originale che è stato creato.

Ari: L’abbreviazione di Ashkenazi Rav Yitzhak, il nome completo è Yitzhak Luria Ashkenazi (1534 – 1572). Il fondatore della Scuola Lurianica di Kabbalah, il metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore (XVI sec.).

Baal HaSulam: Il secondo nome di Yehuda Leib HaLevi Ashlag (1884 – 1954). L’autore del metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore, l’autore del commentario dello Zohar e tutti i lavori di Ari.

Binà:  la fase 2 della creazione, proprietà di dazione nella creazione.

Borè: significa Creatore e deriva dall’ebraico Bo-re (vieni e vedi-verifica).  Non è qualcosa di cui avere fede, è la forza dell’amore e della dazione.

Chochmà: (Saggezza) è la fase 1 della creazione.

Corpo: (Guf) sono i desideri che eseguono le intenzioni del Rosh del Parzuf.

Correzione: (Tikkun) cambiare l’intenzione del desiderio di ricevere per modificare la percezione della realtà.

Creatura: deriva dalla parola ebraica Nivrà che vuol dire fuori dal grado, cioè che non ha ancora conseguito la realtà spirituale.

Desiderio: il motore sia della vita biologica sia della vita spirituale.

Divinità: desiderio speciale di conseguire la Fonte di tutta la vita.

Egitto: desiderio di ricevere egoistico.

Ein Od Milvado: significa non esiste nulla tranne Lui.

Incarnazione: ciclo che fa l’anima in ogni gradino spirituale, anche nella stessa vita.

Israele: combinazione di 2 parole Yashar-El e significa dritto al Borè. Coloro che hanno il desiderio di conseguire la dazione si chiamano Israele.

Kabbalah: saggezza della ricezione del bene.

Keter: (Corona) detta fase radice, fase zero. E’ l’essenza del Divino, della dazione e dell’amore.

Kli: vaso, desiderio (plurale Kelim).

Luce: il piacere, il conseguimento del desiderio di dare.

Malchut: (Regno) è la quarta e ultima fase dello sviluppo del desiderio di ricevere.

Mitzvah: (precetto, plurale Mitzvot), comandamento. Ogni atto che mi avvicina alla realtà dell’anima di Adam HaRishon. E’ la correzione del cuore.

Mondo spirituale: realtà che è fuori dal nostro mondo e dalla nostra natura.

Nazioni del mondo: sono tutti i desideri comuni.

Neshamà: è l’anima in ebraico.

Olam: significa mondo e deriva dalla parola Alamà (occultamento).

Parlante: è l’Adamo che è in noi, il punto nel cuore

Partzuf: Struttura spirituale che consiste in dieci Sefirot.

Pitcha: in ebraico significa prefazione. E’ l’introduzione alla struttura dei mondi superiori.

Punto nel cuore: un desiderio nuovo per la spiritualità, desiderio di dare.

Rabash: Abbreviazione del Rav Baruch Shalom, nome completo Baruch Shalom HaLevi Ashlag  (1906 – 1991), l’autore del libro “ Shlavey Sulam” (“ I gradini della scala” in ebraico) – una descrizione dettagliata dell’ascesa dell’uomo al mondo Spirituale.

Rashbi: Rabbi Shimon Bar Yochai, l’autore dello Zohar (III sec. A. C. ).

Radice: è il conseguimento finale dei kabbalisti, la sorgente di tutti i conseguimenti. La dazione, il desiderio di dare.

Ramo: è il desiderio di ricevere.

Rosh: è il capo, la testa del Partzuf, dove ci sono le intenzioni.

Santità: (Kedushà) deriva dalla parola Kadosh (distinto e separato dall’ego).

Sefira: (plurale Sefirot) è l’ego corretto ad un certo livello, in un certo modo. Quindi, risplende ed è chiamato Sefirot (che viene dal termine ebraico “sapphire”) luminoso.

Spiritualità: la forza della dazione

Torah: significa luce (dalla parola Horaa che significa “Insegnamenti”, o dalla parola Ohr “Luce”). E’ un testo che esprime le correzioni che bisogna fare nel desiderio di ricevere.

Yud Hey Vav Hey: è il Tetragramma, il nome del Borè. È l’algoritmo, il calco di tutta la creazione.

Zeir Anpin: (Piccolo Volto) è la fase 3 della creazione, ricevere al fine di dare, è una struttura spirituale già realizzata ma in forma piccola, non consapevole.

Zohar: libro dello splendore. E’ un testo fondamentale per la saggezza della Kabbalah, scritto da 10 kabbalisti che hanno conseguito pienamente questa saggezza.

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