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I miracoli esistono

di M. Brushteyn

miracoli1Ciò che differenziava Pietro dagli altri ragazzi era il dubbio. Egli credeva solamente nelle cose che poteva toccare, vedere o assaggiare. Per questo dubitava persino dell’esistenza dell’America o che la Terra fosse tonda.

Lo divertivano specialmente i racconti di un mago che viveva in un giardino magico al margine della città e che esaudiva i desideri di ognuno, anche le richieste più dispendiose.“I prestigiatori sono qualcosa di diverso. Loro possono tirar fuori conigli e colombe dai cappelli, svanire in una scatola e riapparire improvvisamente.

Io conosco addirittura un prestigiatore sapiente che ha imparato a volare fino al soffitto. I prestigiatori, però, non nascondono il fatto che i loro giochi di prestigio sono frutto solo di abilità e di illusione ottica. Mentre, che dire dei maghi?”. Questo ha sempre fatto sorridere Pietro. “Non esistono” – diceva – “vengono dalle favole!”. E poi magari, che maghi possono ancora esistere nell’era dei computer e degli aerei?Un giorno, Pietro, tornò a casa con il pullman, dopo aver visitato la nonna ammalata. Egli amava molto sua nonna e in quello specifico giorno era molto preoccupato per lei, dato che i suoi genitori gli avevano detto che non stava tanto bene e che le era ormai difficile uscir di casa. “Peccato non esista una medicina miracolosa che possa guarire la mia buona nonna”, sospirò Pietro, “ma non esistono miracoli al mondo, lo so bene!”Pietro, immerso nei suoi pensieri, non si accorse che l’autobus era giunto in un posto a lui sconosciuto. Capì quindi di non essere sceso alla sua fermata abituale e saltò velocemente fuori prima che le porte si richiudessero. Uscendo dal pullman vide un muro di pietra non troppo alto. Su di esso poggiavano dei rami di alberi strani, con foglie sfavillanti e fulgide, ed aromi sconosciuti e piacevoli aleggiavano nell’aria. “Proprio così è descritto il giardino dove risiede quel mago di cui le persone parlano”, si ricordò Pietro.

miracoli2“Devo proprio controllare cosa c’è lì dentro”, pensò il ragazzo e, deciso, tirò verso di sé il cancello. Il giardino che gli si rivelò davanti era veramente bellissimo, proprio come lo aveva sentito descrivere. “Non ho mai visto piante ed alberi così insoliti”, stava pensando meravigliato, quando improvvisamente, in fondo al giardino, vide infine un vecchio con la barba bianca, seduto pacificamente sulla panchina intento a leggere un libro. Pietro si fece coraggio e si avvicinò al vecchio misterioso e gli chiese: “Lei è il mago?”“Sì e no”, disse il vecchio e mise da parte il libro. Sembrava che da anni aspettasse che Pietro gli facesse questa domanda.

“Come sarebbe?” “Io faccio miracoli, ma solo… a metà”. “A metà?” chiese Pietro. Il vecchio si lisciò la barba e sorrise.

“Il fatto è che la mia forza magica funziona solo per un determinato periodo, finché la gente si ricorda che sono stato io ad aiutarli. Ma appena essi dimenticano chi ha fatto loro la magia, questa sparisce ed essi tornano alla vita che avevano prima. Purtroppo mi dimenticano molto presto e rimangono a mani vuote”.

miracoli3“Non sono sicuro di aver capito”, ammise Pietro. “Per esempio, tu chiedi alla mamma di comprarti un pallone da calcio. Finché non ricevi il regalo, tu ti ricordi della tua mamma, vero?”“Si”, annuì Pietro.“Ma quando cominci a giocare a calcio con i tuoi amici, ti scordi della mamma e pensi solamente a come segnare un gol”.”Esatto!”, disse Pietro.
“Succede proprio così anche con le mie magie. Sebbene con le mie magie si siano realizzati i desideri più buoni e necessari, la gente dimentica molto presto che è una magia e che esiste un mago che lo ha fatto per loro. Ed allora… tutto sparisce!”

“Aaah, ora ho capito!”, disse Pietro, “…Posso provare anch’io… ad esprimere un desiderio?”

“Certo!”, rispose sorridendo il vegliardo, “quando deciderai qual è il tuo desiderio, dì le parole magiche: “I miracoli esistono e subito il tuo desiderio si esaudirà”. “Grazie a te, amabile anziano!”, disse Pietro, congedandosi da lui con gioia.

Tornando a casa, pensò: “Io desidero che la nonna guarisca! Si, però se mi dimentico che questo l’ha fatto il mago la nonna si riammalerà … no, non credo che sia una buona idea. Allora… forse una bicicletta? E sei poi vado in bici e mi dimentico che questo l’ha fatto il mago e la bici scompare? Uffa! Cosa posso fare?…

”Nel frattempo l’autobus era giunto alla sua fermata e Pietro si alzò. Intorno a lui c’erano molte persone: bambini ed anziani, uomini e donne. Persone con cesti della spesa e persone con costose borse di pelle. Pietro osservò tutti, curioso, e pensò: “Ognuno di loro ha di sicuro qualcosa che desidera molto…” e comprese allora cosa egli, desiderasse chiedere.

miracoli4“Desidero che la gente si ricordi sempre che i miracoli succedono e che li fa il mago!”, disse il ragazzo ad alta voce ed aggiunse le parole magiche “i miracoli succedono!”.

Quando aprì la porta di casa, all’improvviso squillò il telefono. Era la nonna:“Pietro, è successo un vero miracolo! Sono guarita!”

“Non ti ammalerai mai più nonna!” rispose Pietro, gioioso, ed iniziò a raccontare del mago che può esaudire ogni desiderio…”È solo importantissimo non dimenticarlo!”

Disegni: М.Gonopol’skij

GLOSSARIO semplificato

dei termini studiati al corso

600.000 anime: frammenti dell’unica creazione, dell’anima generale chiamata “Adamo”. E’ una qualità della connessione.

Adam HaRishon: (Adamo) l’anima creata in principio prima della frammentazione. E’ la prima struttura che ha il desiderio di assomigliare al Borè.

Anima: La creatura, il desiderio originale che è stato creato.

Ari: L’abbreviazione di Ashkenazi Rav Yitzhak, il nome completo è Yitzhak Luria Ashkenazi (1534 – 1572). Il fondatore della Scuola Lurianica di Kabbalah, il metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore (XVI sec.).

Baal HaSulam: Il secondo nome di Yehuda Leib HaLevi Ashlag (1884 – 1954). L’autore del metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore, l’autore del commentario dello Zohar e tutti i lavori di Ari.

Binà:  la fase 2 della creazione, proprietà di dazione nella creazione.

Borè: significa Creatore e deriva dall’ebraico Bo-re (vieni e vedi-verifica).  Non è qualcosa di cui avere fede, è la forza dell’amore e della dazione.

Chochmà: (Saggezza) è la fase 1 della creazione.

Corpo: (Guf) sono i desideri che eseguono le intenzioni del Rosh del Parzuf.

Correzione: (Tikkun) cambiare l’intenzione del desiderio di ricevere per modificare la percezione della realtà.

Creatura: deriva dalla parola ebraica Nivrà che vuol dire fuori dal grado, cioè che non ha ancora conseguito la realtà spirituale.

Desiderio: il motore sia della vita biologica sia della vita spirituale.

Divinità: desiderio speciale di conseguire la Fonte di tutta la vita.

Egitto: desiderio di ricevere egoistico.

Ein Od Milvado: significa non esiste nulla tranne Lui.

Incarnazione: ciclo che fa l’anima in ogni gradino spirituale, anche nella stessa vita.

Israele: combinazione di 2 parole Yashar-El e significa dritto al Borè. Coloro che hanno il desiderio di conseguire la dazione si chiamano Israele.

Kabbalah: saggezza della ricezione del bene.

Keter: (Corona) detta fase radice, fase zero. E’ l’essenza del Divino, della dazione e dell’amore.

Kli: vaso, desiderio (plurale Kelim).

Luce: il piacere, il conseguimento del desiderio di dare.

Malchut: (Regno) è la quarta e ultima fase dello sviluppo del desiderio di ricevere.

Mitzvah: (precetto, plurale Mitzvot), comandamento. Ogni atto che mi avvicina alla realtà dell’anima di Adam HaRishon. E’ la correzione del cuore.

Mondo spirituale: realtà che è fuori dal nostro mondo e dalla nostra natura.

Nazioni del mondo: sono tutti i desideri comuni.

Neshamà: è l’anima in ebraico.

Olam: significa mondo e deriva dalla parola Alamà (occultamento).

Parlante: è l’Adamo che è in noi, il punto nel cuore

Partzuf: Struttura spirituale che consiste in dieci Sefirot.

Pitcha: in ebraico significa prefazione. E’ l’introduzione alla struttura dei mondi superiori.

Punto nel cuore: un desiderio nuovo per la spiritualità, desiderio di dare.

Rabash: Abbreviazione del Rav Baruch Shalom, nome completo Baruch Shalom HaLevi Ashlag  (1906 – 1991), l’autore del libro “ Shlavey Sulam” (“ I gradini della scala” in ebraico) – una descrizione dettagliata dell’ascesa dell’uomo al mondo Spirituale.

Rashbi: Rabbi Shimon Bar Yochai, l’autore dello Zohar (III sec. A. C. ).

Radice: è il conseguimento finale dei kabbalisti, la sorgente di tutti i conseguimenti. La dazione, il desiderio di dare.

Ramo: è il desiderio di ricevere.

Rosh: è il capo, la testa del Partzuf, dove ci sono le intenzioni.

Santità: (Kedushà) deriva dalla parola Kadosh (distinto e separato dall’ego).

Sefira: (plurale Sefirot) è l’ego corretto ad un certo livello, in un certo modo. Quindi, risplende ed è chiamato Sefirot (che viene dal termine ebraico “sapphire”) luminoso.

Spiritualità: la forza della dazione

Torah: significa luce (dalla parola Horaa che significa “Insegnamenti”, o dalla parola Ohr “Luce”). E’ un testo che esprime le correzioni che bisogna fare nel desiderio di ricevere.

Yud Hey Vav Hey: è il Tetragramma, il nome del Borè. È l’algoritmo, il calco di tutta la creazione.

Zeir Anpin: (Piccolo Volto) è la fase 3 della creazione, ricevere al fine di dare, è una struttura spirituale già realizzata ma in forma piccola, non consapevole.

Zohar: libro dello splendore. E’ un testo fondamentale per la saggezza della Kabbalah, scritto da 10 kabbalisti che hanno conseguito pienamente questa saggezza.

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