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Ecco come accade che la lucciola imparò ad illuminare

di Shoshanà Glizerin

lucciolacheillumina_1In una foresta, viveva una piccola cimice di nome Cimino. Cimino amava molto la luce del giorno dato che, di notte, il buio lo intimoriva.

Cimino aveva un’amica, un piccolo e grazioso baco da seta di nome Vera, che aveva anch’essa paura del buio. Ogni notte Cimino e Vera si incontravano su un ramo di pino e si addormentavano uno vicino all’altra, dormendo assieme fino alla mattina dopo.

Una sera due corvi chiacchieroni si sedettero sul ramo di Cimino e Vera.

“Hai sentito cosa cresce la notte sul bordo del lago?” – chiese uno dei corvi.

“Forse qualcosa di buono da mangiare?” – disse l’altro corvo – “Non ci arriverò mai di notte perché ho paura… però ci andrei di sicuro di mattina per godermi qualche bocconcino prelibato!”

“Non ci crederai” – continuò l’altro corvo – “ma lì cresce un’erba speciale! Chi la mangia sviluppa la capacità di far luce di notte”.

“Davvero? E chi ne ha mangiato?”

lucciolacheillumina_2“Nessuno! Perché nella nostra foresta nessuno desidera far luce di notte! Le volpi, gli orsi e gli animali grandi non vogliono illuminare, perché diventerebbero visibili al buio. E i piccoli animali non ne hanno proprio bisogno, dato che, anche loro, non vogliono essere visti!”

I due corvi chiacchierarono ancora per un po’, scambiandosi le ultime notizie sulla foresta, e poi volarono via.

“Io vorrei tanto mangiare l’erba che illumina! – disse Cimino a Vera, poiché aveva sentito tutto quello che i corvi si erano detti.

Vera gli rispose – “sarebbe interessante sapere se nella nostra foresta c’è qualche animale coraggioso che oserebbe arrivare fino al lago, così lontano, e mangiare l’erba che fa luce.”

“Il lago è proprio il posto dove fa più paura aggirarsi al buio” – le rispose Cimino. E Vera fu d’accordo con lui.

lucciolacheillumina_3Era già tardi, e Cimino si addormentò e sognò l’erba che illumina. Al mattino Vera svegliò Cimino – “Svegliati! Devo salutarti!”

“Perché? Stai andando da qualche altra parte?”

“No! Semplicemente è giunta l’ora di avvolgermi nel mio bozzolo all’interno del quale dormirò per un intero mese. Poi, quando mi sveglierò, uscirò dal mio guscio di bruco, e torneremo a stare insieme di nuovo!”

“Va bene, cara bachina. Mentre dormirai, io veglierò sul tuo bozzolo.”

“Prenditi anche cura di te!” – disse Vera a Cimino, ed iniziò a costruirsi un morbido bozzolo di seta.

Cimino attese la sua amica con molta pazienza.

lucciolacheillumina_3-2Un mese dopo arrivò il giorno in cui Vera doveva uscire e Cimino, emozionato, iniziò impaziente a girare intorno al bozzolo. Tutto ad un tratto, vide una goccia di resina gocciolare e cadere dall’albero coprendo il bozzolo di Vera con la sua spessa colla.

Proprio in quel momento il bozzolo cominciò a muoversi e Cimino udì Vera bussare da dentro: “Toc-toc, toc-toc”.

Cimino provò a pensare cosa fare con la resina che avvolgeva il bozzolo nel quale si trovava Vera, ma la resina si era indurita rapidamente. Vera doveva proprio uscire da lì, dato che era passato già un mese ed era ormai già pronta.

“Vera, aspetta ancora un po’, vado a chiamare aiuto!” – disse Cimino, e volò dallo scarabeo rinoceronte.

“Scarabeo rinoceronte, tu sei molto forte ed hai un grande corno sulla fronte. Per favore, aiuta il baco da seta ad uscire dal bozzolo!”

lucciolacheillumina_4“Ti aiuterei volentieri, ma devo affrettarmi a rotolare la mia palla di fango prima che faccia buio” – disse lo scarabeo rinoceronte che se ne andò per la sua strada.

Cimino continuò a cercare aiuto finché arrivò dall’ape.

“Ape, tu hai un pungiglione forte e tagliente! Potresti aiutare il caro baco da seta ad uscire dal suo bozzolo?”

“Io devo conservare il mio pungiglione nel caso qualcuno voglia recarmi danno” – rispose l’ape, e fu costretta a chiudere la porta di casa.

lucciolacheillumina_5Cimino continuò a cercare e fece un salto dal suo vecchio amico picchio, che viveva nella parte opposta della foresta.

“Picchio, tu riuscirai a frantumare con il tuo becco la resina che è sul bozzolo di Vera la bachina?”

“Ti aiuterei volentieri, ma adesso è già notte ed io non vedo niente quando è buio. Non posso arrivare semplicemente al vostro albero. Se qualcuno mi facesse luce …”

In quel preciso momento, Cimino si ricordò dell’erba che illumina.

“Aspetta un po’, torno subito” – disse al picchio e, senza pensarci due volte, si diresse saltellando verso il lago.

Era veramente un miracolo! Cimino desiderava talmente aiutare Vera, che smise di aver paura del buio.

Quando Cimino giunse al lago, notò facilmente l’erba che illumina. I suoi rami blu arrivavano quasi fino all’acqua. Si sedette, ne mangiò un po’, e il suo piccolo corpo cominciò immediatamente a splendere di una luce dorata.

lucciolacheillumina_6Cimino tornò velocemente dal picchio e gli disse: “Picchio, adesso puoi vedere la strada?”

“Sì, la tua luce sicuramente mi basta!” – rispose il picchio, ed ambedue si affrettarono sul cammino.

Quando giunsero, Cimino gridò: “Tieni duro, Vera, siamo arrivati per aiutarti!”

Immediatamente i due, il picchio e Cimino, si misero al lavoro. Il picchio colpì il bozzolo con il becco, la resina si frantumò e, in un batter d’occhio, Vera uscì fuori. Ma invece di un bruco, dal bozzolo sbucò una bellissima farfalla, che spiegò le sue ali delicate e trasparenti, che la luce di Cimino fecero splendere.

“Quanto sei bella!” – le disse Cimino, che era sbalordito dalla bellezza di Vera, ormai farfalla.

“Anche tu sei cambiato, Cimino!” – gli rispose Vera – “Mi sembra che tu abbia gustato l’erba che illumina… Splendi proprio come il sole!”

lucciolacheillumina_8“Io sapevo che nella nostra foresta c’era un animale coraggioso che non avrebbe temuto di andare al lago quando fa buio! E questo animale sei tu, mio caro amico Cimino!” – esclamò Vera.

I corvi chiacchieroni sparsero la notizia in tutta la foresta: “Nella foresta c’è qualcuno che è talmente speciale e coraggioso che ha mangiato l’erba che illumina!”. Tutti vennero a vedere l’eroe: le volpi, gli orsi ed i gufi furono tutti molto impressionati dal fatto che il piccolo Cimino era riuscito ad aiutare la sua amica Vera ed a soccorrerla e lo stimarono molto per questo.

Cimino divenne l’eroe della foresta ed il suo nome cambiò in Lucciola.

Da quel giorno la foresta nera smise di essere tenebrosa di notte perché una macchia splendente, una piccola luce, illuminava il buio. Una lucciola coraggiosa aiutava tutti gli animali della foresta a trovare la loro strada nel buio.

Illustrazioni: Yelena Strokin

GLOSSARIO semplificato

dei termini studiati al corso

600.000 anime: frammenti dell’unica creazione, dell’anima generale chiamata “Adamo”. E’ una qualità della connessione.

Adam HaRishon: (Adamo) l’anima creata in principio prima della frammentazione. E’ la prima struttura che ha il desiderio di assomigliare al Borè.

Anima: La creatura, il desiderio originale che è stato creato.

Ari: L’abbreviazione di Ashkenazi Rav Yitzhak, il nome completo è Yitzhak Luria Ashkenazi (1534 – 1572). Il fondatore della Scuola Lurianica di Kabbalah, il metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore (XVI sec.).

Baal HaSulam: Il secondo nome di Yehuda Leib HaLevi Ashlag (1884 – 1954). L’autore del metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore, l’autore del commentario dello Zohar e tutti i lavori di Ari.

Binà:  la fase 2 della creazione, proprietà di dazione nella creazione.

Borè: significa Creatore e deriva dall’ebraico Bo-re (vieni e vedi-verifica).  Non è qualcosa di cui avere fede, è la forza dell’amore e della dazione.

Chochmà: (Saggezza) è la fase 1 della creazione.

Corpo: (Guf) sono i desideri che eseguono le intenzioni del Rosh del Parzuf.

Correzione: (Tikkun) cambiare l’intenzione del desiderio di ricevere per modificare la percezione della realtà.

Creatura: deriva dalla parola ebraica Nivrà che vuol dire fuori dal grado, cioè che non ha ancora conseguito la realtà spirituale.

Desiderio: il motore sia della vita biologica sia della vita spirituale.

Divinità: desiderio speciale di conseguire la Fonte di tutta la vita.

Egitto: desiderio di ricevere egoistico.

Ein Od Milvado: significa non esiste nulla tranne Lui.

Incarnazione: ciclo che fa l’anima in ogni gradino spirituale, anche nella stessa vita.

Israele: combinazione di 2 parole Yashar-El e significa dritto al Borè. Coloro che hanno il desiderio di conseguire la dazione si chiamano Israele.

Kabbalah: saggezza della ricezione del bene.

Keter: (Corona) detta fase radice, fase zero. E’ l’essenza del Divino, della dazione e dell’amore.

Kli: vaso, desiderio (plurale Kelim).

Luce: il piacere, il conseguimento del desiderio di dare.

Malchut: (Regno) è la quarta e ultima fase dello sviluppo del desiderio di ricevere.

Mitzvah: (precetto, plurale Mitzvot), comandamento. Ogni atto che mi avvicina alla realtà dell’anima di Adam HaRishon. E’ la correzione del cuore.

Mondo spirituale: realtà che è fuori dal nostro mondo e dalla nostra natura.

Nazioni del mondo: sono tutti i desideri comuni.

Neshamà: è l’anima in ebraico.

Olam: significa mondo e deriva dalla parola Alamà (occultamento).

Parlante: è l’Adamo che è in noi, il punto nel cuore

Partzuf: Struttura spirituale che consiste in dieci Sefirot.

Pitcha: in ebraico significa prefazione. E’ l’introduzione alla struttura dei mondi superiori.

Punto nel cuore: un desiderio nuovo per la spiritualità, desiderio di dare.

Rabash: Abbreviazione del Rav Baruch Shalom, nome completo Baruch Shalom HaLevi Ashlag  (1906 – 1991), l’autore del libro “ Shlavey Sulam” (“ I gradini della scala” in ebraico) – una descrizione dettagliata dell’ascesa dell’uomo al mondo Spirituale.

Rashbi: Rabbi Shimon Bar Yochai, l’autore dello Zohar (III sec. A. C. ).

Radice: è il conseguimento finale dei kabbalisti, la sorgente di tutti i conseguimenti. La dazione, il desiderio di dare.

Ramo: è il desiderio di ricevere.

Rosh: è il capo, la testa del Partzuf, dove ci sono le intenzioni.

Santità: (Kedushà) deriva dalla parola Kadosh (distinto e separato dall’ego).

Sefira: (plurale Sefirot) è l’ego corretto ad un certo livello, in un certo modo. Quindi, risplende ed è chiamato Sefirot (che viene dal termine ebraico “sapphire”) luminoso.

Spiritualità: la forza della dazione

Torah: significa luce (dalla parola Horaa che significa “Insegnamenti”, o dalla parola Ohr “Luce”). E’ un testo che esprime le correzioni che bisogna fare nel desiderio di ricevere.

Yud Hey Vav Hey: è il Tetragramma, il nome del Borè. È l’algoritmo, il calco di tutta la creazione.

Zeir Anpin: (Piccolo Volto) è la fase 3 della creazione, ricevere al fine di dare, è una struttura spirituale già realizzata ma in forma piccola, non consapevole.

Zohar: libro dello splendore. E’ un testo fondamentale per la saggezza della Kabbalah, scritto da 10 kabbalisti che hanno conseguito pienamente questa saggezza.

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