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Le Domande dei Bambini

 


Come si veste Dio?

L’altro giorno, mentre stavamo rientrando a casa, la mia piccola Carolina cominciò a chiedermi ansiosamente della morte, e di come avrebbe potuto ritrovarmi nella prossima vita, dato che entrambe avremmo avuto un nuovo corpo. Per provare a calmarla, le dissi la sola cosa che mi venne in mente, e cioè che ci sarebbe sempre stato un legame di amore e luce fra il suo punto nel cuore ed il mio.

Casualmente, proprio cercando qualcosa per acquietare il suo timore, e senza minimamente aspettarmi che lei potesse afferrare il senso delle mie parole, aggiunsi che alcuni miei insegnanti spirituali mi avevano assicurato che non c’era alcuna reale differenza o separazione fra di noi. Le dissi che noi siamo Uno, siamo la stessa cosa ma, molto semplicemente, non ne siamo consapevoli, e quindi non si sarebbe dovuta preoccupare di perdermi.

All’improvviso ho sentito la sua vocina esclamare dal sedile posteriore: “Stai dicendo che è tutta un’illusione? Com’é interessante mamma! Ma allora, mi domando, cosa sto facendo vestita da Carolina? Dovrei essere vestita da Dio!

Oh mamma, puoi per favore chiedere a quell’uomo con la barba bianca che in Internet ti insegna la Kabbalah se sa come si veste Dio?”


Esistono il Giardino dell’Eden e l’Inferno?

Domanda: Ci sono un Giardino dell’Eden ed un Inferno proprio come ci hanno insegnato a scuola?

Risposta: Non ero in classe quando te lo hanno spiegato. Quindi non so come risponderti. Cosa ti hanno detto?

Domanda: Che il Giardino dell’Eden è buono e che si sta male all’Inferno.

Risposta: Si, è esatto. Il Giardino dell’Eden è quando mi sento bene e l’Inferno quando mi sento male. Però tutto dipende da quello che ognuno di noi intende con “bene” e “male”. Quando una persona muore, porta con sé tutto ciò che ha conquistato in questo mondo. Niente di più. Sia quel che sia, ciò che ha ottenuto qui rappresenta tutto quello che possiede. E con questo si reincarnerà di nuovo.


Le regole del gioco della Natura

È mattina presto nella savana africana. Il sole si alza in cielo riflettendo la sua luce sulla terra e sull’erba. Una giovane e signorile leonessa avanza cautamente attraverso le foglie secche. Il suo pelo brillante è ben camuffato, e guarda con attenzione le tante zebre che le stanno accanto. Anche se è giovane, sa molto bene quale è il suo ruolo nel branco. Ha un gran lavoro che la aspetta. Una grande responsabilità. Va a caccia tutti i giorni unita alle sue due amiche leonesse, e tutte assieme portano cibo per i piccoli cuccioli e per il leone del branco. In cambio, lui le protegge e non permette che nessuno invada il loro spazio vitale.

La leonessa sa che solo se lavorerà in gruppo con le sue amiche avrà successo acchiappando le veloci zebre. Per questo sta osservando attentamente le altre due leonesse. Alcuni secondi dopo, le sue amiche, un po’ più grandi di lei, le fanno il segnale. E le tre leonesse cominciano a muoversi ad una tale velocità, che sicuramente potrebbero vincere la medaglia d’oro ai giochi olimpici. Alcuni minuti dopo, hanno già terminato la loro missione. Hanno acchiappato le zebre.

Bambini è importante sapere che, nella natura, c’è una specie di tacito accordo, molto importante, fra gli animali predatori e quelli cacciati. Le leonesse non cacciano mai per divertimento o per dar fastidio ad altre razze animali. Cacciano sempre per poter mangiare e rendere così felici i membri del proprio branco. Normalmente acchiappano animali deboli o malati, e questo aiuta le zebre a mantenere il loro branco forte e in salute.

Alla stessa ora questa mattina, in un luogo differente della savana africana, i cuccioli del meerkat si stanno svegliando dopo aver dormito nella loro comoda tana. Se ancora non lo sapeste, il meerkat è un mammifero simile alla mangusta, veloce e piccolo. I meerkat vivono in piccole colonie nel continente africano. Alcune piccole pietanze gustose stanno aspettando nelle tane dei piccoli meerkat affinché facciano colazione: deliziosi scarabei, succulenti bruchi e frutta fresca. Ma chi si occupa dei cuccioli? Non la loro madre, ma un altro esemplare di meerkat al quale alla quale è stato affidato un lavoro molto speciale: fare da bambinaia.

I meerkat hanno alcune regole molto chiare. Solo alcuni papà e mamme meerkat hanno il permesso di avere figli, gli altri possono essere solo coloro che si prendono cura dei cuccioli, aiutandoli a crescere grandi e forti. Quando i genitori sono occupati a procurare il cibo ai loro figli o si trovano lontani dalla tana per qualsiasi altra ragione, le bambinaie si occupano di mantenere al sicuro queste tane dagli uccelli che vagano nei paraggi e che vogliono entrare. In queste occasioni, le bambinaie non possono uscire a cercare cibo per se stesse e, a volte, perdono peso e dimagriscono.

I comportamenti animali, come quello del branco dei leoni o la colonia dei meerkat, sono sorprendenti per gli scienziati che studiano la Natura. Perché questi animali si aiutano tra loro e dividono tutto gli uni con gli altri? Perché fanno tutte queste cose per il bene del branco? Come sanno cosa devono fare per sopravvivere? Gli uomini saggi della Kabbalah studiarono e scoprirono che tutte le creature in natura hanno una sola regola: questa regola si chiama “La Legge della Dazione”.


Cos’è il Creatore?

Domanda: Cos’è il Creatore?

Rav Laitman: Il Creatore è la forza ed il potere più grande di tutti. Lui fa ogni cosa, e non chiede a nessuno. Di conseguenza, dobbiamo cercare di avere con lui un buon rapporto. E’ così grande Lui!

Domanda: Perché il Creatore ci ha creati?

Rav Laitman: E’ scritto che il Creatore ci ha creati perché vuole che siamo felici, e che otteniamo cose belle. Lui vuole che il papà e la mamma e tutti noi siamo felici, e che abbiamo una buona vita, una vita piena, ricca di piaceri, viaggi, sorprese, feste. Il Creatore vuole il nostro bene; per questo ci ha creati.

Domanda: Se abbiamo timore di qualcuno, come possiamo superare la paura?

Rav Laitman: Possiamo superare la paura solo con una cosa. Dobbiamo credere che c’è un solo potere, e oltre a quello, nient’altro dirige il mondo. Solo Lui, il Creatore, e noi siamo nelle sue mani.
Qualunque cosa faccia, solo quella sarà. Così, io non ho nulla da temere, e la paura svanirà. Abbiamo paura quando non sappiamo cosa ci accadrà e cosa succederà nel futuro. Però, anche senza saperlo, e nonostante tutto, io so che il Creatore dirige tutta la mia vita, così non ho per niente paura.


I bambini chiedono riguardo all’albero

Domanda: “Che cosa simboleggia un albero? E perché Bnei Baruch ha scelto questo simbolo?”

Rav Laitman: Abbiamo scelto il simbolo di un albero, perché l’uomo è chiamato “Un albero del campo” (ETS Hasadeh). È scritto nella Torah “Perché l’uomo è un albero del campo”. Esso mette a confronto una persona con un albero nel campo, facendo dell’albero e della sua radice un’analogia con un essere umano e la sua Origine.

L’albero simboleggia l’uomo che vuole crescere nel campo, (questo mondo fisico). Nessun altro che vuole crescere da questo mondo ed essere più grande (realizzare la spiritualità) è chiamato “Un albero del campo”. Quindi, abbiamo scelto il simbolo di un albero, perché simboleggia il nostro scopo.


Un mare di desiderio si riflette nelle domande di un bambino

Domanda: Perché dobbiamo unirci?

Rav Laitman: Io ho solo un nemico – il mio egoismo e non sono in grado di combatterlo da solo.

Il mio egoismo è come un ragazzaccio grande e grosso della scuola dal quale devo fuggire per non essere picchiato.

Cerco aiuto per sconfiggere il mio egoismo, ma lo trovo anche tra i miei amici. Essi hanno lo stesso mio problema, la radice del male, l’egoismo, non li lascia in pace.

Quindi insieme decidiamo di dargli una bella lezione per tenerlo lontano. Dobbiamo diventare amici per scacciare questo “ragazzaccio” e  convincerlo a non venirci più tra i piedi.

E’ per questo che ci uniamo, per poter sconfiggere il nostro nemico comune. La vita diventerà semplicemente stupenda se saremo capaci di sbarazzarci di lui.

Anche i Bambini chiedono perché siamo tutti connessi.

Domanda: Perché siamo tutti connessi?

Rav Laitman: Il Creatore ha creato un unico desiderio,poi lo ha frantumato in tanti pezzi

Nella realtà siamo tutti connessi  interiormente, ma abbiamo la sensazione di essere disconnessi.

Io sento gli altri come se fossero separati da me. Dico bugie alle persone, le derubo, le picchio, le odio, perché non sento che esse sono parte di me. Il mondo intero è tutto dentro di me.

Il Creatore mi ha confuso di proposito. Il fatto che gli altri sono io,  mi verrà  rivelato e allora dovrò chiedermi, “come posso essermi comportato così con me stesso?”Ho preso cose da me stesso, mi sono picchiato, mi sono imbrogliato. Mi sono derubato di tante cose buone.

Di continuo mi faccio del male, alla mia salute, al mio benessere e alla mia pace. Faccio cose brutte a me stesso. A cosa stavo pensando?  Ma non era ovvio?

E’ solo all’interno dello specchio distorto  dell’egoismo che gli altri uomini ci sembrano estranei, anche se siamo una sola cosa.

E’ una sensazione sgradevole, ma la cosa buona è che ci conduce alla correzione. Ci spinge verso l’interconnessione, dandoci una ragione per avvicinarci e per amare il prossimo.

GLOSSARIO semplificato

dei termini studiati al corso

600.000 anime: frammenti dell’unica creazione, dell’anima generale chiamata “Adamo”. E’ una qualità della connessione.

Adam HaRishon: (Adamo) l’anima creata in principio prima della frammentazione. E’ la prima struttura che ha il desiderio di assomigliare al Borè.

Anima: La creatura, il desiderio originale che è stato creato.

Ari: L’abbreviazione di Ashkenazi Rav Yitzhak, il nome completo è Yitzhak Luria Ashkenazi (1534 – 1572). Il fondatore della Scuola Lurianica di Kabbalah, il metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore (XVI sec.).

Baal HaSulam: Il secondo nome di Yehuda Leib HaLevi Ashlag (1884 – 1954). L’autore del metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore, l’autore del commentario dello Zohar e tutti i lavori di Ari.

Binà:  la fase 2 della creazione, proprietà di dazione nella creazione.

Borè: significa Creatore e deriva dall’ebraico Bo-re (vieni e vedi-verifica).  Non è qualcosa di cui avere fede, è la forza dell’amore e della dazione.

Chochmà: (Saggezza) è la fase 1 della creazione.

Corpo: (Guf) sono i desideri che eseguono le intenzioni del Rosh del Parzuf.

Correzione: (Tikkun) cambiare l’intenzione del desiderio di ricevere per modificare la percezione della realtà.

Creatura: deriva dalla parola ebraica Nivrà che vuol dire fuori dal grado, cioè che non ha ancora conseguito la realtà spirituale.

Desiderio: il motore sia della vita biologica sia della vita spirituale.

Divinità: desiderio speciale di conseguire la Fonte di tutta la vita.

Egitto: desiderio di ricevere egoistico.

Ein Od Milvado: significa non esiste nulla tranne Lui.

Incarnazione: ciclo che fa l’anima in ogni gradino spirituale, anche nella stessa vita.

Israele: combinazione di 2 parole Yashar-El e significa dritto al Borè. Coloro che hanno il desiderio di conseguire la dazione si chiamano Israele.

Kabbalah: saggezza della ricezione del bene.

Keter: (Corona) detta fase radice, fase zero. E’ l’essenza del Divino, della dazione e dell’amore.

Kli: vaso, desiderio (plurale Kelim).

Luce: il piacere, il conseguimento del desiderio di dare.

Malchut: (Regno) è la quarta e ultima fase dello sviluppo del desiderio di ricevere.

Mitzvah: (precetto, plurale Mitzvot), comandamento. Ogni atto che mi avvicina alla realtà dell’anima di Adam HaRishon. E’ la correzione del cuore.

Mondo spirituale: realtà che è fuori dal nostro mondo e dalla nostra natura.

Nazioni del mondo: sono tutti i desideri comuni.

Neshamà: è l’anima in ebraico.

Olam: significa mondo e deriva dalla parola Alamà (occultamento).

Parlante: è l’Adamo che è in noi, il punto nel cuore

Partzuf: Struttura spirituale che consiste in dieci Sefirot.

Pitcha: in ebraico significa prefazione. E’ l’introduzione alla struttura dei mondi superiori.

Punto nel cuore: un desiderio nuovo per la spiritualità, desiderio di dare.

Rabash: Abbreviazione del Rav Baruch Shalom, nome completo Baruch Shalom HaLevi Ashlag  (1906 – 1991), l’autore del libro “ Shlavey Sulam” (“ I gradini della scala” in ebraico) – una descrizione dettagliata dell’ascesa dell’uomo al mondo Spirituale.

Rashbi: Rabbi Shimon Bar Yochai, l’autore dello Zohar (III sec. A. C. ).

Radice: è il conseguimento finale dei kabbalisti, la sorgente di tutti i conseguimenti. La dazione, il desiderio di dare.

Ramo: è il desiderio di ricevere.

Rosh: è il capo, la testa del Partzuf, dove ci sono le intenzioni.

Santità: (Kedushà) deriva dalla parola Kadosh (distinto e separato dall’ego).

Sefira: (plurale Sefirot) è l’ego corretto ad un certo livello, in un certo modo. Quindi, risplende ed è chiamato Sefirot (che viene dal termine ebraico “sapphire”) luminoso.

Spiritualità: la forza della dazione

Torah: significa luce (dalla parola Horaa che significa “Insegnamenti”, o dalla parola Ohr “Luce”). E’ un testo che esprime le correzioni che bisogna fare nel desiderio di ricevere.

Yud Hey Vav Hey: è il Tetragramma, il nome del Borè. È l’algoritmo, il calco di tutta la creazione.

Zeir Anpin: (Piccolo Volto) è la fase 3 della creazione, ricevere al fine di dare, è una struttura spirituale già realizzata ma in forma piccola, non consapevole.

Zohar: libro dello splendore. E’ un testo fondamentale per la saggezza della Kabbalah, scritto da 10 kabbalisti che hanno conseguito pienamente questa saggezza.

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