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L’ordine di seduta della società (art.17 – part. 2)

Inizialmente, quando ci si riunisce, e’ necessario che vi sia un ordine del giorno.

Dove ciascuno, secondo le sue possibilità, parlerà dell’importanza del gruppo. Vale a dire, quali vantaggi gli apporterà  il gruppo. Ed egli apprezzerà il gruppo nella misura delle cose importanti che questo,  secondo le sue speranze, potrà  procurargli, cose che egli non può raggiungere da se.

E  tutto ciò secondo  quello che dissero i Saggi (preghiere, Lamed- Bet) ed in questi termini, chiarimento del rav Shemlai’,  l’uomo dovrà sempre  elogiare il Creatore e poi pregare. Da dove (ciò risulta) cosi’ palese, dagli scritti di supplica al Creatore da  tempi memorabili.  Dall’espressione, le tue qualità guerriere Dio, Creatore. E l’espressione, “attraversa e ti mostrerò la terra idonea”.

Ed il motivo,  per cui si deve prima elogiare il “luogo” (rango- oppure il “luogo” e’ anche il nostro comune punto d’incontro, laddove  il “Bore” si rivela a noi) e  come e’ consueto nel mondo,  per  chiedere qualcosa a qualcuno occorrono due condizioni :

1) Che egli  possegga  ciò che chiedo. Ad esempio, ricchezza, grandi possibilità, che egli sia famoso per la sua ricchezza e magnificenza.

      2) Che abbia bontà d’animo, cioe’ che abbia il desiderio di dazione verso il prossimo.

Da una tale persona vi e’ “luogo” (sarà possibile) chiedere un favore. Perciò fu detto “l’uomo dovrà sempre  elogiare il Creatore e poi pregare”.

Ciò vuol dire, che dopo che l’uomo consegue di credere nella grandezza del Creatore, (e credere) che Egli possa dare alle creature le delizie più varie, e che il Suo desiderio (e’ quello) di beneficiare (le creature), solo allora  sarà appropriato dire,  nelle preghiere al Creatore, che certamente Egli lo aiuterà, poiche’ il suo desiderio e’ quello di beneficiare, e quindi  e’ nelle mani del Creatore la scelta di concedergli ciò che il suo cuore desidera.  Allora (solamente) si può essere certi che la preghiera sarà accolta.

Altrettanto (sarà) con l’amore dei “haverim” (degli amici) , dove prima di tutto,  nelle riunioni, si deve (iniziare) elogiando i “haverim” (gli amici) e l’importanza di ciascuno dei “haverim”. E con la stessa misura  usata per esprimere la grandezza del gruppo, egli  esprimerà  la sua considerazione per il gruppo.

E dopo verrà la preghiera. Vale a dire, che ciascuno dovrà  vagliare se stesso e  soppesare quante forze egli dedica al gruppo. Ed allora, quando  ravvisa che non  ha le forze per fare qualcosa a favore del gruppo, allora sarà il caso di pregare affiche’ il Creatore lo aiuti dandogli la forza di volontà (necessaria) per amare il prossimo.

Ed in seguito, egli, ed anche ciascuno di essi, dovrà comportarsi come nelle tre ultime preghiere di “shmonaesre’ ” (diciottesima preghiera quella che viene  recitata in piedi ). Ciòe’, dopo aver  predisposto l’ordine delle sue richieste a Dio. Come fu detto (nel libro) Zohar, nelle ultime tre preghiere “shmonaesre” (diciottesima preghiera) anche per lui sarà uguale come se il Creatore avesse già esaudito la sua preghiera e (potrà) quindi dimenticarsene.

Cosi’ ci si  comporta nell’amore del prossimo. Dopo aver esaminato se stesso,  ed aver realizzato il noto consiglio durante la preghiera, potrà ora ritenere la sua preghiera come accolta, e sedersi gioiosamente con gli amici, come se tutti gli amici fossero un solo corpo.

E come il corpo ha desiderato che tutti gli organi godessero, altrettanto egli desidera ora che tutti gli amici esultino.

Perciò dopo tutti i calcoli, arriva il momento della gioia e dell’amore per gli amici. Ed allora ciascuno dovrà sentirsi felice, come se avesse compiuto un buon affare, sul quale potrebbe guadagnare molti soldi.

E come e’ di norma nel mondo, offrirà da bere agli amici.

Inoltre  a questo punto, ciascuno deve volere che l’amico beva e mangi  pasticcini, in quanto egli e’ ora felice, e desidera quindi che anche gli amici siano lieti. Per questo motivo, occorre che la riunione si disperda e che ciò accada nella gioia ed esultanza.

E questo  secondo il “tempo della Torà ” ed il  ” tempo della preghiera”. Poiche’ il “tempo della Torà”  e’ la distinzione della completezza,  e non vi e’ nessuna mancanza.

Ciò si chiama la distinzione “destra”. Secondo quanto scritto ” dalla sua destra il loro ardore religioso (per la Torà) “.

Mentre il “tempo della preghiera” e’ chiamato “sinistra”. Poiche’ il “luogo” della mancanza e’ il  “luogo” che richiede il perfezionamento.

E ciò si chiama  ” la correzione dei vasi”. Correzione che invece non  si ha nella distinzione della “Torà”, chiamata, “destra”. Perciò la Torà si chiama “dono”.

E  il modo e’ quello di  distribuire doni a coloro che si amano.   Abitualmente  nel mondo non vi sono persone amate con mancanze. Perciò nel ” tempo della Torà ” non vi e’  “luogo” (non e’ il caso di )  pensare alle correzioni.

Mentre quando si abbandona la riunione, bisogna essere come nelle tre ultime preghiere del “shmonaesre” (diciottesima preghiera) come già nominata in precedenza. E per tutto ciò tutti  proveranno la completezza.

GLOSSARIO semplificato

dei termini studiati al corso

600.000 anime: frammenti dell’unica creazione, dell’anima generale chiamata “Adamo”. E’ una qualità della connessione.

Adam HaRishon: (Adamo) l’anima creata in principio prima della frammentazione. E’ la prima struttura che ha il desiderio di assomigliare al Borè.

Anima: La creatura, il desiderio originale che è stato creato.

Ari: L’abbreviazione di Ashkenazi Rav Yitzhak, il nome completo è Yitzhak Luria Ashkenazi (1534 – 1572). Il fondatore della Scuola Lurianica di Kabbalah, il metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore (XVI sec.).

Baal HaSulam: Il secondo nome di Yehuda Leib HaLevi Ashlag (1884 – 1954). L’autore del metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore, l’autore del commentario dello Zohar e tutti i lavori di Ari.

Binà:  la fase 2 della creazione, proprietà di dazione nella creazione.

Borè: significa Creatore e deriva dall’ebraico Bo-re (vieni e vedi-verifica).  Non è qualcosa di cui avere fede, è la forza dell’amore e della dazione.

Chochmà: (Saggezza) è la fase 1 della creazione.

Corpo: (Guf) sono i desideri che eseguono le intenzioni del Rosh del Parzuf.

Correzione: (Tikkun) cambiare l’intenzione del desiderio di ricevere per modificare la percezione della realtà.

Creatura: deriva dalla parola ebraica Nivrà che vuol dire fuori dal grado, cioè che non ha ancora conseguito la realtà spirituale.

Desiderio: il motore sia della vita biologica sia della vita spirituale.

Divinità: desiderio speciale di conseguire la Fonte di tutta la vita.

Egitto: desiderio di ricevere egoistico.

Ein Od Milvado: significa non esiste nulla tranne Lui.

Incarnazione: ciclo che fa l’anima in ogni gradino spirituale, anche nella stessa vita.

Israele: combinazione di 2 parole Yashar-El e significa dritto al Borè. Coloro che hanno il desiderio di conseguire la dazione si chiamano Israele.

Kabbalah: saggezza della ricezione del bene.

Keter: (Corona) detta fase radice, fase zero. E’ l’essenza del Divino, della dazione e dell’amore.

Kli: vaso, desiderio (plurale Kelim).

Luce: il piacere, il conseguimento del desiderio di dare.

Malchut: (Regno) è la quarta e ultima fase dello sviluppo del desiderio di ricevere.

Mitzvah: (precetto, plurale Mitzvot), comandamento. Ogni atto che mi avvicina alla realtà dell’anima di Adam HaRishon. E’ la correzione del cuore.

Mondo spirituale: realtà che è fuori dal nostro mondo e dalla nostra natura.

Nazioni del mondo: sono tutti i desideri comuni.

Neshamà: è l’anima in ebraico.

Olam: significa mondo e deriva dalla parola Alamà (occultamento).

Parlante: è l’Adamo che è in noi, il punto nel cuore

Partzuf: Struttura spirituale che consiste in dieci Sefirot.

Pitcha: in ebraico significa prefazione. E’ l’introduzione alla struttura dei mondi superiori.

Punto nel cuore: un desiderio nuovo per la spiritualità, desiderio di dare.

Rabash: Abbreviazione del Rav Baruch Shalom, nome completo Baruch Shalom HaLevi Ashlag  (1906 – 1991), l’autore del libro “ Shlavey Sulam” (“ I gradini della scala” in ebraico) – una descrizione dettagliata dell’ascesa dell’uomo al mondo Spirituale.

Rashbi: Rabbi Shimon Bar Yochai, l’autore dello Zohar (III sec. A. C. ).

Radice: è il conseguimento finale dei kabbalisti, la sorgente di tutti i conseguimenti. La dazione, il desiderio di dare.

Ramo: è il desiderio di ricevere.

Rosh: è il capo, la testa del Partzuf, dove ci sono le intenzioni.

Santità: (Kedushà) deriva dalla parola Kadosh (distinto e separato dall’ego).

Sefira: (plurale Sefirot) è l’ego corretto ad un certo livello, in un certo modo. Quindi, risplende ed è chiamato Sefirot (che viene dal termine ebraico “sapphire”) luminoso.

Spiritualità: la forza della dazione

Torah: significa luce (dalla parola Horaa che significa “Insegnamenti”, o dalla parola Ohr “Luce”). E’ un testo che esprime le correzioni che bisogna fare nel desiderio di ricevere.

Yud Hey Vav Hey: è il Tetragramma, il nome del Borè. È l’algoritmo, il calco di tutta la creazione.

Zeir Anpin: (Piccolo Volto) è la fase 3 della creazione, ricevere al fine di dare, è una struttura spirituale già realizzata ma in forma piccola, non consapevole.

Zohar: libro dello splendore. E’ un testo fondamentale per la saggezza della Kabbalah, scritto da 10 kabbalisti che hanno conseguito pienamente questa saggezza.

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