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Riguardo all’importanza della Società (art.12)

È risaputo che l’uomo si trova sempre tra persone che non hanno connessione con il lavoro sul percorso della verità, ma al contrario, si oppone sempre a quelli che camminano sul percorso della verità. E dato che i pensieri delle persone si mescolano, il punto di vista di chi si oppone al percorso della verità permea quelli che hanno un qualche desiderio di camminare sul percorso della verità.

Quindi, non c’è altra soluzione se non fondare una società separata per loro stessi, che sia il loro ambiente, ovvero, una comunità separata che non si mescoli con altre persone i cui punti di vista differiscono da quella società. Ed essi devono costantemente risvegliare in loro stessi la questione dello scopo della società, così non seguiranno la maggioranza, poiché seguire la maggioranza è la nostra natura.

Se la società si isola dal resto delle persone, se non ha alcuna connessione con le altre persone per quanto riguarda le questioni spirituali ed il loro contatto con loro riguarda solo questioni materiali, non si mescoleranno con i loro punti di vista, poiché non hanno connessione nelle questioni di religione.

Ma quando l’uomo si trova tra persone religiose ed inizia a conversare e a discutere con loro, si mescola immediatamente con i loro punti di vista. I loro punti di vista, inconsciamente, penetrano la sua mente in tale misura che egli non sarà capace di distinguere che questi non sono i suoi punti di vista, ma è ciò che ha ricevuto dalle persone con cui si era connesso.

Pertanto, per quanto riguarda il lavoro sul percorso della verità, l’uomo deve isolarsi dalle altre persone. Questo perché il percorso della verità richiede un rafforzamento costante, in quanto è contrario al punto di vista del mondo. Il punto di vista del mondo è conoscere e ricevere, mentre il punto di vista della Torah è fede e dazione. Se l’uomo devia da questo, dimentica immediatamente tutto il lavoro del percorso della verità e cade nel mondo dell’amor proprio. Ogni persona della società riceve la forza di lottare contro il punto di vista del mondo solo per mezzo di una società che si trova nel grado di “Ognuno aiutò il suo amico”.

Inoltre, troviamo quanto segue nelle parole dello Zohar (Pinchas, p. 31, Articolo 91 e nel Sulam): “Quando una persona dimora in una città abitata da gente malvagia, non può osservare le Mitzvot della Torah e non ha successo nella Torah, si trasferisce e si sradica da lì, per piantarsi in un luogo abitato da gente buona, con la Torah e le Mitzvot. Questo perché la Torah è chiamata ‘albero’, com’è scritto: ‘Ella è un albero della vita per coloro che si afferrano a lei’. E l’uomo è un albero, com’è scritto: ‘Poiché l’uomo è come l’albero del campo’. E le Mitzvot nella Torah sono paragonate ai frutti. E cosa dice? ‘Potrai però distruggere e abbattere gli alberi che saprai non essere alberi da frutto’, distruggerli da questo mondo ed abbatterli dal mondo a venire”.

Per questa ragione l’uomo deve sradicarsi dal luogo in cui ci sono i malvagi, poiché lì non sarà capace di avere successo nella Torah e nelle Mitzvot, e stabilirsi altrove, tra i giusti, ed avrà successo nelle Torah e nelle Mitzvot.

E l’uomo che Lo Zohar paragona all’albero del campo, soffre come l’albero del campo a causa dei cattivi vicini. In altre parole, dobbiamo tagliare sempre l’erbaccia intorno a noi, che ci influenza, e dobbiamo anche stare alla larga dagli ambienti cattivi e dalla gente che non favorisce il percorso della verità. Dobbiamo avere uno sguardo attento in modo da non essere attratti dal seguirli.

Questo si chiama “isolamento”, quando l’uomo ha pensieri di “una sola autorità”, chiamata “dazione”, e non di “autorità delle masse”, la qual cosa è l’amor proprio. Questo si chiama “due autorità”: l’autorità del Creatore e l’autorità propria dell’uomo.

Ora possiamo comprendere ciò che dissero i nostri saggi (Sanhedrin, p. 38): “Rav Yehuda disse: ‘Rav disse: ‘Adam haRishon era eretico’, com’è scritto: ‘E il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: ‘Dove sei?’, ‘Dov’è andato il tuo cuore?’”

Nell’interpretazione di Rashi, “eretico” si riferisce alla tendenza all’idolatria. E nel commentario Etz Yosef (L’albero di Giuseppe) è scritto: “Quando scrive ‘Dov’è andato il tuo cuore?’, è eresia, com’è scritto: ‘E per non seguire invece il vostro cuore’, questo è eresia, quando il suo cuore tende verso l’altro lato”.

Ma tutto questo è molto confuso: come si può dire che Adam haRishon si inclinò all’idolatria? Oppure, in base al commentario Etz Yosef, che era nella forma di “E per non seguire invece il vostro cuore”, è questa un’eresia? Secondo quello che apprendiamo riguardo al lavoro di Dio, che riguarda solo il fine di dare, se l’uomo lavora al fine di ricevere, questo lavoro ci è estraneo, in quanto abbiamo bisogno solo di lavorare per dare, mentre lui ha preso tutto al fine di ricevere.

Questo è il significato di ciò che egli disse, che fallì in “E per non seguire invece il vostro cuore”. In altre parole, non poteva prendere il cibo dall’Albero della Conoscenza al fine di dare, ma ricevuto il cibo dall’Albero della Conoscenza al fine di ricevere. Questo si chiama “cuore”, ovvero, che il cuore desidera solo ricevere per il proprio beneficio. E questo fu il peccato dell’Albero della Conoscenza.

Per comprendere questo aspetto, consultate l’introduzione al libro Panim Masbirot. E da questo possiamo comprendere i benefici della società, in quanto può presentare una diversa atmosfera, quella di lavorare solo al fine di dare.

GLOSSARIO semplificato

dei termini studiati al corso

600.000 anime: frammenti dell’unica creazione, dell’anima generale chiamata “Adamo”. E’ una qualità della connessione.

Adam HaRishon: (Adamo) l’anima creata in principio prima della frammentazione. E’ la prima struttura che ha il desiderio di assomigliare al Borè.

Anima: La creatura, il desiderio originale che è stato creato.

Ari: L’abbreviazione di Ashkenazi Rav Yitzhak, il nome completo è Yitzhak Luria Ashkenazi (1534 – 1572). Il fondatore della Scuola Lurianica di Kabbalah, il metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore (XVI sec.).

Baal HaSulam: Il secondo nome di Yehuda Leib HaLevi Ashlag (1884 – 1954). L’autore del metodo moderno per il raggiungimento del Mondo Superiore, l’autore del commentario dello Zohar e tutti i lavori di Ari.

Binà:  la fase 2 della creazione, proprietà di dazione nella creazione.

Borè: significa Creatore e deriva dall’ebraico Bo-re (vieni e vedi-verifica).  Non è qualcosa di cui avere fede, è la forza dell’amore e della dazione.

Chochmà: (Saggezza) è la fase 1 della creazione.

Corpo: (Guf) sono i desideri che eseguono le intenzioni del Rosh del Parzuf.

Correzione: (Tikkun) cambiare l’intenzione del desiderio di ricevere per modificare la percezione della realtà.

Creatura: deriva dalla parola ebraica Nivrà che vuol dire fuori dal grado, cioè che non ha ancora conseguito la realtà spirituale.

Desiderio: il motore sia della vita biologica sia della vita spirituale.

Divinità: desiderio speciale di conseguire la Fonte di tutta la vita.

Egitto: desiderio di ricevere egoistico.

Ein Od Milvado: significa non esiste nulla tranne Lui.

Incarnazione: ciclo che fa l’anima in ogni gradino spirituale, anche nella stessa vita.

Israele: combinazione di 2 parole Yashar-El e significa dritto al Borè. Coloro che hanno il desiderio di conseguire la dazione si chiamano Israele.

Kabbalah: saggezza della ricezione del bene.

Keter: (Corona) detta fase radice, fase zero. E’ l’essenza del Divino, della dazione e dell’amore.

Kli: vaso, desiderio (plurale Kelim).

Luce: il piacere, il conseguimento del desiderio di dare.

Malchut: (Regno) è la quarta e ultima fase dello sviluppo del desiderio di ricevere.

Mitzvah: (precetto, plurale Mitzvot), comandamento. Ogni atto che mi avvicina alla realtà dell’anima di Adam HaRishon. E’ la correzione del cuore.

Mondo spirituale: realtà che è fuori dal nostro mondo e dalla nostra natura.

Nazioni del mondo: sono tutti i desideri comuni.

Neshamà: è l’anima in ebraico.

Olam: significa mondo e deriva dalla parola Alamà (occultamento).

Parlante: è l’Adamo che è in noi, il punto nel cuore

Partzuf: Struttura spirituale che consiste in dieci Sefirot.

Pitcha: in ebraico significa prefazione. E’ l’introduzione alla struttura dei mondi superiori.

Punto nel cuore: un desiderio nuovo per la spiritualità, desiderio di dare.

Rabash: Abbreviazione del Rav Baruch Shalom, nome completo Baruch Shalom HaLevi Ashlag  (1906 – 1991), l’autore del libro “ Shlavey Sulam” (“ I gradini della scala” in ebraico) – una descrizione dettagliata dell’ascesa dell’uomo al mondo Spirituale.

Rashbi: Rabbi Shimon Bar Yochai, l’autore dello Zohar (III sec. A. C. ).

Radice: è il conseguimento finale dei kabbalisti, la sorgente di tutti i conseguimenti. La dazione, il desiderio di dare.

Ramo: è il desiderio di ricevere.

Rosh: è il capo, la testa del Partzuf, dove ci sono le intenzioni.

Santità: (Kedushà) deriva dalla parola Kadosh (distinto e separato dall’ego).

Sefira: (plurale Sefirot) è l’ego corretto ad un certo livello, in un certo modo. Quindi, risplende ed è chiamato Sefirot (che viene dal termine ebraico “sapphire”) luminoso.

Spiritualità: la forza della dazione

Torah: significa luce (dalla parola Horaa che significa “Insegnamenti”, o dalla parola Ohr “Luce”). E’ un testo che esprime le correzioni che bisogna fare nel desiderio di ricevere.

Yud Hey Vav Hey: è il Tetragramma, il nome del Borè. È l’algoritmo, il calco di tutta la creazione.

Zeir Anpin: (Piccolo Volto) è la fase 3 della creazione, ricevere al fine di dare, è una struttura spirituale già realizzata ma in forma piccola, non consapevole.

Zohar: libro dello splendore. E’ un testo fondamentale per la saggezza della Kabbalah, scritto da 10 kabbalisti che hanno conseguito pienamente questa saggezza.

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